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Mercato dell'auto in crisi, "la concessionaria Ghetti rischia di chiudere"

La concessionaria Ghetti, attiva da oltre 40 anni nel mercato delle vendita ed assistenza dei marchi Audi, Volkswagen e da qualche anno di Seat e Skoda, a rischio chiusura

La concessionaria Ghetti, attiva da oltre 40 anni nel mercato delle vendita ed assistenza dei marchi Audi, Volkswagen e da qualche anno di Seat e Skoda, a rischio chiusura. E' il grido d'allarme lanciato da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, sottolineando che "nonostante la concessionaria sia conosciuta a livello nazionale per l'alta qualità del servizio post vendita, assistenza, manutenzioni programmate e per gli elevati volumi di vendita, la casa madre ha assunto una serie di decisioni unilaterali, tali da pregiudicare il proseguo dell’attività dell’azienda ravennate".

"Il mercato dell’auto in Italia ha raggiunto nel 2012 il punto più basso dagli anni Sessanta, con la prospettiva di vedere in diminuzione le vendite anche per i prossimi anni. Tale situazione sta interessando inevitabilmente anche la provincia di Ravenna, dove già si è registrata, come nel resto del paese, una contrazione dell’occupazione, con un significativo utilizzo degli ammorizzatori sociali, per sostenere il reddito dei lavoratori colpiti da una crisi diffusa", sottolineano Mantovani, Taraborrelli e Billi di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil.

"Nei confronti delle imprese concessionarie non viene mostrata alcuna solidarietà da parte delle case madri e,  in un momento difficile che richiede ulteriori sacrifici da parte di tutti, queste ultime, anziché contribuire a sostenere il settore per evitare licenziamenti o la perdita della concessione, scaricano così sulle concessionarie stesse ogni onere, compreso quello della riduzione della forza lavoro - continuano i sindacati -. Questo atteggiamento porta ad una sola conseguenza, come sempre i lavoratori sono i primi a pagare personalmente e sulla loro pelle le leggi di una economia globalizzata che ha perso completamente ogni spirito di solidarietà a favore del cinico profitto".

"Nella nostra provincia sono rappresentati circa 20 marchi di auto, con oltre una cinquantina di concessionarie, che occupano attorno ai 500 lavoratori - ricordano Mantovani, Taraborrelli e Billi -. Tutte queste imprese mostrano segnali evidenti di difficoltà ed hanno attuato riduzioni generalizzate di orario di lavoro, ricorso alla cassa integrazione ancorchè licenziamenti di personale. In particolare va evidenziata la situazione della  ditta Ghetti, attiva da oltre 40 anni nel mercato delle vendita ed assistenza dei marchi Audi, Volkswagen e da qualche anno di Seat e Skoda, con quattro sedi, due più grandi a Faenza e Ravenna e due più piccole a Lugo e Cervia, occupando circa 100 dipendenti".

"Purtroppo, ad agosto 2011 nonostante la concessionaria sia conosciuta a livello nazionale per l'alta qualità del servizio post vendita, assistenza, manutenzioni programmate e per gli elevati volumi di vendita, la casa madre ha assunto una serie di decisioni unilaterali, tali da pregiudicare il proseguo dell’attività dell’azienda ravennate - proseguono i sindacati -. Ad oggi anche la Ghetti  ha usufruito della cassa integrazione in deroga per un certo periodo,  seguita poi dall'attivazione della cassa integrazione straordinaria per crisi, che cesserà a metà di settembre 2013; ciò si è reso necessario anche per il contemporaneo  forte calo della vendita di auto subito da tutto il mercato nazionale ma, è inutile nasconderlo, l’azienda rischia la cessazione dell’attività nell’arco di due anni, quanto meno per i marchi di cui oggi è concessionaria. La provincia di Ravenna, colpita ormai da anni da una grave crisi che ha determinato l'utilizzo massiccio della cassa integrazione, la perdita di tanti posti di lavoro e la chiusura di diverse attività, non può permettersi di perdere ulteriori 100 posti di lavoro".

"Gli sforzi messi in campo per salvaguardare, in altre circostanze, l’occupazione in imprese industriali destinate alla chiusura, vanno attivati anche in questa situazione, chiamando in causa tutti i soggetti istituzionali ed imprenditoriali interessati, Comuni, Provincia, Regione, associazioni datoriali, per un’azione sinergica volta a scongiurare la  scomparsa di una rilevante fetta occupazionale. In tal senso si sono mosse rapidamente le organizzazioni sindacali che hanno sollecitato un incontro urgente con tutte le amministrazioni coinvolte ai vari livelli, per denunciare la situazione e richiedere il loro intervento per una soluzione positiva atta a salvare i posti di lavoro - concludono - Mantovani, Taraborrelli e Billi - Il gruppo Volkswagen non può né pensare né permettersi di abbandonare la sua presenza nella nostra provincia ed il sindacato incalzerà la direzione della casa madre in Italia per farle riconsiderare le proprie decisioni".

SPADONI - Per il consigliere provinciale dell'Udc, Gianfranco Spadoni, "nello specifico non si tratterebbe della conclamata crisi internazionale dell’auto, quanto, piuttosto, ai rapporti sempre più esigenti e difficili fra il distributore di autoveicoli per il territorio nazionale Volksvagen Group Italia di Verona e la rete dei singoli concessionari. Non vorremmo, come spesso accade in queste circostanze, che tali rapporti commerciali fra distributore e concessionari non si ripercuotessero unicamente sui dipendenti di questa importante azienda faentina ormai famosa in tutto il Paese per la serietà e la qualità dei servizi erogati, da quasi mezzo secolo al servizio dell’intera provincia e oltre".

"Proprio alla luce di questa pesante situazione serve un’azione compatta da parte degli enti locali e delle organizzazioni sindacali per scongiurare l’aggravamento di tale ipotesi di chiusura le cui conseguenze andrebbero a penalizzare un centinaio di dipendenti e le loro di famiglie, ma, più in generale, l’intera economia della nostra provincia", continua Spadoni, che chiede al presidente della Provincia Claudio Casadio "di attivarsi nei confronti del management della casa madre veronese affinché si possa trovare una soluzione condivisa con il concessionario Ghetti in grado di tutelare da una parte i posti di lavoro dei dipendenti e, dall’altra, la presenza sul nostro territorio degli importanti marchi esteri fondamentali per l’economia complessiva. Si chiede, infine, di fornire al sottoscritto e al Consiglio provinciale notizie sull’evolversi delle principali fasi legate alla situazione in oggetto".

LA RISPOSTA DI MATTEUCCI E CASADIO - "Con risposta immediata all'allarme lanciato dalle organizzazioni sindacali CGIL,CISL e UIL sulle gravissime difficolta' occupazionali che si profilano per la concessionaria Ghetti, concorderemo a breve un incontro con i rappresentanti dei lavoratori", comunicano il sindaco Fabrizio Matteucci e il presidente della Provincia, Casadio. "E' del tutto evidente che il pericolo della perdita di cento posti di lavoro nella nostra provincia andrebbe a sommarsi ai tanti effetti micidiali di questa pesantissima crisi economica. Dichiariamo fin da ora il nostro interesse e la nostra totale disponidilita' a esercitare ogni intervento politico e istituzionale  possibile per scongiurare una prospettiva drammatica come la perdita in un sol colpo di piu' di cento posti di lavoro", concludono Matteucci e Casadio.

IL SINDACO DI FAENZA - "La situazione di grave crisi messa in evidenza dai sindacati, deve coinvolgere tutti ad uno sforzo comune che abbia l'obiettivo di scongiurare un'altra gravissima emergenza occupazionale nel nostro territorio. La soluzione della vicenda ex-Omsa dimostra che solo un tenace gioco di squadra da parte di istituzioni, sindacati e azienda può produrre risultati concreti, e la mia disponibilità a lavorare in questo senso è ancora una volta totale. Sono vicino alle famiglie dei lavoratori coinvolti. Quanto sta accadendo, purtroppo, è la dimostrazione di quanto sia ancora lontana la fine del periodo di crisi economica."
 

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