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Crisi, 2013 anno peggiore dal 2008: ma da giugno cassa integrazione in calo

Nell’arco del 2013 si sono registrate due grandi tendenze; nel primo semestre la media giornaliera di cassaintegrati è stata di 7.901 unità, mentre nel secondo semestre si è assistito a un profondo ridimensionamento con 5.977 unità medie giornaliere

Il 6 e il 7 marzo si svolgerà a Ravenna il quinto congresso provinciale della Cgil, il diciassettesimo a livello nazionale. Le assemblee di base hanno preso il via lo scorso 9 gennaio e nelle prossime settimane si svolgeranno anche i congressi di categoria. In tutto sul territorio provinciale sono in programma 418 assemblee. Al termine del percorso verranno eletti 271 delegati - metà dei quali saranno defeniti nel corso delle assemblee e i restanti nei congressi di categoria – che daranno vita ai lavori del 6 e del 7 marzo.

Le tesi congressuali sono due: “Il lavoro decide il futuro”, sostenuto dalla larga maggioranza del gruppo dirigente, e “Il sindacato è un’altra cosa”, sostenuto da Giorgio Cremaschi e da alcuni membri del comitato direttivo. “Con il congresso – spiega il segretario provinciale della Cgil, Costantino Ricci -  la Cgil vuole aprire una larga discussione che coinvolga più lavoratori e iscritti possibile. Il documento sostenuto dalla maggioranza contiene 11 proposte di azione, con 12 emendamenti collegati. Gli iscritti potranno esprimersi sui documenti e fare proposte per l’elaborazione del documento finale”.

Il quinto congresso provinciale giunge in una fase particolarmente difficile per il territorio: “Il  nostro congresso – continua Ricci – ha per titolo “I protagonisti del cambiamento”. Non è un titolo casuale e assume ancor più valenza alla luce dei pessimi risultati che sono emersi per l’anno 2013. Noi siamo convinti che i protagonisti dell’economia locale debbano trovare dentro di sé la forza per uscire dalla pesante fase di recessione che stiamo vivendo. Gli strumenti per dare un cambio di marcia al territorio, per quanto riguarda il sindacato, sono la negoziazione e la contrattazione".

"Abbiamo tre assi su cui puntare per rilanciare l’economia - evidenzia Ricci -. Il primo è il porto di Ravenna, inteso come sistema integrato. Non ci riferiamo solo all’approfondimento dei fondali, ma anche all’infrastrutturazione commerciale e delle imprese. La seconda via dello sviluppo è il potenziamento e la diversificazione dell’industria manifatturiera e del terziario avanzato legato a nuovi prodotti e mercati. In quest’ottica sono fondamentali i poli scientifici per la ricerca (tecnopoli) e l’orientamento alla sostenibilità ambientale ed economica. L’ultimo punto su cui dobbiamo insistere è la cultura, il turismo e l’ambiente. Per fare tutto ciò servono investimenti; per le istituzioni chiediamo un allentamento del patto di stabilità, mentre per l’industria è fondamentale la scelta di capitalizzare le attività”.

I NUMERI ECONOMICI E SULL’OCCUPAZIONE - Purtroppo la disoccupazione e la cassa integrazione continuano a presentare numeri estremamente negativi. I dati, elaborati dall’Ufficio studi e ricerche della Cgil di Ravenna, mostrano che il 2013 è stato l’anno peggiore, dall’inizio della fase di recessione incominciata a fine 2008, per il numero di lavoratori esposti agli ammortizzatori sociali e alle ore di cassa integrazione utilizzate. Il 2013 si è chiuso con un dato medio giornaliero di 6.939 lavoratori in cassa integrazione, superando di fatto il picco raggiunto nel 2010 quando i cassaintegrati si attestarono ad una media giornaliera di 6.526 unità. Nel 2013 si sono utilizzate 6.673.196 ore di ammortizzatori sociali. Le ore autorizzate nel corso del 2013 sono le più elevate dell’intero periodo, superando il dato 2010, che si era fermato a 6.603.403.

Il dato relativo al 2013 rischia un ulteriore aggravamento, alla luce del fatto che, per quanto riguarda le casse in deroga manca ancora il completamento delle autorizzazioni relative ai mesi di novembre e dicembre dello scorso anno. Tenendo conto dei verbali ancora in carenza di approvazione possiamo dire che è praticamente certo che il conteggio definitivo porterà a sfondare i 7 milioni di ore di cassa integrazione nel 2014. Nell’arco del 2013 si sono registrate due grandi tendenze; nel primo semestre la media giornaliera di cassaintegrati è stata di 7.901 unità, mentre nel secondo semestre si è assistito a un profondo ridimensionamento con 5.977 unità medie giornaliere.

I motivi di questa contrazione – con una differenza di circa 2.000 unità giornaliere in cassa integrazione tra un periodo e l’altro - sono molteplici e non tutti sono portatori di segnali positivi. I fattori che possono avere inciso sulle performance del secondo semestre sono riconducibili: a una possibile intensificazione dei fallimenti delle imprese nel secondo semestre rispetto al già pesante risultato del primo periodo 2013 sul 2012; a una ripresa di alcune realtà della grande industria manifatturiera e dei servizi, all’esaurimento della possibilità di ricorrere alla cassa integrazione (lo strumento è infatti utilizzabile per un numero limitato di settimane, oltre le quali non è rinnovabile se non a determinate condizioni).

Nel 2013 la categoria più colpita, ancora una volta, dalla cassa integrazione è stata quella dei metalmeccanici con una media giornaliera di  2.680 lavoratori, seguita dall’edilizia e costruzioni con 1.233, dalla chimica e ceramica con 970, dal commercio e servizi con 953 e dal comparto dei trasporti con 505 unità, seppure si registri una riduzione delle giornate di Ima, strumento di sostegno al reddito dei lavoratori portuali.

Nel 2013, l’economia provinciale ha mostrato diversi elementi di debolezza, registrando costantemente il segno negativo sia nella dinamica dei fatturati che degli ordinativi. Il tessuto imprenditoriale si è trovato di fronte a cali di fatturati anche di oltre il 50%, ed un dato medio di flessione tra il 15 ed il 20% tra le imprese che ricorrono agli ammortizzatori sociali, si è inoltre registrato un dato che desta particolare preoccupazione: nel solo 2013 sono fallite 33 imprese, pari al 33% delle 102 aziende complessivamente fallite tra il 2009 e il 2013. Nelle 102 aziende fallite trovavano impiego 1.156 lavoratori. I fallimenti tra il 2009 e il 2013 hanno prevalentemente coinvolto il comparto metalmeccanico con 33 imprese, il commercio e servizi con 22 imprese, la chimica con 20 e le costruzioni con 18.

Nella ripartizione geografica, i fallimenti hanno riguardato Ravenna con 37 imprese e 356 dipendenti, Lugo con 33 imprese e 324 dipendenti e Faenza con 32 imprese e 476 dipendenti. Dal 2009 ad oggi hanno fatto ricorso alla cassa integrazione 1.717 imprese. Il territorio ha perso 3.887 posti di lavoro per esodi “naturali”e 1.156 per fallimenti. Nonostante la minore forza lavoro presente sul mercato il 2013 si è chiuso con il numero più elevato di ore di cassa integrazione utilizzate e di lavoratori coinvolti. Cresce quindi l’intensità di utilizzo degli ammortizzatori sociali.

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