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Economia

L’artigianato chiude il 2011 in difficoltà. Previsioni 2012 non rosee

A sostenere la crescita del Pil emiliano-romagnolo nel 2011 ha concorso anche la provincia di Ravenna (+0,5%). Un dato, quest'ultimo, leggermente al di sotto del valore espresso in ambito regionale (+0,7%)

L’artigianato chiude il 2011 evidenziando ancora segnali di difficoltà, oggi ulteriormente aggravati dalla recessione in corso.  Ma il sistema dell’impresa diffusa, è ancora in grado di fornire risposte positive alla crisi, soprattutto quando si esaminano i dati offerti dalle filiere, dai “grappoli”, dalle reti reali. E' quanto emerge dai dati di TrendEr, osservatorio congiunturale della micro e piccola impresa promosso dalla CNA dell’Emilia-Romagna e dalla Federazione Banche di Credito Cooperativo.

A sostenere la crescita del Pil emiliano-romagnolo nel 2011 ha concorso anche la provincia di Ravenna (+0,5%).  Un dato, quest’ultimo, leggermente al di sotto del valore espresso in ambito regionale (+0,7%). Le previsioni 2012 per Ravenna invece non sono rosee e gli indicatori settoriali riguardanti le variazioni in percentuale del valore aggiunto  sono al ribasso:  industria -4,2% (contro il - 3,7% regionale);   servizi -0,5% (in linea con il dato regionale);  costruzioni -1,9% (la flessione prevista è più contenuta rispetto al dato regionale -2,2%).

Anche le variazioni in percentuale delle esportazioni provinciali, pur positive, rimangono per circa 2 punti al di sotto della media regionale, con il rischio però che nel 2012 si accentui ulteriormente questo divario (Unioncamere ER Prometeia). Se l’andamento complessivo del mercato del lavoro in ambito provinciale nel corso del 2011 ha registrato un aumento dello 0,3%, i dati relativi all’andamento occupazionale del comparto artigiano mostrano invece un andamento sostanzialmente in linea con i dati dell’anno precedente, registrando di fatto un decremento minimo pari allo -0,02%.

In ambito settoriale registriamo flessioni in edilizia (-1,82%), tessile-calzaturiero (-1,0%), trasporto (-2,1%); positive le performance occupazionali di auto-moto riparazione (+1,81%), impiantistica (+3,8%), meccanica di produzione (+3,64%), servizi alla persona (+1,55%). Relativamente alla movimentazione aziendale il Registro Imprese della Camera di Commercio di Ravenna si posiziona al 31 dicembre 2011 a quota 42.231 imprese con una flessione di 102 aziende, lo 0,24% in meno rispetto al 2010.

Anche l’Albo Imprese Artigiane (AIA) perde consistenza passando dalle 11.878 imprese iscritte al 31.12.2010 alle 11.800 del 31.12.2011 (-78 unità) con una flessione percentuale dello 0,66%. Il peso dell’artigianato sul totale delle imprese in ambito provinciale scende al 27,94% contro il 28,06% dell’anno precedente. Infine, l’andamento relativo a credito e investimenti (dati Unifidi filiale di Ravenna) mostra, nel corso del 2011, una crescita percentuale su scala provinciale del numero di finanziamenti concessi pari al +3,06% rispetto all’anno precedente (1.819 pratiche contro 1.765, +54).

Per quanto riguarda gli importi dei finanziamenti si registra invece un aumento del 20,02% (160.980.422 euro del 2011 contro i 134.128.500 euro del 2010 = +26.851.922 euro). In merito all’operatività dei finanziamenti, circa il 60% si riferiscono alla liquidità aziendale, mentre il rimanente 40% viene impiegato per gli investimenti.

Relativamente alle Sezioni e alle Divisioni di attività si riscontrano, anche per il 2011, differenze anche considerevoli dei trend che caratterizzano i diversi settori. L’agricoltura e l’industria alimentare (dati aggregati), registrano un incremento dello 0,85%. Prosegue dunque per il settore quel percorso di crescita che l’aveva caratterizzato negli ultimi anni (a parte la battuta di arresto registrata al 31/12/2010) probabilmente anche grazie al consolidarsi di una certa riscoperta delle tradizioni e una maggiore e premiante attenzione manifestata dai consumatori nei confronti dei prodotti di qualità del territorio. Nel settore tessile-abbigliamento-calzaturiero (-0,34%), prosegue il ridimensionamento che ha caratterizzato l’ultimo decennio. Indicativi, a tal proposito, i dati relativi al periodo 2001-2011, che riflettono un decremento superiore al 30%.

La meccanica di produzione, uno dei settori maggiormente penalizzato dalla crisi economica, vede un decremento delle imprese del settore pari al 4,77%, proseguendo il trend negativo che aveva già caratterizzato lo scorso biennio. Per quanto concerne il settore del legno (industria e lavorazione del legno e fabbricazione di mobili), dopo il forte decremento di fine 2010 (-5,56%), si registra un’ulteriore contrazione pari al 2,45%.

Ragionando per aggregati, il settore manifatturiero (agroalimentare, sistema moda, meccanica e legno/arredo) registra una diminuzione dell’ 1,52%. L’edilizia, vero traino della crescita dell’Albo delle Imprese Artigiane fino al 2008, prosegue la contrazione (-1,03%), dopo tanti anni di continua crescita. Nell’ambito del comparto, tengono gli impiantisti elettrici ed elettronici (-0,17%), mentre quelli idraulici, soprattutto per la componente più legata all’edilizia, registrano una brusca battuta d’arresto (-3,60%).

Per quanto concerne il settore dei trasporti, il 2011 si chiude con un decremento delle imprese iscritte all’Albo del 3,43%, da ascriversi principalmente al trasporto merci (90% delle imprese del settore). Oltre a tali dati, va evidenziata una ulteriore netta contrazione della redditività delle singole imprese, in primo luogo a causa di un aumento del costo del gasolio per autotrazione che rappresenta, fra l’altro, la maggiore componente dei costi aziendali e che la categoria non riesce a farsi riconoscere dalla committenza, e in qualche caso aggravato da una riduzione delle tariffe di trasporto riconosciute dal mercato, con ripercussioni pesanti sulla sopravvivenza delle stesse.

Nella manutenzione e riparazione di auto e motoveicoli si registra una leggera diminuzione (-0,53%), che va a consolidare la contrazione in termini di imprese iscritte che caratterizza costantemente questo settore da ormai diversi anni, generato da un lato dalla crisi dei consumi privati che riducono gli interventi sul loro parco auto, non riparando i piccoli danni o evitando la manutenzione ordinaria del veicolo allo stretto necessario, e dall’altro dall’evoluzione tecnologica dei veicoli che impone una maggiore specializzazione con una conseguente concentrazione delle officine.

Nell’ambito delle attività professionali, si registra una crescita per il settore informatico (+1,59%), che va a consolidare lo sviluppo del settore registrato anche lo scorso anno (+2,45%). Per quanto riguarda i servizi alla persona, a fronte di un netto decremento delle tinto-lavanderie (-5,47%), si registra un incremento delle imprese di acconciatura ed estetica (+1,23%), che caratterizzano il comparto per quasi il 90% delle imprese registrate del settore.

A conferma della sempre maggiore tendenza delle imprese a strutturarsi in forme complesse di organizzazione, per quanto riguarda la forma giuridica, va segnalato l’importante e costante aumento delle Società di Capitale che si è registrato nell’ultimo anno, pari a circa il 4,5%. I dati relativi all’occupazione rilevati nel corso del 2011 evidenziano un risultato pressoché identico a quello registrato a fine 2010 (-0,02%). Questi dati si riferiscono a un campione rappresentativo di imprese artigiane e piccole imprese.

Relativamente ai principali settori dell’economia artigiana, l’edilizia, vero traino della crescita occupazionale fino al 2007, conferma la decrescita occupazionale dell’ultimo triennio, registrando al 31/12/2011 un decremento dell’1,82%.  Incremento occupazionale, invece, per il settore impianti (+3,83%).

Positivo l’andamento occupazionale per le attività inerenti all’auto e moto-riparazione (+1,81%); in controtendenza rispetto a quanto registrato nell’ultimo quinquennio. Il tessile calzaturiero, invece, registra un lieve decremento occupazionale (-1,01%), che riguarda esclusivamente il settore pelle-calzature. La meccanica di produzione esprime valori positivi (+3,64%), pur non recuperando gli addetti “persi” nel corso del 2010.

Di segno negativo l’andamento occupazionale per il settore dei trasporti (-2,01%), che va ascritto esclusivamente al settore del trasporto merci (-3,71%). Il settore dei servizi alla persona è quello che, rispetto ad altri, denota una maggiore sensibilità alla stagionalità, forse per gli effetti indotti dal turismo. Il saldo finale è positivo (+1,55%), anche se a determinarlo sono principalmente i laboratori estetici, mentre marcata è la contrazione del settore degli acconciatori (-2,75%).

Per quanto riguarda i principali comuni e le principali aree territoriali della provincia, si evidenzia un deciso decremento occupazionale per Ravenna (-3,89%) e Cervia (-2,37%), mentre è di segno opposto l’andamento dell’area lughese (+1,64%) e dell’area faentina (+1,08%). Per il quinto anno consecutivo, anche se a ritmi meno sostenuti, continua a contrarsi il numero di addetti extra nazionali occupati dalle piccole e medie imprese e dall’artigianato (-0,77%).

Le nazionalità più rappresentative in termini di dipendenti extra nazionali sono nell’ordine quella rumena, albanese, marocchina e senegalese. Nonostante il saldo negativo registrato a dicembre 2011, costruzioni, meccanica di produzione e trasporti si confermano come quelle attività che di più, rispetto ad altre, assorbono manodopera extra nazionale.

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