rotate-mobile
Economia

Crisi a Ravenna, in cinque anni persi circa 4000 posti di lavoro

I dati dello studio mostrano come dal 2008 ad oggi in provincia di Ravenna si siano persi circa 4.000 posti di lavoro all’interno delle 1.584 imprese che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali in provincia

Gli strumenti utilizzati al momento per leggere i dati su occupazione e andamento dell’economia a livello provinciale non riescono a fornire una rappresentazione corrispondente al reale. Permangono forti difficoltà di percezione di quanto stia avvenendo realmente sul territorio. Questa è l’importante premessa che la Cgil di Ravenna ha posto nel confronto “Emergenza lavoro” che si è tenuto venerdì el corso del Festival del lavoro Opera e che ha visto coinvolti Costantino Ricci, segretario generale della Cgil di Ravenna, Filomena Trizio, segretaria generale nazionale Nidil Cgil, Giovanni Barbieri, della direzione nazionale dell’Istat, e Massimo Mazzavillani, direttore della Cna di Ravenna. Il dibattito è stato coordinato dal giornalista Luca Pavarotti.

In occasione del festival Opera, la Cgil ha presentato l’“Indagine sull’occupazione e l’economia in provincia di Ravenna dal 2007 al 2013” realizzata da Massimo Martoni dell’Ufficio studi e ricerche della Cgil. “Servono strumenti – dice Costantino Ricci, segretario provinciale della Cgil di Ravenna – che sappiano fornire, in modo tempestivo e preciso, i repentini cambiamenti che, in particolare sul versante occupazionale, si registrano. Dobbiamo provare a cambiare il modello di rilevazione, anche se sono apprezzabili gli sforzi di Unioncamere e delle Camere di commercio locali nel realizzare la giornata dell’Economia”.

LACUNE DI INFORMAZIONE - Martoni registra particolari lacune di informazione per quanto riguarda il quadro economico e occupazionale dell’artigianato, del commercio e del turismo che riguardano in particolare la piccola dimensione di impresa, ovvero oltre l’ 80% delle aziende attive sul territorio.. La Cgil invita quindi a creare un contenitore in cui tutti gli attori economici inseriscano i dati economici in loro possesso in modo da realizzare un sistema armonico di rilevazione. “C’è una distonia – dice Martoni – tra i dati  pubblicati dai vari enti e la realtà. Ad esempio riteniamo che sia una forte mancanza l’assenza dell’Inps dai tavoli dell’economia”.

PERSI 4000 POSTI DI LAVORO - I dati dello studio mostrano come dal 2008 ad oggi in provincia di Ravenna si siano persi circa 4.000 posti di lavoro all’interno delle 1.584 imprese che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali in provincia. Dal 2009 ad oggi
la media giornaliera dei lavoratori esposti all’uso degli ammortizzatori sociali ammonta circa, in tutti gli anni, attorno alle 6.500 unità che non svolgono prestazioni lavorative per un ammontare di circa 6 milioni di ore. Andando a vedere il valore della produzione della nostra economia ci si accorge che l’andamento non è così negativo anzi: se nel 2007 il valore era di circa 14,8 miliardi, nel 2011 siamo passati a 21,5 miliardi. “Questi valori – spiega Ricci – rappresentano un saldo tra le imprese che vanno bene e quelle che sono in difficoltà. Sono le imprese che hanno fatto maggiori trasformazioni che reggono, mentre le piccole imprese, che in genere sono rimaste attendiste, mostrano serissimi problemi di tenuta, soprattutto quelle che si rivolgono esclusivamente al mercato interno. Sono in miglior salute le imprese che hanno saputo crearsi dei mercati anche all’estero”.

I PUNTI FONDAMENTALI SU CUI AGIRE - Ricci traccia i punti fondamentali su cui agire, dando un parere positivo di quanto fatto fino ad ora all’interno del Tavolo dell’economia. Un punto su cui fare leva per perseguire lo sviluppo del territorio è innanzitutto il porto, con connessi interventi infrastrutturali e di logistica. La Cgil sottolinea poi il ruolo dei tecnopoli e individua nelle reti di imprese uno strumento fondamentale per affrontare il mercato. “Occorre inoltre – conclude Ricci – adottare politiche di destagionalizzazione dell’offerta turistica e investire sulla manutenzione ordinaria del nostro territorio, con particolare attenzione per gli interventi relativi a subsidenza e rischi di esondazione, erosione della costa, gestione delle frane e al rischio di nuove frane nella zona collinare e reperibilità, captazione ed impiego delle risorse idriche”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Crisi a Ravenna, in cinque anni persi circa 4000 posti di lavoro

RavennaToday è in caricamento