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Economia

Il metalmeccanico soffre. Cgil: "Oltre 1.200 cassaintegrati"

"I metalmeccanici hanno costituito sin dall'inizio della crisi la categoria più colpita - spiega Massimo Martoni, responsabile del Ufficio studi Cgil - Nell'ultimo periodo si è registrato un sensibile peggioramento"

La metalmeccanica continua ad essere in grande difficoltà. Gli ultimi dati in possesso del Ufficio studi e ricerche della Cgil mostrano che i piccoli segnali positivi registrati nel 2010 e nei primi mesi del 2011 si sono bruscamente interrotti: “I metalmeccanici hanno costituito sin dall'inizio della crisi la categoria più colpita – spiega Massimo Martoni, responsabile del Ufficio studi -. Ad oggi su un totale di 4.019 cassa integrati in provincia di Ravenna il settore metalmeccanico ne conta 1.232”.

“Nell'ultimo periodo si è registrato un sensibile peggioramento. Dal 2008 a oggi i metalmeccanici colpiti da riduzione di lavoro sono stati 25.479 (8.530 a Faenza, 12.069 a Lugo e 4.880 a Ravenna). Grande parte di essi (13.286) derivano dalla grande industria; per la piccola e media industria sono stati 6.982”., continua Martoni. Le imprese del comparto, soprattutto quelle legate alle dinamiche della domanda interna e del mercato europeo, sono in forte flessione e il fenomeno si è accentuato dallo scorso luglio. Anche le prospettive di crescita sono decisamente peggiorate. Le poche aziende in salute sono realtà con spiccata propensione all'export verso i paesi emergenti.

“Molti elementi in nostro possesso – commenta Milco Cassani, segretario provinciale della Fiom – ci inducono a pensare che il 2012 sarà più grigio del 2011 e per i lavoratori ci potrebbero essere pesanti ripercussioni. Il grande rischio è che sempre più azienda vogliano ristrutturarsi imponendo ridimensionamenti e quindi mobilità. Come Fiom Cgil respingiamo questa ipotesi e chiediamo con forza che fin quando ci sarà la possibilità si faccia ricorso agli ammortizzatori sociali. Chiediamo alle aziende una vera e propria assunzione di responsabilità sociale. Non possiamo permetterci il lusso di lasciare per la strada tante persone che spesso hanno anche professionalità limitate e per le quali è molto difficile un reimpiego”.  Cassani sottolinea il fatto che la crisi della metalmeccanica stia vivendo una nuova fase. Cala la cassa integrazione ordinaria e crescono quella straordinaria e quella in deroga. “Dal 2008 ad oggi abbiamo assistito ad un'espulsione silenziosa. Il comparto metalmeccanico ha perso 1.112 posti di lavoro. Scorrendo i numeri spiccano realtà come quella alfonsinese dove si sono persi 138 posti, a fronte dei 124 di Ravenna, ai 279 di Faenza e ai 224 di Lugo. In gran parte si è trattato di incentivazioni all'esodo, pensionamenti e mancato rinnovo di contratti. Tutto questo bacino si è esaurito e i nuovi provvedimenti andranno a colpire i lavoratori che potevano vantare contratti di lavoro a tempo indeterminato. Le aziende – colpite da un profondo ridimensionamento dei fatturati - sono ormai propense a lasciare a casa i lavoratori che considerano in esubero piuttosto che fare nuova cassa integrazione. Dal 2008 ad oggi sono state 420 le aziende a fare ricorso alla cassa integrazione; attualmente sono 98 (22 a Faenza, 44 a Lugo e 32 a Ravenna)”.

Cassani parla di possibile emergenza sociale che va combattuta con politiche di sostegno ai lavoratori: “Non possiamo abbandonare i lavoratori a se stessi; occorre ricorrere a tutti gli strumenti ancora percorribili per arginare gli effetti di una crisi che continua a fare soffrire i lavoratori del settore”.
 

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