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Crisi pesche e nettarine, Confcooperative attacca i sindacati dei lavoratori agricoli

"In un momento drammatico per l'agricoltura del nostro territorio sosteniamo con decisione la posizione delle Organizzazioni agricole", spiega Confcooperative Ravenna

«Confcooperative Ravenna si unisce alle Organizzazioni professionali agricole di Ravenna (Cia, Coldiretti, Confagricoltura) nella denuncia di un atteggiamento non responsabile dei sindacati dei lavoratori agricoli Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil». Il commento si riferisce alla rottura del tavolo istituito nelle scorse ore presso il Servizio Provinciale Agricoltura e Alimentazione della Provincia di Ravenna per attuare la «clausola di salvaguardia dell’occupazione in caso di crisi di mercato per le produzioni ortofrutticole» già sottoscritta da tutte le componenti al momento del rinnovo del Contratto Provinciale degli operai agricoli. Clausola che avrebbe permesso di ridurre la tariffa di raccolta di pesche e nettarine oggi sul mercato a prezzi ampiamente al di sotto della copertura dei costi di produzione.

«In un momento drammatico per l’'agricoltura del nostro territorio sosteniamo con decisione la posizione delle Organizzazioni agricole - spiega Confcooperative Ravenna -. In un momento in cui i produttori agricoli vedono andare in fumo dodici mensilità di lavoro e si preparano ad affrontare perdite ingenti - circostanza che purtroppo continua a ripresentarsi frequentemente negli anni - che mettono a rischio la continuità aziendale, l’atteggiamento dei sindacati diventa oltremodo incomprensibile".

"Non è facile capire perché, pur in presenza di una clausola prevista dal contratto di lavoro territoriale, le sigle di riferimento abbiano rifiutato categoricamente di prendere in considerazione un’opportunità che potrebbe dare un po’ di respiro alla nostra agricoltura - continua Confcooperative Ravenna -. Da anni le imprese agricole socie delle nostre cooperative sono esposte ad una aspra competizione globale sostenendo, con l'altissima specializzazione e moltissimi sacrifici, i costi di produzione più alti d'Europa. Imprese che insieme alla filiera costituiscono un valore per l'intero territorio, in particolare in questi anni. Perché senza agricoltura specializzata non c'è neppure lavoro, diretto e indotto; questo è oggi il rischio che seriamente corre il nostro territorio».

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