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Imprese, a Ravenna ancora fatturato in calo: anche per l'occupazione numeri negativi

“Malgrado il ritorno di un timido “segno più” nei fatturati delle piccole e medie imprese emiliano-romagnole relativo al primo semestre 2015 – ha evidenziato Mazzavillani -, Ravenna ha fatto registrare un calo del -8,1% del fatturato"

Si è svolta giovedì sera l’assemblea provinciale annuale della Cna. Dopo la relazione introduttiva del direttore dell’Associazione, Massimo Mazzavillani sono intervenuti Ilario Favaretto, ordinario di Economia Applicata all’Università “Carlo Bo” di Urbino e Luigi Marattin, consigliere economico del Presidente del Consiglio dei Ministri. Ha concluso Paolo Govoni, presidente di Cna Emilia-Romagna. Pierpaolo Burioli, presidente provinciale della Confederazione ravennate, ha presieduto l’assise.

“Malgrado il ritorno di un timido “segno più” nei fatturati delle piccole e medie imprese emiliano-romagnole relativo al primo semestre 2015 – ha evidenziato Mazzavillani -, Ravenna ha fatto registrare un calo del -8,1% del fatturato. In negativo anche le spese per le retribuzioni (-5,1%), per i consumi (-4,8%) e per le assicurazioni (-6,6%). Unico dato in controtendenza le spese per la formazione che registrano un +28,4%. E in questo contesto di difficoltà permanente, uno dei settori che sta soffrendo ancora pesantemente è quello dell’artigianato. Non è un caso infatti che se la flessione del Registro Imprese a metà anno è stata dell’1,2%, quella dell’artigianato risulta quasi il doppio, 2,1%.  E se il trend si confermerà anche per la seconda parte dell’anno significherà altre 200/300 imprese artigiane in meno per il 2015, con una flessione complessiva negli ultimi sette anni che ammonterà a circa 1400 aziende. Anche sul versante occupazionale i dati dell'artigianato ravennate purtroppo sono in controtendenza con un calo occupazionale al 4,5 circa, lontano da quelle dinamiche più favorevoli che si stanno delineando sia in ambito nazionale che regionale”.

“Solo uno sviluppo robusto – ha proseguito Mazzavillani - potrà permetterci di realizzare gli aggiustamenti necessari per rispondere strutturalmente ai processi di trasformazione che si sono innescati recentemente. A tal fine riponiamo molte aspettative negli effetti che produrranno  le riforme avviate dal Governo, dirette a modernizzare  e rendere più efficienti gli ambienti esterni dell'azione economica: il fisco, la giustizia, la pubblica amministrazione, la scuola, l'ordinamento istituzionale, la regolamentazione degli appalti”.

“Il quadro congiunturale fornito dall’indagine Cna della provincia di Ravenna – ha sottolineato Favaretto -  presenta degli aspetti molto particolari che è bene evidenziare. Innanzitutto occorre tener conto della tardata reazione dell’economia provinciale rispetto agli andamenti dell’economia della Regione Emilia-Romagna e dell’Italia: quando nelle fasi di sviluppo il dato provinciale registra un ritardo o un andamento meno positivo di crescita rispetto alla Regione o alla Nazione e ciò accade, in senso inverso,  nei momenti di recessione, allora vuol dire che la struttura economica provinciale accusa delle difformità o, se vogliamo delle peculiarità, che espone la sua economia a maggiori rischi rispetto alle fluttuazioni congiunturali. Il superamento della crisi coinciderà con il prevalere di una tipologia di impresa la cui competitività sarà determinata non tanto da un ritorno alle sole economie di scala, ma dalla capacità di saper coniugare le nuove funzioni aziendali (capitale umano, finanza, innovazione). Non ci aspetta un mondo della produzione fatto solo di colossi industriali, ma il rafforzamento delle funzioni ora ricordate, comporta un consolidamento della struttura aziendale, anche in termini relativi e in riferimento alle piccole imprese. Il ritardo nella ripresa di una funzione espansiva della domanda (vedi consumi ed investimenti) corrisponde anche a questa incertezza nell’intraprendere una strategia che spesso sintetizziamo nell’espressione “politica industriale” e questo salto di qualità del sistema produttivo italiano ritarderà in relazione al verificarsi o meno di questa nuova funzione delle piccole imprese che esprimano una domanda di investimenti fortemente orientati alle componenti strategiche”.  

“Ci sono incoraggianti segni di ripresa della domanda interna – ha tenuto a sottolineare Marattin – anche se, purtroppo, mancano ancora gli investimenti. E la politica economica del Governo va proprio nella direzione di un reale sostegno alle imprese, basandosi su quattro capisaldi fondamentali: diminuzione della pressione fiscale, ripresa degli investimenti da parte delle Amministrazioni locali con i conti in ordine attraverso un reale allentamento del patto di stabilità, sostegno a chi è in difficoltà con uno stanziamento di 700 milioni nel 2016 e 1 miliardo nel 2017 a favore delle fasce più povere della popolazione, controllo sulla qualità degli investimenti. E’ pronto, inoltre, un importante disegno di legge sulla concorrenza per la liberalizzazione dei mercati, oltre ad una concreta riforma della Pubblica Amministrazione”. 

"Dalle nostre indagini – ha commentato Govoni – si confermano i segnali positivi che stiamo registrando da qualche tempo. Segnali importanti, ma ancora troppo poco per dire che la ripresa sia partita tra le piccole imprese della regione. Certamente però va colta questa opportunità per far crescere ulteriormente le nostre aziende. Ed il credito è l’arma vincente che darebbe quella spinta fondamentale per far decollare la ripresa. La CNA sta mettendo tutta la sua energia per agevolare le imprese interessate a finanziarsi, un impegno che chiediamo a Istituti di credito e alla Regione. Perché se ripartono le piccole imprese, riparte tutta l’economia dell’Emilia-Romagna”.

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