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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Edilizia, i lavoratori dell'Acmar vogliono risposte sul futuro della cooperativa

I lavoratori riuniti in assemblea il 23 aprile segnalano "la mancanza di un piano di rilancio credibile per il futuro che garantisca la sostenibilità della cooperativa e il mantenimento degli attuali livelli occupazionali"

La crisi del settore edile, non sembra avere fine. Nella provincia di Ravenna dal 2008 ha portato al calo drastico degli occupati del 60% e ancora nel mese di gennaio scorso si è registrato un calo, rispetto al gennaio dell'anno precedente, del 6%. "In questo quadro che ha già visto la perdita di tante realtà si colloca la vertenza della Acmar, una delle più grandi cooperative del territorio soprattutto per numero di operai che operano nella provincia. Acmar infatti oggi occupa 320 lavoratori tra operai e impiegati", segnalano i Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea/Cgil della provincia di Ravenna.

"La cooperativa Acmar ha depositato richiesta di concordato in bianco in data 24 febbraio 2015 e, ad oggi, dopo diversi incontri sindacali con la direzione non ha dato risposte certe sul futuro dell'azienda, anche se nelle assemblee, che la stessa direzione ha svolto con i soci, ha dichiarato l'intenzione di ridurre di circa il 50% il numero degli occupati", spiegano i sindacati.

Per queste ragioni i lavoratori riuniti in assemblea il 23 aprile segnalano "la mancanza di un piano di rilancio credibile per il futuro che garantisca la sostenibilità della cooperativa e il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Appaiono estemporanee e non rispondenti alla realtà le dichiarazioni della cooperativa, che descrivono una situazione di normalità con rosee aspettative sulle attività, infatti, il piano presentato l'anno scorso, che prevedeva come punto di forza la specializzazione nel settore dei lavori ferroviari, è stato smentito dai fatti e i lavoratori da ormai più di tre anni stanno vivendo un percorso di ammortizzatori sociali con cassa integrazione e contratti di solidarietà. Se entro pochi mesi non si troveranno soluzioni, gli esuberi già dichiarati dalla cooperativa rischiano di diventare effettivi. Il settore edile e il nostro territorio non possono permettersi la perdita di questa storica realtà industriale e la perdita di altri posti di lavoro che assumerebbe caratteristiche di dramma sociale per le tante famiglie coinvolte".

Per questi motivi i lavoratori unitamente alle organizzazioni sindacali del settore richiedono "con forza in prima luogo alla cooperativa di assumersi le proprie responsabilità con la presentazione di un piano per il futuro che preservi gli attuali livelli occupazionali. Chiedono inoltre al mondo cooperativo, alle istituzioni e al sistema bancario di dare continuità all'accordo quadro firmato in regione in data 2 aprile 2015 con l'attivazione di tutti gli strumenti di tutela dell'occupazione".

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