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Economia

Energia, Confindustria rilancia Ravenna come scalo del Gnl: "Le aziende sono pronte a fare la propria parte"

Il presidente Bozzi: "Occorre anche valutare seriamente una deroga al Pitesai per consentire nuove esplorazioni e aumentare la quota di metano estratto dai nostri fondali"

Confindustria Romagna apprezza e rilancia con la candidatura di Ravenna e del suo porto, proposta dall’assessore regionale Vincenzo Colla, per accogliere il gas naturale liquefatto (Gnl) in arrivo, alla luce dei nuovi accordi nell’ambito della diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico. “Ravenna e il suo scalo hanno esperienze, competenze e infrastrutture adeguate a giocare un ruolo chiave nel delicatissimo momento storico che stiamo vivendo – afferma il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi – le aziende sono pronte a fare la propria parte, grazie a talenti e tecnologie all’avanguardia, per rendere il territorio punto di riferimento in una strategia energetica che deve essere lungimirante e composita, ma che ancora non vediamo con chiarezza”.

“Bene il parere favorevole al rinnovo delle licenze nell’ambito delle autorizzazioni esistenti – aggiunge Bozzi – ma ribadiamo che occorre anche valutare seriamente una deroga al Pitesai per consentire nuove esplorazioni e aumentare la quota di metano estratto dai nostri fondali. Il Governo si sta muovendo con accordi per aumentare le forniture da Libia ed Egitto, la Regione si sta attivando sul fronte dello stoccaggio, ma purtroppo in un’emergenza senza precedenti queste azioni non bastano: servono interventi strutturali di ampio respiro e immediata attuazione. Percepiamo ancora troppa cautela nella transizione ecologica – conclude Bozzi - che invece va spinta e accelerata con convinzione, a partire dalla semplificazione dei processi autorizzativi e burocratici per i nuovi impianti green”. 

"E' un buon segno l'adesione della Regione alla candidatura di Ravenna quale sede per uno dei rigassificatori che il Governo italiano intende utilizzare per aumentare la disponibilità di gas liquefatto e la successiva trasformazione - afferma Giannantonio Mingozzi per il Pri ravennate - Così come sarà importante il ruolo del nostro porto ed il valore che assumono le condizioni di sviluppo e distribuzione del Gnl. Ancora più importante è che istituzioni, imprese e gran parte delle organizzazioni sindacali parlino ormai lo stesso linguaggio sulla necessità di riprendere le estrazioni in Adriatico già concessionate, ma anche di ottenere l'autorizzazione per nuovi pozzi. Nonostante le risposte siano evasive e la disponibilità ministeriale quasi nulla, dobbiamo insistere e continuare con questa unità d'intenti, considerando il rischio che in Italia si aggravi la carenza di forniture nel breve periodo e che l'appello alla moderazione dei consumi non basti nè alle famiglie nè tantomeno alle imprese. Abbiamo la fortuna che i giacimenti in Adriatico, con le 50 piattaforme disponibili, potrebbero fornire almeno 3 miliardi di metri cubi di gas all'anno per decine di anni, diminuendo la dipendenza italiana dall'estero e l'aggravio delle bollette; stando fermi a goderne sarebbe solo la Croazia, un dirimpettaio che le estrazioni le aumenta in barba ai nostri divieti ed all'ostracismo di qualche movimento politico".

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