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Energia, Ugl Emilia-Romagna: “Preoccupati per petrolchimico di Ferrara e Ravenna”

Il segretario regionale del sindacato: "Guardiamo con attenzione alla proposta dell'Emilia-Romagna come hub nazionale per il gas, grazie anche alla funzione strategica del porto di Ravenna"

“Come Ugl nazionale abbiamo chiesto, per voce del nostro segretario generale Paolo Capone, l’adozione di un piano europeo per l’energia, un'immediata revisione del Pnrr per far fronte a quella che, a tutti gli effetti, è una vera e propria economia di guerra, e l'applicazione del ‘Price cup’ (un tetto fisso) sui costi energetici per evitare speculazioni. Su scala regionale, a tutela delle imprese, invitiamo il governatore Bonaccini ad approfondire le garanzie e dare risposte alle preoccupazioni sollevate dai territori del distretto petrolchimico ed energetico dell'Emilia-Romagna”. A sollecitarlo è Tullia Bevilacqua, segretario regionale del sindacato Ugl.

“In questo senso, a nostro parere, va nella giusta direzione la richiesta di un incontro urgente che la Regione ha avanzato con i vertici Eni-Versalis per verificare gli eventuali riflessi che potrebbero esserci anche in Emilia-Romagna con la chiusura dell’impianto di Porto Marghera. All' Ugl stanno particolarmente a cuore le sorti del petrolchimico di Ferrara e Ravenna”: aggiunge ancora Bevilacqua. Il sindacato, vista la duplice emergenza internazionale in corso (i costi dell'energia e la guerra in Ucraina), ritiene fondamentale procedere verso il soddisfacimento del fabbisogno energetico nazionale.

“Guardiamo con attenzione alla proposta dell'Emilia-Romagna come hub nazionale per il gas, grazie anche alla funzione strategica del porto di Ravenna, già dotato di infrastrutture a mare per l’ormeggio di navi che trasportano gas liquefatto, con lo stoccaggio e la rigassificazione, e per il collegamento a terra necessario all’immissione nella rete di distribuzione italiana”, afferma il segretario regionale dell' Ugl Emilia-Romagna - Nell’ambito di un piano più complessivo che porti alla cessazione della dipendenza dalle forniture russe e si indirizzi verso fonti rinnovabili c'è anche il progetto del cosiddetto 'Parco eolico e del fotovoltaico' galleggiante in Adriatico".

“Si comprendono le scelte del Governo per ridurre la forte dipendenza energetica del Paese dall’estero, ed in particolare dal gas della Russia. E’ da tempo che la nostra organizzazione segnala la grossa difficoltà in cui si trova il settore dell’estrazione di idrocarburi nazionale per la mancanza di nuovi progetti in grado di sopperire al calo della produzione per il naturale esaurimento dei giacimenti già maturi. I motivi sono riconducibili alle norme nazionali, con l’introduzione del blocco delle attività in offshore all’interno delle 12 miglia dalla costa, con l’impedimento della messa in produzione dei giacimenti delle concessioni dell’alto Adriatico e l’applicazione del 'Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee', che ha comportato che la maggior parte delle concessioni in vigore ricadono in aree non idonee, a queste si aggiungono la complessità ed il ritardo degli iter autorizzativi. Dunque, per fare sì che la produzione nazionale di gas naturale, sia in grado di esercitare il ruolo riconosciuto nel percorso della transizione energetica ed ecologica, essendo meno inquinante di quello importato, per le sue emissioni dovute al sistema di trasporto, sarà necessario avviare i giacimenti noti attualmente chiusi, utilizzando possibilmente le facilities esistenti”: commenta Tullia Bevilacqua, mentre il sindacato manifesta “preoccupazione” per l’ipotesi da parte di Eni di costituire una newco nel Distretto Centro Settentrionale.

“Progetto da monitorare, perché potrebbe presagire un disimpegno, con ricadute negative sull’occupazione nel territorio romagnolo. Al riguardo, la federazione Ugl dei Chimici ha già chiesto alla società l’attivazione di un 'tavolo' unitario. Crediamo che sia fondamentale l’apporto di ogni forza sociale e politica per sostenere una filiera energetica che già da diverso tempo è al centro di un importante trasformazione con notevole sacrificio, in termini di mezzi e personale, per promuovere un modello di sviluppo sostenibile, che al contempo risponda anche alle esigenze di competitività e di tipo sociale del Paese, in vista di un' auspicata fase di ripresa economica dopo il biennio nero della pandemia. Come sindacato stiamo già fornendo il nostro fattivo contributo nel 'tavolo regionale ad hoc'. Le tematiche locali, nazionali e globali sono interconnesse e dunque ogni riflessione deve maturare in tempi stretti. L'Ugl c'è”: conclude il segretario regionale del sindacato Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.

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