rotate-mobile
Economia Cervia

Federalberghi contro Airbnb: "Si tratta in gran parte di ricettività abusiva"

"Non è realistico pensare di investire se non viene portata avanti una lotta serrata a tutte le forme di abusivismo".

Federalberghi Cervia fa propria la battaglia contro l’abusivismo del settore ricettivo lanciata dal presidente nazionale Bernabò Bocca nei giorni scorsi. “Il sommerso nel turismo – spiega l’associazione - prosegue indisturbato la propria corsa ed è giunto a livelli talmente di guardia da generare una minore sicurezza sociale e il dilagare indiscriminato dell’evasione fiscale e del lavoro in nero. La federazione nazionale ha realizzato un’ indagine che è stata presentata alla fiera internazionale TTG di Rimini la scorsa settimana. L’indagine ha censito le strutture parallele che vendono camere in rete sui principali portali e ha messo l’elenco a disposizione delle amministrazioni nazionali e territoriali, nonché delle autorità investigative competenti, che desiderano fare luce sul fenomeno”. L'esempio più eclatante è costituito dal portale Airbnb che, in una giornata di agosto 2016, poneva in vendita in Italia 222.786 strutture (erano 234 nel 2009), con una crescita esponenziale alla quale non fa seguito una significativa variazione del numero di attività ufficialmente autorizzate (le strutture extralberghiere censite dall’ISTAT erano 104.918 nel 2009, oggi sono a quota 121.984 per una differenza di oltre 100.000 unità). Dall'analisi delle inserzioni presenti sul portale emergono quattro grandi bugie che smascherano definitivamente la sedicente condivisione: 1) non è vero che si tratta di forme integrative del reddito ma di attività economiche a tutti gli effetti: oltre la metà (57,7%) degli annunci sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi; 2) non è vero che si tratta di attività occasionali poiché la maggior parte degli annunci si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi l’anno; 3) non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci (70,2%) si riferisce all’affitto di interi appartamenti in cui non abita nessuno; 4) non è vero che le nuove formule tendono a svilupparsi dove c’è carenza di offerta perché gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali".

Alla luce di questi dati, Federalberghi Cervia ritiene che Il consumatore sia "ingannato due volte in quanto viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono eluse le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività e del mercato. Si pone, inoltre, con tutta evidenza un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. Il Piano strategico del Turismo, pubblicato lo scorso 14 settembre dal Ministero dei Beni Culturali e Turismo, afferma a chiare lettere la necessità di definire un quadro normativo che contrasti efficacemente il fenomeno dell’abusivismo. E’ auspicio che si passi presto dalle parole ai fatti e che un primo segnale venga già nei prossimi giorni in Parlamento con l'esame delle proposte di legge sulla sharing economy e sugli home restaurant. Non è, infatti, realistico innovare l’offerta turistica di Cervia e della riviera, come si sta tentando di fare impegnando energie e risorse, se non vengono contrastate in modo determinato le varie forme di abusivismo che inquinano il regolare svolgimento dell’attività turistica”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Federalberghi contro Airbnb: "Si tratta in gran parte di ricettività abusiva"

RavennaToday è in caricamento