rotate-mobile
Economia

Gelate tardive, temperature a meno 5 gradi nel Ravennate. La Regione: "Pronti a sostenere agricoltori colpiti"

Scatta un accertamento per eventuali danni provocati da gelate tardive alle produzioni agricole emiliano-romagnole

Le gelate tardive che si attendevano, secondo le previsioni meteo, alla fine sono arrivate: temperature nei campi da meno 1 a meno 5 gradi da Ravenna alla Bassa lughese, fino alla Romagna Faentina, da meno 2 a meno 4 nella provincia di Forlì-Cesena a partire dalla mezzanotte di mercoledì. Scattano perciò in Emilia-Romagna gli accertamenti per verificare eventuali danni a frutta e ortaggi, con le piante fiorite e le verdure in campo particolarmente esposte. 

“Siamo molto preoccupati di quanto avvenuto, gli uffici hanno immediatamente attivato una ricognizione su tutto il territorio regionale e se, come purtroppo ipotizziamo, ci saranno stati danni alle coltivazioni ci attiveremo come avvenuto nel 2020 e 2021, per fare richiesta di delimitazione e di deroga al Governo e al Parlamento a sostegno dei produttori colpiti”, ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi.

Legacoop Romagna: "Saremo al fianco delle nostre imprese per assisterle"

Il ritorno del freddo, con aria polare proveniente dalla Norvegia per tutta questa settimana, si sta abbattendo su coltivazioni ingannate dal clima che si sono risvegliate prima del solito, con anche la maturazione in anticipo delle primizie che vengono bruciate dal gelo anomalo dopo un inverno caldo dal punto di vista climatologico e straordinariamente secco. "Questi fenomeni meteo sono un pesantissimo fattore di rischio soprattutto per le aziende agricole impegnate nella produzione di uva e frutta, tra l’altro già provate dalla grandine dei giorni scorsi", riferisce Legacoop Romagna che si è dichiarata pronta, assieme alle proprie associate, ad attuare una ricognizione dei danni e a trasmetterla alle istituzioni per chiedere l’attuazione delle procedure per il sostegno al reddito delle aziende agricole colpite.

Legacoop Romagna associa 62 cooperative nel settore agroalimentare che, a loro volta, organizzano oltre 21.550 imprese agricole, che occupano direttamente più di 7.200 persone e sviluppano un valore della produzione di circa 1,8 miliardi di euro. "Nei campi c’è timore - prosegue Legacoop - In questo periodo avvengono le fasi più importanti del ciclo produttivo delle piante: in peschi e albicocchi si scorgono i frutticini, meli e peri sono in piena fioritura mentre i vigneti stanno gettando i giovani germogli. Esposte anche le piante di kiwi. È una fase particolarmente delicata per la fase produttiva di queste piante, esposte a eventi climatici avversi che, purtroppo, per il drammatico cambiamento climatico in atto sono sempre più estremi e frequenti". "Come sempre — dice Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna — saremo al fianco delle nostre imprese per assisterle. Stiamo lavorando a stretto contatto con le cooperative per monitorare la situazione e mantenere i rapporti con le istituzioni, che sono già state allertate della difficile situazione".

"Si tratta di una fase nuova per l’agricoltura romagnola, le cui uniche difese riguardano da un lato gli investimenti sulla prevenzione, come gli impianti antibrina, grandi ventole che spostano l’aria evitando i picchi negativi di temperatura al suolo,  che però solo alcuni  agricoltori sono in condizione di avere - ricordano i responsabili del settore agroalimentare Stefano Patrizi e Federico Morgagni - dall’altro le assicurazioni agricole, che, tuttavia, sono molto onerose e con condizioni di applicazione limitate".

Termometro in campo a Faenza-2

Coldiretti: "A rischio la produzione frutticola ravennate"

"Le temperature scese ampiamente e a lungo sottozero in tutta la provincia nel corso della nottata rischiano di compromettere anche quest'anno la produzione frutticola ravennate. Danni ingenti sulle drupacee si segnalano infatti da Savarna a Russi, dalla Bassa Romagna sino alle colline del Faentino". E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti Ravenna sugli effetti dell’ondata di gelo artico che si è abbattuta sulle coltivazioni. 

"Il gelo notturno si è abbattuto su una natura in tilt, con le coltivazioni che si erano risvegliate prima del solito ingannate dalle temperature anomale e quindi più sensibili al freddo, con il rischio adesso di perdere i raccolti di un anno di lavoro. A soffrire maggiormente albicocchi, peschi, ciliegi, in avanzato stato di vegetazione e fioritura, ma danni si segnalano anche su kiwi e vigneti - aggiunge Coldiretti - Gli agricoltori hanno lavorato tutta la notte per tentare di limitare i danni scaldando le piante con fuochi accesi nei frutteti, così da proteggere gemme e piccoli frutti già sugli alberi dopo un inverno caldo e secco con il 30% di piogge in meno e che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare una temperatura di 1,38 gradi in più al Nord, ma anche attivando ventole e irrigazioni antigelo".

“Già dalla mattinata di oggi - spiega Coldiretti Ravenna - abbiamo attivato un monitoraggio della situazione in campo invitando tutti gli associati a segnalare gli eventuali danni rilevati, anche con documentazione fotografica. I raccolti sono sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici che nell’ultimo anno hanno causato danni per oltre 6 miliardi all’agricoltura italiana. Le gelate tardive, costante degli ultimi anni in provincia, rischiano infatti di azzerare le produzioni con impatti devastanti sui redditi aziendali, ma anche con ricadute negative dal punto di vista sociale ed occupazionale. La filiera della frutticoltura ravennate e romagnola è infatti uno dei perni dell’economia regionale nonché vasto e importante bacino occupazionale locale".

Fuochi tra i filari a Marzeno-2

Confagricoltura Emilia Romagna: "Perdite fino al 70-80% della produzione"

"Colpiti i piccoli frutti già presenti sugli alberi di albicocco, susino, pesco e ciliegio: si stima una perdita fino al 70-80% della produzione di albicocche per chi non ha messo in moto sistemi di protezione delle colture, ventole o impianti d’irrigazione antibrina sovra e sottochioma. La coltre bianca ha investito i pereti e i meleti nella delicata fase di fioritura e allegagione, le piante di kiwi e kaki appena germogliate, con danni ingenti nelle zone a maggior vocazione frutticola, in particolare Modena, Ferrara e Bologna e la Romagna; danneggiate anche le viti nella fase di sviluppo della gemma cotonosa", spiega Confagricoltura Emilia Romagna che sta monitorando il territorio, per fare la conta dei danni e calcolare gli effetti del freddo polare anche sulle altre colture, sulle piante di barbabietola da zucchero e sui trapianti di pomodoro effettuati da poco, persino sul mais appena seminato.

L’organizzazione agricola regionale segnala inoltre che per azionare gli impianti antibrina bisogna intervenire con irrigazioni di soccorso, in una stagione che si presenta già critica per la mancanza d’acqua, le riserve a zero e le falde ai minimi storici. "Va rivisto completamente il sistema assicurativo, come sottolineato da tempo dalla nostra organizzazione – dichiara infine Confagricoltura Emilia Romagna –. Con gelate primaverili così importanti la preoccupazione è forte anche per gli agricoltori assicurati, che a fronte di una perdita totale della produzione saranno risarciti solo in parte, andando a coprire al massimo il 30-40% del danno subito".

Piante di kiwi nel Faentino con reti antigrandine e impianto antibrina sottochioma-2

Cia Romagna: "Dopo la grandinata, le gelate. Il cambiamento climatico produce i suoi effetti"

Dopo la grandinata di domenica che, come riferisce Cia Romagna, "ha colpito in modo importante soprattutto il Ravennate e in particolare Massa Lombarda, Sant’Agata sul Santerno, Cotignola e Lugo, siamo alle prese, di nuovo, con le gelate notturne. Il cambiamento climatico produce i suoi effetti. Rispetto al periodo stagionale in cui siamo, l’anomalia della grandinata riguarda la sua intensità e la sua durata. Venendo alle gelate, la notte fra il 5 e il 6 aprile è stata caratterizzata da temperature molto sotto lo zero fino anche a -6°C".

Seriamente preoccupato per le aziende e gli agricoltori Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna: “Con il rilevamento dei danni in corso la sensazione è che gli effetti di queste gelate siano ancora più devastanti di quelle del 2020 e del 2021. Vedere così tanti fiori, frutticini e germogli bruciati è un segnale inquietante  – afferma Misirocchi – Si tratta comunque del terzo anno su quattro caratterizzato da un fenomeno di portata così impattante. Specialmente in alcune zone della Bassa Romagna, del faentino, in parte del ravennate e del forlivese ci sono stati danni importanti. Si tratta di un’altra batosta per un settore che, come gli altri, sta facendo i conti con l’inflazione, la crisi energetica, le difficoltà legate alle tensioni dei mercati internazionali per un’agricoltura che produce molto per l’esportazione”.

Il presidente Misirocchi sottolinea poi che la situazione è ancora più complicata “perché a tutti gli effetti è più difficile assicurarsi in quanto le Compagnie stanno disinvestendo, mentre la copertura del rischio è un elemento importante per qualsiasi attività economica”. In merito ai sistemi di difesa attiva - antibrina, ventole, bruciatori - alcuni risultati ci sono stati e Cia Romagna esprime apprezzamento per gli sforzi della Regione Emilia-Romagna che attraverso i bandi per questo tipo di intervento cerca di venire incontro al settore. “Sono sistemi che si stanno diffondendo e questo è positivo. Si tratta però di una strada complicata e costosa e ci sono diverse criticità ancora da risolvere”, precisa Misirocchi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Gelate tardive, temperature a meno 5 gradi nel Ravennate. La Regione: "Pronti a sostenere agricoltori colpiti"

RavennaToday è in caricamento