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Economia

Giovedì metalmeccanici in sciopero, la Cgil: "Non è più il momento di stare a guardare"

La Fiom Cgil chiede "il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e dello sgravio a quelle imprese che utilizzano i contratti di solidarietà"

La Fiom Cgil ha indetto per giovedì uno sciopero regionale per l’Emilia Romagna di 8 ore per tutto il settore metalmeccanico. La mobilitazione coinvolgerà i lavoratori dell’industria e delle aziende artigiane. L’iniziativa, dal titolo “…ma quale legge di Stabilità, qui se non ci muoviamo viene giù tutto”, prevede un’occupazione di piazza del Nettuno a Bologna dove lavoratori e sindacati si ritroveranno dalle 12 fino a tarda notte.

Per la giornata di giovedì, la Fiom Cgil ha organizzato la partenza di pullman, per giungere a Bologna, da Ravenna (ore 12,30 dal Cinemacity), da Lugo (ore 12,55 da piazza XIII Giugno) e da Faenza (ore 13,20 dal piazzale della Iemca). “Non è più il momento di stare a guardare – commenta il segretario provinciale della Fiom, Milco Cassani -; ci auguriamo che la giornata possa  raccogliere l’adesione di tanti lavoratori.  Purtroppo ancora oggi non si vede una via di uscita all’attuale situazione. La Fiom chiede interventi concreti al Governo per il rilancio dell’economia e una politica industriale adeguata alle esigenze del paese”.

La giornata di mobilitazione è stata indetta "per scongiurare il processo di deindustrializzazione del Paese e la privatizzazione di pezzi fondamentali della manifattura; per difendere i posti di lavoro e la tenuta sociale in una fase di ulteriore aggravamento della crisi; per creare dal basso le basi di un’alternativa alle fallimentari politiche di austerità e a un modello di sviluppo sempre più in contraddizione con il benessere sociale e con la stessa democrazia".

La Fiom Cgil chiede "il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e dello sgravio a quelle imprese che utilizzano i contratti di solidarietà". Il sindacato dei metalmeccanici chiede inoltre di "aprire urgentemente una discussione relativa a interventi di politica industriale non più rimandabili e di riprogettare in termini universali il sistema di protezione sociale sul piano della disoccupazione e della inclusione sociale dei giovani".

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