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Il Covid frena la tenuta delle imprese femminili: colpite soprattutto le under 35

A fine 2020, infatti, l’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di viale Farini registra un calo del -0,39% (quando a livello nazionale è stato del -0,29%), pari a 31 attività in meno rispetto al 2019

La crisi si fa sentire anche sulle imprese femminili ravennati, frenandone la tenuta. A fine 2020, infatti, l’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di viale Farini registra un calo del -0,39% (quando a livello nazionale è stato del -0,29%), pari a 31 attività in meno rispetto al 2019. Una perdita ancora contenuta e inferiore a quella delle imprese non femminili, che segnano -1,12%. Nella nostra provincia, le imprese guidate da donne sono 8.018, pari al 20,94% (a fronte del 21,98% dell’Italia e del 20,81% dell’Emilia-Romagna) del totale delle imprese. E sebbene il tessuto produttivo femminile resti comunque mediamente “più giovane” di quello maschile, le aziende guidate da donne con meno di 35 anni riducono la loro consistenza a 700 unità (-18 rispetto all’anno prima), rappresentando, ora, l’8,7% del totale, mentre nel 2019 erano l’8,9%.

Agricoltura, commercio e attività di alloggio e ristorazione scontano gli effetti più pesanti della pandemia: in termini di saldo, 20 sono le imprese femminili agricole in meno rispetto al 2019 (-1,9%), 16 quelle commerciali (-0,8%) e 10 le imprese femminili delle attività legate al turismo (-0,9%). In terreno negativo, inoltre, le Attività artistiche, sportive e di intrattenimento (-6 unità, pari a -3,2%, la variazione percentuale rispetto al 2019), le attività manifatturiere (-5, pari al -1%), le attività di servizi (-4, pari al -0,4%), l’istruzione (-3, pari al -9,4%), l’edilizia e le attività professionali (- 2 imprese femminili in meno, pari al -0,8%). Crescono i settori del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+14 unità, pari al +4,6%) e le attività immobiliari (+14, pari al +3,1%).

Nella provincia di Ravenna, il comparto a maggior presenza di imprese guidate da donne è quello delle "Altre attività di servizi" (lavanderie, estetiste, parrucchiere, ecc.), ove oltre la metà delle imprese del settore (59,2%) è femminile. Seguono sanità e assistenza sociale (42,1%), attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (33,1%), noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (30,9%) e il commercio (25,6%). A livello comunale, la contrazione più elevata in termini assoluti viene rilevata nei Comuni di Faenza (-15), Russi (-10), Cervia (-9) e Conselice (-8). Si registrano invece saldi positivi nel Comune capoluogo (+14), a Castel Bolognese, Lugo, Massa Lombarda, Riolo Terme, Sant'Agata sul Santerno e Solarolo. Il Comune con più imprese femminili in provincia di Ravenna si conferma Cervia, che fa registrare un tasso di femminilizzazione pari a 23,33%.

“Le tante storie raccolte in questi anni grazie all'impegno e al lavoro del Comitato per l'Imprenditoria femminile - sottolinea Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna - danno la misura dei successi ma anche delle difficoltà affrontate, restituendo l’immagine di un mondo combattivo, pieno di risorse e di creatività. E’ proprio comprendendo il valore e le potenzialità delle donne d’impresa che da più di quindici anni la Camera di commercio di Ravenna, attraverso il Comitato, investe su una cultura imprenditoriale che fa della partecipazione femminile un irrinunciabile punto di riferimento. Le donne che vorranno cogliere questa opportunità hanno il nostro sostegno: da loro occorre partire per dare nuovo impulso alla crescita delle aziende e dell’occupazione”.

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