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Il Covid non frena la Ravenna che inventa: tante domande di brevetto in piena pandemia

Guberti: "In provincia di Ravenna un posto di lavoro su 3 si trova nelle aziende che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti, aziende che contribuiscono da sole ad oltre il 40% del Pil provinciale"

E’ ancora presto per capire cosa sia successo con la pandemia, ma un fatto fa ben sperare anche riguardo al rilancio dell’economia ravennate: le imprese innovative, quella che fanno ricerca e producono brevetti a livello europeo, non mollano. Sono 33, infatti, le domande di brevetto ravennati pubblicate dall’European Patent Office (EPO) nel 2020, secondo l'analisi effettuata dalla Camera di commercio. Dal 2016 le invenzioni nate nella nostra provincia e protette a livello europeo sono state 169 e si devono, in particolare, al sistema delle imprese.

Agricoltura, materiali elettronici e manifattura avanzata, quella, cioè, che si riferisce all’automazione e ai robot, sono gli ambiti più diffusi in cui la creatività ravennate ha chiesto – e ottenuto – la tutela delle proprie produzioni in Europa attraverso la registrazione del marchio comunitario. Alla manifattura avanzata è riconducibile oltre il 70% delle tecnologie abilitanti (le cosiddette KET), che rappresentano più del 20% dei brevetti pubblicati.

“L’innovazione e la tutela della proprietà intellettuale – ha sottolineato Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna - sono fondamentali per consentire al nostro sistema produttivo di essere competitivo sui mercati e il loro effetto sulle economie territoriali è significativo. In provincia di Ravenna un posto di lavoro su 3 si trova nelle aziende che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti, aziende che contribuiscono da sole ad oltre il 40% del Pil provinciale. Gli investimenti nello sviluppo dei prodotti dell’attività intellettuale rappresentano ormai il 16% degli investimenti complessivi delle imprese ravennati”.

Il brevetto è un titolo giuridico in forza del quale al titolare viene conferito un diritto esclusivo di sfruttamento dell'invenzione, in un territorio e per un periodo ben determinati, e che consente di impedire ad altri di produrre, vendere o utilizzare l'invenzione senza autorizzazione. Per invenzione si intende, invece, una soluzione nuova e originale a un problema tecnico. Valorizzare e proteggere gli strumenti di proprietà industriale, imparare ad integrarli nelle proprie strategie e trarne vantaggio in termini economici, commerciali e di sviluppo diventano, dunque, per le imprese elementi cardine per crescere ed espandersi sui mercati.

“Obiettivo della Camera di commercio – ha concluso il commissario straordinario dell'Ente di Viale Farini - è anche quello di offrire alle istituzioni, alle stesse imprese e all'opinione pubblica strumenti più efficaci di analisi delle strategie di innovazione tecnologica e di differenziazione del prodotto praticate dalle aziende. Un know how che può rivelarsi prezioso per aiutare soprattutto quelle piccole e piccolissime imprese, che costituiscono la spina dorsale della nostra provincia, a fare un salto di qualità recuperando competitività sui mercati globali”. 

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