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Il Covid presenta il conto alle imprese: crolla l'export ravennate

Tra gennaio e giugno di quest’anno, infatti, l’export della nostra provincia scende, rispetto ai primi 6 mesi del 2019, a 1.966,8 milioni di euro (374,4 milioni in meno)

Il Covid presenta il conto alle esportazioni ravvenati: tra gennaio e giugno di quest’anno, infatti, l’export della nostra provincia scende, rispetto ai primi 6 mesi del 2019, a 1.966,8 milioni di euro (374,4 milioni in meno), con una contrazione tendenziale pari a -16,0% (-14,2% per l’Emilia- Romagna e -15,3% per l’Italia). A segnare il peggior risultato è il secondo trimestre dell’anno, che chiude con un -31,6 %, paragonabile solo al crollo del -38,4% del 2009. A pesare, in particolare, il crollo dei mercati di sbocco. E’ quanto emerge dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna sui dati Istat tra gennaio e agosto di quest’anno.

La provincia di Ravenna si colloca nel periodo considerato, con quasi l’1% dell’export italiano, al 33° posto della graduatoria nazionale delle province esportatrici, avanzando, rispetto al 2019, di una posizione. In territorio negativo, in particolare, le vendite sul mercato europeo, principale canale per l’export provinciale (pari al 75,1% del totale), che si riducono, rispetto all’analogo periodo del 2019, del -12,7%. Le esportazioni verso la sola Unione europea a 27 (il 61,5% del totale) hanno mostrato più o meno la stessa tendenza (-13,9%), condizionata anche dalla nuova realtà post-Brexit e dalla conseguente uscita della Gran Bretagna dall’Unione.

Nell’Area dell’Euro, con una quota del 45,4% sul complesso delle esportazioni ed una flessione del -13,2%, sono proprio le vendite verso i Paesi più rappresentativi per l'export ravennate a destare preoccupazione: più contenuta la flessione in Germania (-9,2%), il mercato più vasto che assorbe da solo il 13,9% delle esportazioni provinciali; quasi doppia la caduta sul mercato spagnolo (-17%, con quota pari a 6,4%) e quella sul mercato francese, pari al -14% (9,3% l’incidenza sul totale).

Al di fuori dell’UE post-Brexit, segnala l’Osservatorio di Viale Farini, prosegue la crescita, seppur lentamente, delle vendite verso il Regno Unito (+1,9%), quarto partner commerciale per le imprese ravennati, verso il quale, nei primi 6 mesi di quest’anno, si è indirizzato il 6,3% dell’export complessivo provinciale. Crescono, nel primo semestre, anche le esportazioni verso i mercati dell’Asia orientale (+3,4%), dell’America centro-meridionale (+9,5%), dell’Africa settentrionale (+12,5%), dell’Oceania (+24,5%) e verso la Cina, che mette a segno un +7,9%.

Osservando i risultati dei singoli comparti, si registra l’ottimo aumento dell’export dei prodotti in metallo (+21%), per la maggior parte diretti nel Regno Unito, a cui seguono, più distanziate, le esportazioni del settore dei computer e prodotti di elettronica (+9,6%) e dei macchinari e delle apparecchiature meccaniche (+1,1%). Di contro, fanno registrare cali superiori alla media le esportazioni dei prodotti della metallurgia (-34,2%), dei prodotti di minerali non metalliferi (-22,5%), quelle delle apparecchiature elettriche (-21,5%), per gli articoli in gomma e plastica (-18,3%) e per i prodotti chimici (-16,1%), Più contenuta la riduzione per i prodotti alimentari (-3%). Tengono decisamente meglio le esportazioni dell’industria delle bevande (-0,6%) e dell’aggregato dei prodotti agricoli (-0,3%).

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