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Il vino ravennate punta all'Asia: confronto tra i giovani agricoltori di Coldiretti

Nasce proprio da questa ‘lettura del futuro’ il progetto ‘Bollicine e territorio’ che sarà presentato il 26 febbraio nell’ambito della tavola rotonda ‘La Romagna si muove e chiama la UE’ in programma dalle 20.30 alla Sala Zanelli di Faenza Fiera

“Il futuro dell’agricoltura ravennate passa dalla valorizzazione e innovazione della nostra viticoltura”. Questo il messaggio lanciato all’unisono da Marco Gambi, delegato uscente di Giovani Impresa e dal suo successore alla guida del movimento Giovani di Coldiretti Ravenna Michele Graziani, in apertura dell’ultimo appuntamento della rassegna ‘Visti da vicino – Incontri con i protagonisti dell’agricoltura’. Un messaggio condiviso dai numerosi imprenditori agricoli under 30 che sedevano in platea, ben consapevoli dell’importanza della viticoltura non solo per l’agricoltura, ma per tutta l’economia locale. Non a caso proprio loro, proprio i giovani, che il futuro possono e devono scriverlo e che operano nella provincia con la superficie vitata più ampia della regione, hanno promosso l’incontro battezzato “Vigneto Romagna – Opportunità di crescita attraverso programmazione, innovazione, diversificazione e dinamismo” invitando a relazionare i vertici  di Caviro, la più grande filiera vitivinicola italiana con 13mila viticoltori associati per 2 milioni di litri imbottigliati, leader sul mercato italiano, ma con un buon 30% della produzione che finisce all’estero, dall’Inghilterra agli Usa sino in Cina.

Davanti ad una platea numerosa e interessata, il presidente Caviro Carlo Dalmonte ha subito messo in chiaro la strada per intercettare la crescita, con ricadute dirette sul reddito dei produttori: “Il mercato italiano è maturo, anzi, direi ormai saturo e sconta calo dei consumi e produzione nazionale inalterata – ha esordito – bisogna dunque trovare nuovi sbocchi per l’export, tenendo però bene a mente che il vino è il prodotto più globalizzato del pianeta”. Per vendere, quindi, ha preso la parola il Direttore Caviro SimonPietro Felice, “bisogna attrezzarsi e differenziarsi, puntando sull’identità di prodotto e cercando di intercettare sia i gusti dei consumatori, oggi più orientati alle ‘bollicine’ e a vini con gradazione non elevata, che i mercati in espansione, in primis Stati Uniti e Cina”. Nasce proprio da questa ‘lettura del futuro’ il progetto ‘Bollicine e territorio’ che sarà presentato il 26 febbraio nell’ambito della tavola rotonda ‘La Romagna si muove e chiama la UE’ in programma dalle 20.30 alla Sala Zanelli di Faenza Fiera alla presenza del Gruppo Caviro, Terre Cevico, Consorzio Vini di Romagna e del Presidente e dell’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, rispettivamente Stefano Bonaccini e Simona Caselli. “Un progetto – ha accennato il Direttore Caviro – che nasce da uno studio del ‘fenomeno Prosecco’, prodotto che ha nella Romagna il suo mercato di riferimento, e che si fonda sia su una convinzione – per essere vincenti all’estero occorre andare uniti sul mercato – che su di una necessità, valorizzare con qualità le nostre uve trebbiano”.

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