rotate-mobile
Economia

"Imprese edili dimezzate, diminuiscono gli appalti e aumentano le tasse"

La nuova squadra di Cna a Ravenna fa il punto della situazione sulle imprese. "Il territorio ravennate sta attraversando una fase economica ancora difficile, con diversi indicatori al di sotto delle medie regionali"

Giovedì Pierpaolo Burioli, imprenditore del settore delle telecomunicazioni, è stato confermato all’unanimità presidente della Cna di Ravenna. Per i prossimi quattro anni sarà affiancato da una presidenza composta da altri 6 imprenditori: Mauro Gasperoni, vicepresidente, imprenditore cervese nel settore del legno e dell’arredamento; Massimo Baroncini, imprenditore di Conselice impegnato nel settore dell’impiantistica termoidraulica; Matteo Leoni, imprenditore faentino nel settore dell’automotive; Marianna Panebarco, imprenditrice ravennate nel settore della grafica e della comunicazione; Giuliano Pasi, imprenditore di Fusignano impegnato nel settore dell’impiantistica elettrica; Gian Piero Zama, imprenditore faentino nel settore dell’impiantistica termoidraulica e delle energie rinnovabili.

“Il territorio ravennate – sostiene il presidente Burioli - sta attraversando una fase economica ancora difficile, con diversi indicatori in linea o leggermente superiori alle medie nazionali ma al di sotto di quelle regionali. Una fase economica che esercita ancora un grande impatto sull’economia reale. La flessione del registro imprese nel periodo 2008/2016 è stata del 6,9%, con un meno 2.936 unità imprenditoriali. Nello stesso periodo, l’arretramento del comparto dell’artigianato è risultato ancora più pesante: -1470 aziende, -12,1%, una flessione praticamente doppia in termini percentuali rispetto al dato complessivo del registro. Già nel 2011 la Cna lanciò l’allarme in ambito regionale, sostenendo che ci trovavamo di fronte a una necessità non più rinviabile di riqualificare il territorio attraverso una sua riaggregazione, perché eravamo consapevoli che l’assetto amministrativo regionale (comuni e province) non era più adeguato a intercettare l’evoluzione delle tendenze negli ambiti sociali ed economici. Questa proposta di superamento del policentrismo prevedeva, già nel 2011, la realizzazione di tre grandi piattaforme su scala regionale: la via Emilia, l’asse trasversale che da Piacenza arriva a Modena; Bologna città metropolitana; la città Adriatica i cui confini si disegnano tra il delta del Po e Cattolica. Per la CNA di Ravenna rimane quindi strategica e attuale l’idea di definire un’area vasta che travalichi i confini romagnoli per assumere quelli della città adriatica. Ci fa piacere rilevare che il nostro pensiero ha anticipato le scelte della regione, che ha approvato l’area vasta turistica denominata Destinazione Romagna che ricomprende i territori di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Ferrara. La creazione dell’area vasta Adriatica, inoltre, è coerente anche con la nostra ipotesi di riorganizzazione delle Camere di commercio che incidono su questi territori. Questo progetto è già partito con l’accorpamento delle Cciaa (camere di commercio industria, artigianato e agicoltura) di Forlì-Cesena e Rimini, mentre è in fase di realizzazione il progetto di fusione delle Cciaa di Ravenna e Ferrara. Per Cna Ravenna si tratta di una tappa intermedia perché l'obiettivo finale è di arrivare alla creazione di un’unica Camera di commercio che ricomprenda i quattro territori provinciali. Al contempo, vogliamo ribadire l’opportunità di un’ulteriore integrazione tra i comuni del nostro territorio rafforzando il ruolo delle unioni fino ad arrivare a processi di fusione, proprio nella prospettiva di una riorganizzazione degli enti intermedi a seguito dello snellimento delle loro funzioni”.

“Per quanto riguarda il porto di Ravenna – prosegue Burioli - da sempre la nostra associazione considera lo scalo un asset strategico per l’economia del nostro territorio e per la regione Emilia-Romagna e, come tale, deve essere considerato in tutte le sue specificità: commerciale, industriale, crocieristica, diportistica e cantieristica. La crescita del 5% delle merci movimentate e del 6,5% del transito delle navi nel corso del 2016 sono risultati importanti. E’ chiaro che l’escavo dei fondali rappresenta oggi la priorità assoluta per tutto il nostro sistema portuale e, pertanto, occorre accelerare al massimo l’avvio dei lavori visto che l’impasse dura da troppo tempo. Abbiamo, inoltre, espresso valutazioni positive in merito alla scelta di definire procedure programmate per la manutenzione dei fondali del nostro scalo perché la manutenzione periodica e programmata ha il vantaggio di evitare il ricorso a procedure di urgenza e la rincorsa delle emergenze. Accanto ai fondali sono conseguentemente strategiche anche le infrastrutture periportuali sulle quali la regione Emilia-Romagna si è recentemente espressa. Rileviamo con forte preoccupazione che, per il governo, la E55 Orte-Mestre non è più un’opera prioritaria. Per noi rimane invece un punto fermo il collegamento Cesena-Ravenna-Mestre attraverso il raccordo con la Ferrara Mare. Questo obiettivo minimo rimane fondamentale se si vuole spostare a ovest della città tutto il traffico di scorrimento nord-sud e viceversa. Inoltre, ribadiamo ancora una volta un altro obiettivo per noi irrinunciabile che deve essere perseguito nella pianificazione delle opere di collegamento all’area portuale: la separazione del traffico locale da quello pesante e di scorrimento sia stradale che ferroviario. In questo senso, le previsioni della regione di finanziare la riqualificazione e messa in sicurezza della Romea e della stessa Classicana, e soprattutto del bypass sul canale Candiano, vanno nella giusta direzione. Siamo convinti che si possa prevedere un attraversamento del Candiano (stradale e ferroviario) molto più semplice e con un minore impatto ambientale rispetto alla proposta attuale. Su quest’ultimo aspetto abbiamo condiviso e presentato un progetto sul quale ci aspettiamo risposte dall’Amministrazione locale. In merito alla riforma delle Autorità portuali si è molto dibattuto e si è arrivati alla loro definizione.

“Il grande malato della nostra economia – continua ancora il presidente della Cna – resta comunque il settore delle costruzioni. Un solo dato drammatico: le imprese iscritte alla Cassa Edile di Ravenna (cioè con dipendenti) oggi sono circa 500. Se prendiamo come riferimento il 2008, l'ultimo anno prima della crisi, le imprese iscritte erano praticamente più del doppio, 1200. Non ci sono più alibi: non è più possibile rinviare una nuova politica per le costruzioni con proposte di largo respiro che incentivino le attività edili e impiantistiche e svolgano un ruolo positivo per ridare alle imprese una nuova visione del futuro. Le nostre parole d’ordine per l’effettivo rilancio del settore costruzioni erano e restano anche oggi: ristrutturazione, rigenerazione, risparmio energetico, riqualificazione e ricerca. Nel breve occorre invece proseguire nell’azione di semplificazione predisponendo un ambiente favorevole all’impresa e alla concorrenza, rimuovendo i fattori che la ostacolano e semplificando al massimo tutte le procedure dello sportello unico per l’edilizia. A tal riguardo, riteniamo che la rapida approvazione della nuova normativa regionale sull’urbanistica sia auspicabile a patto che sappia tenere in equilibrio le esigenze di sviluppo del settore con quelle di un consumo più razionale del territorio”.

Continua a leggere ===> Appalti, burocrazia, Tari e pressione fiscale

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Imprese edili dimezzate, diminuiscono gli appalti e aumentano le tasse"

RavennaToday è in caricamento