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Economia

"Imprese edili dimezzate, diminuiscono gli appalti e aumentano le tasse"

La nuova squadra di Cna a Ravenna fa il punto della situazione sulle imprese. "Il territorio ravennate sta attraversando una fase economica ancora difficile, con diversi indicatori al di sotto delle medie regionali"

“Senza dimenticare – aggiunge Burioli - lo scottante tema degli appalti, rilevando purtroppo che anche il 2017 ha aperto in negativo registrando un calo di circa il 15% nel primo trimestre sia per le gare che per gli importi. L'inizio del 2017 non ha portato a quell’auspicata inversione di tendenza che manca ormai dall’aprile 2016, mese di entrata in vigore del Nuovo codice appalti. Occorre quindi intervenire il prima possibile apportando un ulteriore processo di revisione della norma, con più precisione e buon senso, introducendo quelle sensibilità e quelle attenzioni verso il mondo delle micro e piccole imprese che caratterizza il tessuto produttivo del nostro Paese. Mentre a livello locale vorremmo aprire un confronto, nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità, con le stazioni appaltanti per esaminare l’applicazione della nuova norma relativamente al “sottosoglia”, ovvero le procedure per l’individuazione degli operatori economici e l’aggiudicazione dei lavori con importo a base d’asta inferiore a un milione di euro. Su questo aspetto abbiamo invitato le stazioni appaltanti a dotarsi di un regolamento nel quale poter specificare le modalità con le quali condurre le indagini di mercato, le regole di costituzione dell’elenco fornitori e i criteri per selezionare le imprese da invitare alle procedure negoziate all’interno degli elenchi costituiti. Crediamo che questa metodologia, insieme alla costituzione di un Osservatorio provinciale permanente per monitorare gare ed esecuzione lavori, possa rappresentare l’unico antidoto possibile nei confronti degli eccessi di massimo ribasso e possa aprire una prospettiva interessante sul versante della trasparenza, della sicurezza e della qualità dei lavori".

“Infine – sottolinea il presidente - la questione della semplificazione degli oneri burocratici. Sono quantificabili in circa  30 miliardi gli oneri amministrativi sopportati annualmente dal sistema delle piccole medie imprese su scala nazionale. Una cifra equivalente al 2% del pil e circa un terzo di questi costi (9 miliardi) potrebbe essere eliminato e questo significherebbe farne guadagnare 16 al sistema economico. Altri dati indicano che un dipendente di una piccola o media impresa deve dedicare circa un mese del suo lavoro a sbrigare le varie pratiche burocratiche e che sono 70 le date che una pmi deve appuntare sul calendario, tante infatti sono le scadenze fiscali da ricordare ogni anno. Le giornate passate da un addetto per venire a capo di tutti gli adempimenti amministrativi previsti sono aumentate nel corso della crisi: da 26 nel 2008 a 30 nel 2013 (+7%), passando per un massimo di 32 nel 2010 (+14%) rispetto al valore pre-crisi. Abbiamo assoluta necessità di buona burocrazia, che consenta agli imprenditori di lavorare con poche e semplici regole e la grande occasione contenuta nella rivoluzione digitale non deve sfuggirci. Ma le risposte devono essere rapide e concrete, a partire dalla riduzione dei tempi e dei costi delle procedure edilizie, delle procedure di avvio e di esercizio dell’attività di impresa, dalla verifica sull’operatività degli sportelli unici per le attività produttive, dai tagli dei tempi delle conferenze dei servizi, dall’individuazione puntuale dei casi in cui è necessaria la scia o il silenzio assenso. Confidiamo nel cronoprogramma definito dall’ agenda per la semplificazione e sulle capacità di recepimento degli enti locali per la realizzazione di questa indispensabile riforma a “costo zero” , perché  un paese moderno non può prescindere da una nuova pubblica amministrazione”.

“Per ultimo – conclude Burioli - il tema della pressione fiscale per le imprese, il cosiddetto "Total tax rate". I dati forniti dall’osservatorio Cna sul fisco della piccola impresa ci dicono che per il 2016, purtroppo, il calo della pressione fiscale si è arrestato e il dato è salito al 61% complessivo. Quindi, la maggior parte degli interventi introdotti con la legge di stabilità del 2016 non hanno prodotto effetti sensibili sulle imprese di minore dimensione, se non il beneficio che deriva dal super ammortamento relativamente agli investimenti effettuati in corso d’anno. Occorre, pertanto, migliorare il sistema tributario partendo da tre direttrici operative: una più consistente riduzione della pressione fiscale; il capovolgimento della tendenza a trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli; l’uso intelligente della leva fiscale per aumentare la domanda interna. Nell’articolato pacchetto di proposte avanzate dalla Cna al governo durante la fase di preparazione della manovra finanziaria per il 2017, voglio ribadire la nostra posizione in merito alla totale deducibilità dell’imu sugli immobili strumentali. Questo costituirebbe una boccata di ossigeno per le imprese, un volano per lo sviluppo, un intervento per rendere meno iniqua la tassazione tra una provincia e l’altra. Infine, per chiudere il ragionamento sulla tassazione, consentitemi una riflessione sulla Tari sottolineando che, su fortissima sollecitazione di tutto il mondo imprenditoriale, la nuova tassa sui rifiuti urbani nel territorio comunale ravennate è entrata in vigore nel 2014, anziché nel 2013, facendo risparmiare complessivamente, sia ai cittadini che agli imprenditori, oltre un milione e mezzo di euro. Le richieste avanzate dalle associazioni di impresa e accolte dall’amministrazione comunale sono state: l’allargamento della platea delle aziende che, avendo una produzione contestuale di rifiuti speciali (rifiuti smaltiti a proprie spese), possono godere di una riduzione percentuale; lo sgravio tariffario del 70% per gli immobili non a uso abitativo vuoti e non utilizzati (che quindi non producono rifiuti); la riduzione del 20% delle tariffe dei ristoranti per le aree eccedenti i 150 metri quadrati".

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