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Imprese ravennati, Confcommercio: "La metà prevede di tornare al giro d’affari pre Covid entro il 2023"

Un dato in chiaroscuro è quello dei ristori e degli indennizzi, Mambelli: "In molti si aspettavano maggiori risorse"

Dopo i due sondaggi effettuati nel giugno e settembre dello scorso anno sui fatturati e sulle aspettative delle aziende in piena pandemia, l’Ufficio Studi Confcommercio Ravenna ha nuovamente interpellato 120 attività del centro storico, del forese e dei lidi per fare il punto sulla “Ripartenza si o no, dopo un anno e mezzo di pandemia”. 

In sintesi, dal sondaggio emerge che le aziende non prevedono variazioni significative rispetto alla situazione attuale, che i dipendenti non subiranno diminuzioni, che i ristori sono arrivati ma in misura parziale, che c’è un certo ottimismo su quando il giro d’affari tornerà al livello del 2019.

Alla prima domanda ‘Che tipo di scenario le si prospetta nella parte restante di quest’anno?” per il 61,7% non prevede variazioni rispetto alla situazione attuale, per il 26,5% prevede un aumento del giro d’affari, mentre per il 12,8% ritiene che l’attività sia a rischio chiusura. 

Alla domanda ‘Come prevede che varierà il numero dei suoi collaboratori/dipendenti nella parte restante di quest’anno?, la grande maggioranza, pari all’87,2% dichiara che rimarrà lo stesso, il 12,8% che diminuirà, nessuno prevede di aumentare il personale. 

Alla terza domanda ‘Fino ad oggi, a fronte di cali di fatturato, ha ottenuto i ristori/indenni previsti dai vari decreti legge?’, quasi la metà, pari al 47,8% ha confermato di averli ottenuti, ma in misura parziale, per il 32,6% di averli ottenuti, il 19,6% invece dice di non averli avuti. 

Per quanto riguardo il quarto quesito: ‘A quanto ammontano i contributi a fondo perduto ricevuti nel corso del 2020/2021? il 70,3% dichiara di aver ricevuto fino a 10 mila euro, il 24,3% dai 10 ai 20 mila euro, il 5,4% oltre i 20 mila euro.

Infine la Confcommercio ha chiesto ‘In una situazione da ‘zona bianca’ quando pensa che il suo giro d’affari tornerà al livello del 2019?, il campione si è totalmente diviso: per il 28,3% si tornerà alla normalità nel 2022, per il 26,1% nel 2023, per il 23,9% nel 2024 e oltre, per il 21,7% entro il 2021.

“Dal sondaggio emerge un dato positivo - sottolinea Mauro Mambelli, Presidente Confcommercio Ravenna - e cioè che la maggioranza delle aziende non prevedono di diminuire il numero dei dipendenti, segnale che l’aspettativa è per un miglioramento della situazione, anche se con tempi dilatati. Un dato in chiaro/scuro è quello dei ristori/indennizzi, anche perché in molti si aspettavano maggiori risorse. Mi soffermo sui risultati dell’ultima domanda: a fronte di quasi il 24% che pensa di ritornare dopo il 2024 e oltre al giro d’affari del 2019, oltre il 54% degli intervistati potrebbe tornare allo stesso giro d’affari tra il 2022 e il 2023, e questo è un dato incoraggiante perché recuperare quanto si è perso nel 2020 (consumi crollati per 2 mila euro a testa e nella sola provincia di Ravenna sono stati bruciati oltre 700 milioni di euro di consumi) non è così semplice e immediato".

"D’altra parte un calo dei consumi nel 2020 di tali proporzioni non si era mai registrato dal dopoguerra; la stessa Istat ha poi confermato che il settore terziario è stato quello maggiormente colpito dalla pandemia. E’ quindi di buon auspicio - conclude Mambelli - per la prima volta vedere una vera e stabile ripartenza. Tutto è ovviamente legato al buon esito delle misure sanitarie e alla campagna vaccinale ma non c'è dubbio che i risultati fin qui raggiunti stiano ridando fiducia al sistema imprenditoriale”.

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