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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Imprese, segnali positivi ma con prudenza. "Le aziende hanno fame di periti e ingegneri"

Confindustria Romagna festeggia il bilancio del primo anno di attività presentando i dati relativi all'economia delle aziende associate

L’Indagine Congiunturale sulla situazione economica delle imprese ravennati aderenti a Confindustria Romagna effettuata dal Servizio Economico di Confindustria Romagna, relativa ai dati consuntivi del primo semestre 2017 e alle previsioni per il secondo semestre 2017, è riferita ad un campione di aziende del comparto manifatturiero e dei servizi e non comprende il settore delle costruzioni. Nello stesso settore, emergono imprese con parametri molto positivi ed altre con situazioni più articolate per cui il risultato medio risente, come nella precedente rilevazione, di questo effetto “a macchia di leopardo”. Per quanto riguarda la Provincia di Ravenna, dai dati di Banca d’Italia emergono segnali di riduzione degli impieghi seppur contenuti: infatti, a giugno 2017 gli impieghi complessivi su base annua sono diminuiti dello 0,45% mentre quelli riferiti alle sole imprese private sono diminuiti dello 0,51%.

Consuntivo primo semestre 2017

Fatturato totale: +10% (fatturato interno +14,8%, fatturato estero + 2,9%). Imprese con meno di 50 dipendenti +24,1% del fatturato totale (+24,7% fatturato interno, + 9,3% fatturato estero). Aziende con un numero di dipendenti fra 50 e 249 +9,4% (fatturato interno +8,1% estero +15,5%). Imprese con numero di dipendenti maggiore a 250 +2,4% (fatturato interno +16,8% e fatturato estero -13%). Il grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 42,4% (57,5%% nelle aziende con meno di 50 dipendenti, 50% nelle aziende con numero di dipendenti fra 50 e 249, 28,2% nelle grandi aziende).
Produzione: + 5,2% (piccole imprese +10,3%, medie +4,1% e grandi +2%.
Occupazione: +5,2% (grandi imprese +6,8%, medie +3,2% e piccole imprese +1,2%).
Ordini: per il 46,3% sono un aumento, mentre solo per il 10% sono in diminuzione. Nessuna grande impresa prevede diminuzione degli ordini. Il 38,7% delle imprese registra aumenti degli ordini esteri a fronte del 14,5% in diminuzione.
Giacenze: situazione stazionaria nel 79,3% delle imprese del campione, aumento nel 10,4% dei casi e una diminuzione nel 10,3%.
Costo delle materie prime: stazionario per il 62,3% delle imprese, in aumento per il 34% e in diminuzione per il 3,8% dei casi. Nessuna grande e media impresa ha visto il dato in diminuzione.
Difficoltà nel reperimento del personale: soltanto l’1,2% delle aziende la considera molto elevata. l’11,9% elevata, il 19,2% del campione non riscontra alcuna difficoltà, il 26,2% riscontra una difficoltà bassa e il 41,7% una media difficoltà.

Principali settori merceologici

Chimica e farmaceutica denota aumenti di produzione (+3%), fatturato (+7,7% con + 11,3% fatturato interno, + 6,3% fatturato estero) ed occupazione (+1,35%).
Alimentare registra aumenti di produzione (+3%), fatturato (7,6% con + 7,7% fatturato interno, - 2,5% fatturato estero), occupazione (+4,3%).
Metalmeccanico fatturato -4,3% (interno +19%, estero -21%), produzione +2,4%, occupazione + 1%.
Gomma e plastica produzione +12,6%, fatturato +17,7% (+ 7,7% fatturato interno, +21,4% fatturato estero), occupazione +7%.
Il comparto materiali mostra aumenti di produzione (+10%) e fatturato (+11%).
Carta e stampa produzione +0,3% e fatturato +3,2%.
Logistica segna la crescita di produzione (+2,1%) e marginale del fatturato (+0,2%).
Salute produzione +23,8%, fatturato +12,6% ed occupazione +9,9%.
Servizi produzione +15,1%, fatturato +17,8% ed occupazione +13,2%.

Investimenti

L’indagine sugli investimenti mostra un tendenziale e incoraggiante miglioramento perché, dal confronto tra gli investimenti realizzati nel 2016 e quelli previsti nel 2017, cala la percentuale delle imprese che non fanno o prevedono di fare investimenti. La spesa per investimenti effettuata dal settore produttivo nel suo complesso è stata pari al 3,9% del fatturato totale. Tutte le classi dimensionali delle imprese hanno accresciuto la spesa per investimenti, in particolare le grandi e piccole imprese. I settori che hanno investito di più in rapporto al fatturato sono: chimica, metalmeccanica, prodotti di raffinazione. Per quanto concerne la tipologia degli investimenti effettuati nel 2016, i più ricorrenti sono stati nelle seguenti categorie, nell’ordine: linee di produzione, formazione, Ict, ricerca e sviluppo. Il 15,3% degli imprenditori coinvolti ha dichiarato di non aver effettuato alcun investimento nel 2016.

Previsioni secondo semestre 2017

Le previsioni relative al secondo semestre 2017 sono ottimistiche nelle indicazioni del campione di imprese ravennati che ha risposto all’Indagine.
Produzione: prevista in aumento dal 38,5% dal campione, stazionario dal 49,2%, solo il 12,3% prevede una diminuzione
Ordini: il 53,8% degli imprenditori prevede stazionarietà, il 38,5% un aumento e soltanto il 7,7% una diminuzione. Ordini esteri: il 54,3% prevede stazionarietà, il 39,1% un aumento e soltanto il 6,5% una diminuzione. Nessuna grande impresa prevede una diminuzione degli ordini.
Giacenze: l’82,8% le prevede stazionarie, il 6,9% in diminuzione ed il 10,3% in aumento.
Occupazione: sono stazionarie per il 75,3% del campione, in crescita per il 17,3% e in calo per il 7,4%.
Ricorso alla cassa integrazione: il 90% delle aziende ravennati lo esclude, il 5% lo considera poco probabile, il 4,6% lo considera probabile ma limitato, nessuno probabile e consistente.

Investimenti

Considerato l'intero campione di rilevazione, la percentuale di imprenditori che non realizzerà investimenti nel 2017 (12,9%) diminuisce rispetto al 2016 (15,3%). L’indagine mostra che gli investimenti attesi nel 2017 riguarderanno principalmente le seguenti aree aziendali: linee di produzione, Ict, formazione. Inoltre, poiché il 28,2% delle aziende-campione, rispetto al 27% del 2016, prevede di effettuare investimenti in ambito ambientale, emerge che gli investimenti programmati nel 2017 si concentrano sia verso le attività che portano valore aggiunto alle imprese sia verso quelle che testimoniano un’attenzione al tema dello sviluppo sostenibile. Tra i fattori critici e/o ostacoli alla realizzazione degli investimenti, il campione delle aziende segnala come
cause predominanti: difficoltà amministrative e burocratiche (27,1%), difficoltà a reperire risorse finanziarie (16,5%), insufficiente livello della domanda attesa (15,3%).

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