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Imu, Cna: "Il tempo sta scadendo e le imprese attendono risposte"

Cna torna a ribadire come "buona parte dell’incremento complessivo della pressione fiscale derivante dal passaggio dall’ICI all’IMU è ricaduta sulle imprese"

"Il tempo sta scadendo e le imprese attendono risposte". Cna torna a ribadire come "buona parte dell’incremento complessivo della pressione fiscale derivante dal passaggio dall’Ici all’Imu è ricaduta sulle imprese. Ed è anche capitato, in alcuni ambiti territoriali, che gli immobili strumentali delle imprese siano stati tassati con la stessa aliquota prevista dalle cosiddette seconde case".

Continua l'associazione di categoria: "Nei periodi di crisi economica, i tributi che pesano maggiormente sul tessuto delle imprese sono quelli che prescindono dalla produzione del reddito. Se dobbiamo pertanto individuare un punto di partenza per avviare un percorso di  riduzione della pressione fiscale sulle imprese dobbiamo partire dall’IMU. Occorre, inoltre, considerare che gli immobili strumentali delle imprese non rappresentano un accumulo di patrimonio, ma sono destinati alla produzione".

"In quanto tali, sono già sottoposti ad imposizione attraverso la tassazione IRPEF o IRES del reddito di impresa o di lavoro autonomo che contribuiscono a generare - prosegue l'associazione -. La penalizzazione diventa ancora più evidente se si considera che il tributo comunale riguarda anche gli immobili realizzati dalle imprese di costruzione in attesa di vendita. Per queste motivazioni, come CNA, sosteniamo che gli immobili strumentali delle imprese vanno esclusi progressivamente dall’Imu".

"E se condividiamo il principio di abolizione dell’IMU sulla prima casa per favorire il potere di acquisto delle famiglie, l’averlo esteso a tutti i contribuenti prescindendo dai redditi e dal patrimonio posseduto, significa appesantire ulteriormente le imprese - aggiunge Cna -. Sugli immobili delle aziende di costruzione in attesa di vendita riteniamo, invece, debba essere stabilita l’esenzione dal tributo comunale almeno per i primi cinque anni dalla loro realizzazione.

Cna spiega che "per stabilire il reale aumento nel confronto tra l’IMU 2012 e l’IMU 2013, occorrerà attendere le scelte che saranno attuate nei prossimi mesi dalle Amministrazioni Comunali. Deve però essere altrettanto chiaro che se i Comuni non procederanno, entro il prossimo mese di settembre, alla diminuzione delle aliquote definitive IMU, i versamenti dovuti dalle imprese sui capannoni di categoria D per il 2013, subiranno ulteriori aumenti rispetto all’anno precedente, per effetto degli adeguamenti degli estimi catastali".

"Il Sindaco di Ravenna - ricorda l'associazione -. nel corso di una recente iniziativa tenutasi in Cna sulla tassazione locale, si è impegnato a ridurre l’aliquota IMU su detti immobili al fine di neutralizzare gli aumenti previsti. Ci aspettiamo che almeno questo impegno si traduca in atti concreti in fase di predisposizione del bilancio comunale 2013. Ad oggi, ci risulta che solo il Comune di Russi abbia deliberato in tal senso. Le imprese coinvolte aspettano risposte da tutti i Comuni. A tutto questo si unisce, infine, l’eccessivo peso della burocrazia che affligge l’impresa".

Conclude l'associazione: "Un recente studio della Cna evidenzia che dall’IVA  all’IRAP, dalla Tarsu all’IMU, una piccola impresa deve fare i conti con circa settanta scadenze l’anno. Considerati i giorni lavorativi, praticamente un adempimento ogni tre giorni. A pesare sulle aziende, infatti, non c’è solo la quantità delle tasse da pagare ma anche una sorta di “vessazione burocratica” che deve essere assolutamente superata".

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