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Imu sui terreni agricoli montani, Coldiretti: "Si rischia la fuga dalla montagna"

Coldiretti Ravenna, nel rimarcare la propria contrarietà al decreto, apprezza l’immediato interesse dell’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni

Con l’applicazione della tassazione studiata dal Governo si profila una fuga dalla collina e montagna anche dalla provincia di Ravenna pari e forse anche superiore a quella degli ultimi venti anni. In Emilia Romagna dal 1994 ad oggi hanno chiuso quasi 36 mila aziende agricole nelle aree ‘disagiate'. “Far pagare l’Imu sui terreni in base all’altitudine in cui si trova il palazzo comunale – afferma il presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli – introduce una inspiegabile disparità di trattamento tra campi confinanti appartenenti addirittura allo stesso proprietario”.

In relazione alla scadenza del pagamento al 16 dicembre Coldiretti ricorda che viola il principio della collaborazione sancito dallo Statuto del Contribuente. L’incoerenza del criterio di calcolo  genera tensioni sul territorio e - aggiunge Pederzoli - rischia di attenuare l’importanza della positiva scelta di differenziare l’imposta a favore degli agricoltori professionali, coltivatori diretti e imprenditori agricoli iscritti nella relativa gestione previdenziale, che continuano a godere, in zone montane o di collina, della esenzione Imu”.

“L’Imu così come applicata dal decreto attuativo – prosegue Coldiretti Ravenna – spingerà molte aziende a chiudere i battenti, provocando un ulteriore spopolamento in un territorio, quello di collina e montagna, dove gli imprenditori agricoli sono le sentinelle ambientali per eccellenza e costituiscono un presidio per cercare di prevenire il dissesto idrogeologico che proprio in questi giorni è sotto gli occhi di tutti”.

Secondo elaborazioni di Coldiretti un’azienda di un imprenditore coltivatore diretto con una media di dieci ettari, con colture di seminativi, frutteti, vigneti e bosco, nelle zone collinari, dovrà pagare mediamente una Imu di 1.500 euro all’anno.  “Si tratta di un aggravio di costi insostenibile e per di più fonte di storture inaccettabili – afferma Pederzoli - l’applicazione del sistema altimetrico prevede che a pagare siano le aziende il cui palazzo comunale si trova sotto i 280 metri, anche se i terreni sono ad altezze superiori. Molti Comuni si trovano nel fondo valle e i terreni sono ad altitudini maggiori e finiranno con il dover pagare l’Imu, mentre il loro vicino è magari esentato perché la casa del Comune si trova ad altezza superiore. Una tassa con questi parametri aumenterà la fuga dalle colline e finirà con il provocare danni molto più costosi dei buchi di bilancio che si vorrebbero coprire”.

Coldiretti Ravenna, nel rimarcare la propria contrarietà al decreto, apprezza l’immediato interesse dell’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni che con una comunicazione ufficiale ha subito invitato il Ministro per le Politiche Agricole Martina a ‘ritirare il decreto che limita l'esenzione ai soli comuni con capoluogo ad oltre 601 metri”.

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