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Crisi, la fotografia degli artigiani: per oltre il 60% nel 2014 ci saranno poche novità

Per Riccardo Caroli, Presidente Provinciale di Confartigianato: "i dati di questa ricerca sono un'ulteriore conferma di come la profondità della crisi economica e finanziaria globale continui ad incidere pesantemente anche sulle piccole e medie imprese ben radicate sul territorio"

Per molti cittadini le aree artigianali sono zone semi sconosciute, luoghi “poco belli” e ricordati dall’opinione pubblica solamente per avvenimenti poco lusinghieri (furti, prostituzione) che le vedono protagoniste negli orari e nei giorni in cui le aziende sono chiuse. E' quanto emerge dall'indagine di Confartigianato “Quelli delle aree artigianali”, nella quale sono stati presi in esame alcuni parametri aziendali come fatturato, ordini, personale dipendente, esportazioni, tempistiche di pagamenti, investimenti ed, infine, le imposte locali.

Per Riccardo Caroli, Presidente Provinciale di Confartigianato: "i dati di questa ricerca sono un'ulteriore conferma di come la profondità della crisi economica e finanziaria globale continui ad incidere pesantemente anche sulle piccole e medie imprese ben radicate sul territorio". Il 57,1% delle imprese intervistate ha un massimo di 9 addetti (il 28,8% fino da 10 a 19 addetti e il 19,1% oltre i 19 addetti). Nel 2013, rispetto il 2012 il 52,4% delle imprese intervistate, dichiara una diminuzione di fatturato e ordini andando a confermare negativamente il dato previsto l’anno passato (vedi indagine 2012) del 46,7%.

Guardando al 2014, il 19% prevede un’altra diminuzione del fatturato; il 61,9% delle imprese invece presume un andamento analogo a quello 2013; mentre il 19% immagina di migliorare le proprie performance di quest’anno. Sul tema del personale dipendente nel 2013 il 23,8% delle imprese dichiara di aver avuto personale che si è dimesso o è stato licenziato, oltre il 30% ha dichiarato di aver utilizzato gli ammortizzatori sociali e un 28,6% ha fatto delle assunzioni, un dato quest’utimo positivo se si pensa che l’anno passato nessuna impresa pensava di assumere.

Per il 2014 si registra una flessione dell’utilizzo della cassa integrazione (9,5% delle imprese è interessato), una riduzione delle dimissioni/licenziamenti (4,7% pensa di licenziare) e oltre il 10% delle imprese pensa di assumere del personale. Il tema dei tempi di pagamento rimane molto scottante, l’85% imprese utilizzano come modalità di pagamento quella a 60 e 90 giorni che interessa rispettivamente il 50% e il 25% del fatturato. Il 50% delle imprese ha come scadenza di pagamento i 120 giorni, il 40% quella di 150 giorni.

Sul piano degli investimenti si evidenzia che negli ultimi tre anni solo il 70% delle imprese abbia fatto investimenti utilizzando per il 30% il credito ordinario o le leggi d’incentivo, il rimanente 70% tramite i Consorzi Fidi o Leasing. Il 38% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver ricorso a strumenti finanziari per garantire liquidità alla propria impresa. La metà tramite la formula dell’autofinanziamento.

In tema di imposte e tasse comunali l’indagine ha preso in esame l’Imu e la Tares, nel 2013 agli immobili a uso produttivo, classificati nel gruppo catastale D e situati nel Comune di Ravenna sarà applicata un aliquota del 10 per mille anziché quella del 10,6 per mille dell’anno scorso. Per effetto dell’aumento dei coefficienti di calcolo delle rendite catastali gli aumenti percentuali, raffrontati all’IMU pagata nel 2012 sono mediamente del 8,33% ad aliquote invariate mentre a Ravenna per effetto della riduzione dell’aliquota l’aumento sarà contenuto al 2,20%.

Secondo Caroli, "il raffreddamento dei consumi, la caduta degli ordinativi, la dilatazione dei tempi di pagamento e la rarefazione del credito, continuano a causare conseguenze pesantissime sulla stabilità delle aziende, riflettendosi naturalmente sui livelli occupazionali e sulla possibilità di creare reddito e ricchezza diffusi. 2012 e 2013 verranno archiviati come anni molto difficili e, pur intravedendo una piccola inversione di tendenza in positivo su alcuni fattori, rimangono indubbiamente forti preoccupazioni anche per i prossimi dodici mesi".

Il presidente Provinciale di Confartigianato per migliorare le prospettive delle aziende, e quindi l'occupazione, sottolinea due punti fondamentali: la fiscalità locale ed i tempi di pagamento. Chiarisce Caroli: "i dati registrati dalla rilevazione su questi punti sono molto chiari, ed i Pubblici Amministratori non possono non considerarli. Non dimentichiamo, infatti, che in provincia di Ravenna le piccole imprese rappresentano il 97,5% del totale delle aziende non agricole, e danno lavoro ad oltre il 60% degli occupati. E' su queste tematiche che ci giochiamo il nostro futuro".

Caroli ha poi lanciato un'appello sull'importanza di rilanciare il comparto dell'edilizia, che in provincia di Ravenna 'pesa' per oltre il 40% delle imprese attive "e che può essere un volano essenziale per tutta l'economia. Per fare questo occorrono incentivi, facilitazioni e semplificazioni efficaci soprattutto in tema di ristrutturazioni e messa a norma degli edifici esistenti."

Per quanto riguarda la fiscalità locale, inoltre, Caroli si è soffermato sul fatto che dalle imprese oggi deriva oltre il 40% degli introiti della tassazione sui rifiuti, quando invece buona parte dei rifiuti prodotti non può essere conferita ad Hera ma è smaltita a pagamento. "Riconoscere e modificare questa previsione normativa, molto costosa per le aziende, inciderebbe positivamente sui bilanci delle stesse, e sarebbe un segnale di attenzione molto gradito, in questo momento di difficoltà".

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