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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

La Camera di Commercio scrive al Ministero: "Tutelare i 6000 dipendenti dell'offshore"

Il presidente della Camera di Commercio Giorgio Guberti ha inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dello Sviluppo Economico sul tema della crisi del distretto offshore

Il presidente della Camera di Commercio Giorgio Guberti ha inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dello Sviluppo Economico sul tema della crisi del distretto offshore. 

"Sento il dovere di unire la mia voce a quella del sindaco, del Prefetto e delle organizzazioni datoriali e sindacali del territorio ravennate per evidenziare la gravità della situazione che, causa i recenti interventi legislativi, ha investito un settore strategico per l'economia locale come quello dell'oil&gas - scrive Guberti - L'ulteriore rinvio di sei mesi della stesura del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, inserito nel decreto “Milleproroghe”, ha allungato fino a due anni la moratoria sulle attività di esplorazione e coltivazione dei giacimenti di idrocarburi, incidendo in maniera pesantissima sul futuro di numerosissimi lavoratori e aziende del nostro territorio, nonché sul futuro dell'intera economia locale, ora a grave rischio anche per le ripercussioni che avrà l'emergenza sanitaria in atto. Il settore dell’oil&gas per Ravenna ha un'importanza strategica, avvalorata da un fatturato che lentamente si stava avviando verso una ripresa, di oltre 1 miliardo e 400.000 euro, una occupazione diretta sul territorio di oltre 3.000 dipendenti ai quali se ne aggiungono altri 1.500 fra indotto e contrattisti e circa 1.500 all’estero, un know-how fatto di persone, di imprese e di esperienza capace di produrre ricchezza sia a livello locale e sia a livello nazionale e che rappresenta storicamente un’eccellenza internazionale. Ora questo patrimonio di competenze e questi posti di lavoro sono a rischio, mentre purtroppo già si registra la decisione di Eni di destinare altrove gli investimenti previsti su Ravenna".

"Pur nella consapevolezza che il processo di transizione verso le energie rinnovabili sia un obiettivo ineludibile e anche strategico per il nostro Paese, è altrettanto necessario che possa essere attuato senza trascurare l'utilizzo delle importanti risorse energetiche che il nostro paese possiede, come il gas estratto nel nostro mare - si legge nella lettera - Per il prossimo decennio, il metano sarà infatti la fonte energetica fossile disponibile più pulita. Le scelte politiche intraprese, oltre a inficiare il benessere economico della nostra comunità, dei suoi lavoratori e delle sue imprese, non perseguono vantaggi ambientali chiaramente identificati e quindi tali da giustificare il sacrificio richiesto al territorio ravennate, lo smantellamento di un settore economico tecnologicamente avanzato e che peraltro non ha mai contrastato con la salute e la qualità della vita della comunità locale portandone altresì sviluppo e benessere sociale, garantendo standard ambientali e di sicurezza tra i più alti al mondo. Quello che appare necessario invece, in un quadro di incertezza economica, è la chiarezza politica delle scelte relative al nostro futuro energetico. Tali scelte, che dovranno fare i conti con la necessità di approvvigionamento energetico del nostro sistema paese che permane, per grandissima parte, dipendente dalle fonti energetiche di paesi terzi, non possono prescindere dal permanere delle attività estrattive che, anche per l’evolversi della ricerca e delle tecnologie hanno la capacità di essere, anche attraverso i necessari investimenti, compatibili con i più ambiziosi obiettivi di sostenibilità ambientale".

"Per tutte queste ragioni, ed in linea anche con la recente nota inviata dal Presidente del Ravenna Offshore Contractors Association (Roca) - conclude Guberti - chiedo con forza di aprire al più presto un confronto fra Governo nazionale, amministrazioni locali e associazioni di categoria che possa prevedere il necessario coinvolgimento del territorio ravennate, compresi gli operatori del settore, che porti a rivedere le scelte intraprese, unitamente alla richiesta, avanzata con la sottoscrizione di un documento congiunto del 27 febbraio scorso, dell'apertura urgente di un tavolo di crisi di sito. Dobbiamo avere un obiettivo strategico comune, quello di perseguire una crescita economica sostenibile, preservando anche il comparto delle estrazioni di gas naturale e il settore dell’oil&gas ad esse collegato, mantenendo l'occupazione e la coesione sociale del nostro territorio e dell'intero Paese".

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