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Economia

La crisi morde ferocemente: in tre mesi cessate 1444 aziende

La crisi continua a mordere e a pesare in modo significativo e permanente sul tessuto economico e sociale anche del ravennate, come testimoniano, insieme al calo dei fatturati aziendali, gli stessi dati camerali dell’andamento del Registro Imprese del 1° trimestre dell’anno

“La crisi continua a mordere e a pesare in modo significativo e permanente sul tessuto economico e sociale anche della nostra Provincia, come testimoniano, insieme al calo dei fatturati aziendali, gli stessi dati camerali dell’andamento del Registro Imprese del 1° trimestre dell’anno". E' quanto afferma Roberto Manzoni, presidente Provinciale Confesercenti, sottolineando che "il saldo tra le imprese cessate e aperte è complessivamente di meno 550".

"Nel primo trimestre del 2012 era stato meno 502 - continua Manzoni -. In questo ambito è indicativo l’ulteriore calo del commercio (-98 il saldo nel trimestre) e soprattutto nel turismo, in particolare ristoranti e bar con -48 di saldo. In questo ultimo comparto particolarmente in sofferenza, nel 1° trimestre del 2012 le aziende cessate erano state 78, quest’anno sono state 112. Così come sono significativi anche rispetto al 2012 i saldi negativi di costruzioni -172, attività manifatturiere -68, agricoltura -213, attività immobiliari -26 e professionali -20".

Aggiunge il presidente Provinciale di Confesercenti: "Ora che finalmente c’è un Governo del paese, sottolineamo che per il rilancio del mercato interno e dell’occupazione, è prioritario ridurre il costo del lavoro e il peso del fisco: in cinque anni di austerity il prelievo fiscale su imprese e famiglie è cresciuto di quasi 50 miliardi. Le politiche di austerity seguite alla crisi del debito sovrano hanno portato ad un aumento delle imposte di ben 48,8 miliardi di euro in cinque anni (2008-2012) di cui 18,5 nel solo 2012. Il mix di tasse, disoccupazione e calo del potere d’acquisto rende difficile non solo il ritorno alla crescita, ma anche la risoluzione dei problemi di produttività e di competitività, di cui soffriamo dall’inizio del decennio scorso anche per l’influenza di fattori infrastrutturali e istituzionali, compresi gli sprechi e l’alto livello di corruzione e di illegalità presenti".

Secondo Manzoni, "per uscire dal circolo vizioso, occorre puntare subito sulla ripresa del mercato interno, agendo su tasse e lavoro. Per raggiungere questo obiettivo, Confesercenti individua quattro aree prioritarie su cui intervenire con rapidità per consentire alle Pmi di tornare ad investire e creare occupazione". Per prima cosa, sottolinea Manzoni, occorre "cancellare definitivamente l’aumento dell’aliquota ordinaria massima dell’Iva previsto per luglio; tornare al valore del 20%, al fine di non deprimere ulteriormente i consumi".

Quindi bisogna "ridurre la pressione fiscale su famiglie ed imprese con interventi di  forte impatto e di ampio respiro, individuando le risorse attraverso tagli coraggiosi alla spesa, a partire da una chiara riduzione dei costi della struttura istituzionale e della politica". Inoltre occorre "ripristinare gli incentivi: oltre il 60% dei lavoratori italiani ha trovato impiego in una micro, piccola o media impresa. Per rendere più semplice la ripresa delle assunzioni, sarebbe quindi opportuno ripristinare i benefici contributivi per le PMI che assumono dalle liste della piccola mobilità".

Quarto punto: "La recente riforma del mercato del lavoro ha generato un aumento dei costi (+1,4%) per le assunzioni a tempo determinato, oltre a sensibili aggravi economici per la risoluzione dei contratti e irrigidimenti per alcune forme di flessibilità. Le PMI del terziario e del turismo, invece, avrebbero necessità di ridurre il costo del lavoro in modo da incrementare la produttività e mantenere i livelli di occupazione. Su questi temi ci aspettiamo segnali e risposte coerenti, tempestive ed effettivamente virtuose.”

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