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Legacoop presenta i dati: "il peggioramento del ciclo economico continua"

Il valore della produzione diminuisce dell'1,2 per cento, attestandosi a 3 miliardi e 368 milioni; il calo è stato in parte determinato dalla flessione nel settore costruzioni

Legacoop Ravenna ha illustrato i dati di preconsuntivo 2012, raffrontandoli con  quelli del 2011, recentemente presentati nel Rapporto Sociale. Sono intervenuti il presidente di Legacoop Ravenna, Elio Gasperoni, il presidente della Federazione delle Cooperative, Lorenzo Cottignoli e il direttore di Legacoop Ravenna Valeriano Solaroli. La riflessione che accompagna la presentazione dei dati tiene necessariamente in considerazione la crisi che dal 2008 sta attraversando l’economia e il mondo del lavoro, con ripercussioni importanti anche sulle famiglie e sul sistema sociale in generale.

Nel 2012, la recessione italiana è risultata più aspra di quanto ci si aspettasse. Alla base di questo andamento vi è una forte compressione della domanda aggregata interna, originata dal calo degli investimenti delle imprese e dalla contrazione dei consumi delle famiglie, il cui potere d’acquisto e  capacità di risparmio sono diminuiti a causa della contrazione del reddito e dell’aumento della disoccupazione. La fuoriuscita dall’attuale fase recessiva è prevista a partire dalla seconda metà del 2013, anche se  la ripresa sarà lenta e piena di ostacoli. Bisognerà attendere il 2020 per tornare ai livelli produttivi del 2007.

Le cooperative associate a Legacoop, anche in questa sfavorevole congiuntura, cercano di mantenere alto l’impegno per la tutela dell’occupazione, del lavoro, del reddito, pur essendo consapevoli che non sarà facile conseguire questi obiettivi. L’andamento dei settori mette in risalto alcune criticità, in particolare nelle costruzioni, nella logistica, nei servizi. Il numero delle associate cresce da 182 a 186, grazie alle nuove adesioni concentrate soprattutto nel settore servizi.

L’incremento è importante, in quanto nel corso dell’anno alcune cooperative sono state messe in liquidazione. Le posizioni associative aumentano del 2,5 per cento, arrivando a circa 180.000. L’incremento si deve principalmente al settore del consumo. L’occupazione cala leggermente, dell’1,7 per cento, attestandosi a 13.317 unità.  La diminuzione  riguarda soprattutto i lavoratori stagionali in agricoltura e i lavoratori del settore costruzioni, attualmente in forte contrazione. È importante  sottolineare che il decremento è inferiore rispetto a quello registrato in altre realtà e modelli d’impresa.

Il valore della produzione diminuisce dell’1,2 per cento, attestandosi  a 3 miliardi e 368 milioni; il calo è stato in parte determinato dalla flessione nel settore costruzioni. Il risultato operativo, dopo quello molto negativo del 2011 che fu condizionato da due situazioni forti di crisi, ritorna al livello del 2010, attestandosi a 33,3 milioni. Il risultato di esercizio migliora rispetto al 2011 di circa 8 milioni, ritornando positivo per 2 milioni. La differenza fra risultato operativo e risultato d’esercizio è stata determinata dal peggioramento della gestione finanziaria, a riprova delle difficoltà, con l’aumento del debito, il ricorso al credito da parte delle imprese e a causa dei ritardi nei pagamenti, soprattutto da parte delle pubbliche amministrazioni.

Il prestito sociale è pari  375 milioni, in diminuzione rispetto all’anno precedente del 4 per cento. Il calo si concentra nel settore del consumo che maggiormente risente della contrazione del risparmio e del reddito delle famiglie. Il patrimonio netto è il leggero aumento, attestandosi a 850 milioni. Il presidente di Legacoop Ravenna, Elio Gasperoni, ha indicato alcune linee da perseguire per ritrovare la strada della crescita, sottolineando che la cooperazione non ha una visione conservatrice del presente, né intende arroccarsi su presunte rendite di posizione. Al contrario, le imprese cooperative intendono  elaborare progetti innovativi per non subire passivamente la crisi. Gasperoni ha sottolineato che in questo momento occorre innanzitutto una moderna “cultura d’impresa” che sappia unire socialità, efficienza e contestuale capacità di competere sul mercato.

«Serve un nuovo impegno - sottolinea il presidente Gasperoni - Nei prossimi anni sarà difficile conseguire utili, avere un’adeguata marginalità e disporre di una sufficiente liquidità, a causa del peggioramento del ciclo economico. In alcuni settori chiave avverranno importanti ristrutturazioni;  noi vogliamo comunque guidare questo processo. Pensiamo che le nostre cooperative debbano rafforzarsi patrimonialmente, avviare processi di integrazione, accorpamenti, migliorare l’efficienza, anche attraverso la contrazione dei costi di gestione e l’ottimizzazione dei fattori della produzione. Dobbiamo saper leggere il mercato, intuire come si modificherà nel corso della crisi, per poter dare risposte adeguate ai nuovi bisogni sociali, innovando la nostra offerta».

Le aziende aderenti a Legacoop, ha specificato Gasperoni, sono leader in settori chiave dell’economia e questo è ancor più vero in ambito provinciale  «dove contribuiamo alla tenuta di un tessuto economico-sociale fra i più avanzati d’Europa. Per questo siamo esigenti con le istituzioni. Esse devono garantire alle imprese strumenti idonei e opportunità per favorire la ripresa del ciclo economico, riprendendo ad investire in infrastrutture che possano migliore la competitività nel nostro Paese.  Per lo stesso motivo siamo oltremodo esigenti verso noi stessi. Siamo consapevoli che dobbiamo migliorare. Se vogliamo conservare e, possibilmente, incrementare le nostre quote di mercato, la nostra progettualità deve rafforzarsi. Abbiamo idee e valori che ci rendono fiduciosi, ma soprattutto siamo orgogliosi della nostra forza e del ruolo che le nostre imprese possono svolgere nel mercato e nella società».

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