Lo sfogo dell'agricoltore: "Persa l'intera produzione, navigo in un mare di guai e burocrazia"
"Avevamo tutti i diritti di vederci riconosciuto lo stato di calamità naturale, ma l’ex Ministro Centinaio ha ignorato i produttori emiliano-romagnoli e così facendo ha palesato un grave errore"
Gelate, cimice asiatica, Covid: sono stati anni difficili per il mondo agricolo. Domenico Errani, titolare dell’azienda agricola 'La Valle delle Albicocche' - con terreni tra Imola e Bagnacavallo - ha scritto alla Ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova in merito alle decisioni governative che hanno penalizzato i produttori emiliano romagnoli e coloro che producono con metodo biologico.
"Sono un agricoltore biologico dell’Emilia Romagna, Sono sposato e ho tre figi in età scolare e mi trovo a dovervi chiedere di porre rimedio a due pesanti ingiustizie - si legge nella missiva - Nel 2018, e precisamente il 26, il 27 e il 28 febbraio, l’Italia tutta è stata colpita dal gelo di Burian. Le produzioni, pur essendo assicurabili, non si potevano ancora coprire in quanto le compagnie non si erano ancora rese disponibili e molte aziende, compresa la mia, hanno perso l’intera produzione: 24 ettari di albicocco e pesco bio. Da segnalare che noi che coltiviamo con il metodo biologico siamo stati i più colpiti. Avevamo tutti i diritti di vederci riconosciuto lo stato di calamità naturale, ma l’ex Ministro Centinaio ha ignorato i produttori emiliano-romagnoli e così facendo ha palesato un grave errore. Sarebbe giusto e doveroso un intervento finalizzato a riparare ciò".
"Da dieci anni la castanicoltura è in grave crisi a seguito dell’arrivo della vespa cinese - prosegue la lettera dell'agricoltore - Abbiamo perso un’economia della montagna, una possibilità di fare reddito per le zone marginali. Sulla questione cimice asiatica, lei signora Ministra nei mesi scorsi non ha inserito l’albicocco tra le specie indennizzabili e non ha riconosciuto le aziende biologiche tra quelle più colpite dalla cimice asiatica. Vede signora Ministra, le innumerevoli forme di agricoltura rappresentano un bellissimo arcipelago immerso in un mare di guai e di burocrazia: veda di “restare a bordo” e di non essere ricordata come la 'Schettino' dell’agricoltura italiana. Veda soprattutto di riparare all’ingiustizia del 2018 e a quella della cimice asiatica sul biologico e sull’albicocco. Mi permetta di esprimerle che sul caporalato lei ha condotto una battaglia giusta, ma ha lasciato noi produttori soli con le nostre 80 ore di lavoro settimanali mal o mai pagate disattendo uno dei punti fondamentali della Pac, “assicurare un tenore di vita equo agli agricoltori”. Personalmente non mi sento più un cittadino, ma un suddito, e purtroppo con questa classe dirigente dell’agro-alimentare all’agricoltore italiano, dopo che si è già scelto la cassa da morto, non gli resta che scegliersi il cimitero".