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Lugo, sindacati preoccupati per la Cepal: "Occorre un piano di sviluppo"

Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil territoriali, sono molto preoccupati per il futuro occupazionale dei lavoratori della Cepal, cooperativa agricola che da decenni opera sul territorio ravennate

La crisi dell’ortofrutta a livello mondiale e i consumi in calo su base nazionale sono alla base delle attuali difficoltà del settore. L’Emilia-Romagna, leader da sempre per la sua filiera completa e la qualità del prodotto, dal campo al consumatore, con i suoi magazzini per la lavorazione del prodotto, sta subendo gravi danni a discapito di agricoltori e dipendenti.

Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil territoriali, sono molto preoccupati per il futuro occupazionale dei lavoratori della Cepal, cooperativa agricola che da decenni opera sul territorio ravennate e che, attraverso una rete di soci conferitori, esegue lavorazioni sulla frutta, mele, pere, kiwi, albicocche e pesche da immettere sul mercato italiano ed estero.

“Sono 15 mesi che i sindacati di categoria chiedono al presidente della cooperativa e al consulente esterno – affermano i rappresentanti dei lavoratori -, che negli ultimi mesi lo ha affiancato, un piano di sviluppo e un piano industriale e di rilancio che tengano conto degli oltre 200 lavoratori che, ogni giorno, svolgono la propria opera all'interno dei magazzini. Non si sono ottenute risposte concrete, ma solo ipotesi di programmi per il futuro con ipotetiche lavorazioni di ortaggi sullo stabilimento di Conselice e il mantenimento delle lavorazioni di frutta sullo stabilimento di Lugo”.

“L'unica cosa che si è realizzata – fanno notare gli esponenti sindacali -, che non era nei programmi che ci erano stati prospettati in questi lunghi mesi, e stata la chiusura dello stabilimento di Conselice con il trasferimento dei lavoratori sullo stabilimento di Lugo creando così grossi disagi”.

“Oggi la Cepal sta attraversando una profonda crisi e la situazione degli oltre 200 dipendenti, di cui il 90% donne – spiegano -, è appesa alle proposte che si avranno in questi giorni da altre strutture cooperative del territorio. Si parla di fusione, di collaborazioni, ecc. Le organizzazioni sindacali Fai, Flai e Uila chiedono con forza di sapere come intende muoversi la direzione aziendale, che  idee e prospettive ci sono per il futuro degli oltre 200 dipendenti e auspicano che venga aperto un tavolo di confronto che porti finalmente ad azioni costruttive”.
 

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