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Olio e furbetti, Coldiretti: "Il dop Brisighello garanzia di qualità e salubrità"

E’ quanto tiene a puntualizzare il presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli alla luce della maxi inchiesta condotta dal procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, sugli extravergini tarocchi

 “Trasparenza assoluta a garanzia della qualità e quindi del consumatore finale. Queste, da sempre, sono le caratteristiche che contraddistinguono l’olio di Brisighella, non a caso primo olio extravergine italiano ad ottenere nel lontano 1975 il marchio Dop (Denominazione di Origine Protetta)”. E’ quanto tiene a puntualizzare il presidente Coldiretti Ravenna Massimiliano Pederzoli alla luce della maxi inchiesta condotta dal procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, sugli extravergini tarocchi. L’Italia è infatti il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri.

“Se si vuole acquistare un buon extravergine italiano bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro – ricorda Pederzoli – soglia minima per coprire i costi di produzione. Peraltro – aggiunge il presidente – il valore e quindi il prezzo del prodotto aumenta a seconda delle diverse provenienze territoriali”. E’ il caso del Brisighello, prodotto sulla base di una rigida adesione al disciplinare Dop che ne garantisce qualità unica, gusto, salubrità e venduto al consumatore tra i 15-17 euro/kg. “I nostri produttori – prosegue Pederzoli – non usano trucchi o inganni, la filiera è totalmente trasparente e certificata”.

Fattori questi di fondamentale importanza in un mercato nazionale dell’olio – come denunciato più volte da Coldiretti – sempre più ‘inquinato’ da importazioni e frodi. Nel solo 2014, anno caratterizzato da una forte contrazione della produzione nazionale e locale, sono giunte dall'estero ben 666 mila tonnellate di olio di oliva e sansa come mai era avvenuto negli ultimi 20 anni, con un evidente rischio di commercializzazione di olio straniero spacciato come italiano. “Rischio che non corre il nostro Brisighello – puntualizza Pederzoli – perché qui la ‘filosofia’ è una ed una sola: si produce sulla base delle olive raccolte, senza alcun ‘doping estero’”.

Nel 2014, ad esempio, la produzione ha subito una contrazione del 30%, fermandosi a poco più di 4mila quintali, il che ha significato un blackout di commercializzazione lungo 4 mesi: “Ma i nostri produttori – spiega Pederzoli – ne hanno semplicemente preso atto, senza cercare scorciatoie o giochetti vari, limitandosi in pratica a confidare in una ripresa della produzione che poi è arrivata con l’annata 2015”.

Il clima perfetto, con questo autunno mite coinciso con la raccolta ancora in corso, ha infatti favorito rese e qualità. Quest’anno la produzione dovrebbe quindi tornare su livelli medio-buoni, assestandosi attorno ai 6mila quintali: “La qualità delle olive è ottima – fa il punto il presidente – questo grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia, assieme al maltempo, una delle cause del crollo produttivo fatto registrare lo scorso anno”.

Il consiglio della Coldiretti è anche quello di guardare la scadenza e preferire l’extravergine nuovo guardando l’annata di produzione che molti, come nel caso dei produttori di Brisighello, indicano volontariamente in etichetta insieme alla varietà e provenienza delle olive utilizzate. “Chi cerca un olio buono e genuino – afferma Pederzoli – va di certo sul sicuro acquistando extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o rivolgendosi direttamente ai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica”.

Le avvertenze per il consumatore sono peraltro accompagnate da una incisiva attività di controllo da parte delle forze dell’ordine che hanno portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro grazie a oltre 6 mila controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi. Una attività importante che va sostenuta con l’attuazione della rigorosa cornice normativa definita con la legge 9 del 2013 fortemente sollecitata dalla Coldiretti che ha introdotto importanti misure per la trasparenza nel settore.

"Bisogna applicare - precisa la Coldiretti - le norme previste a partire dal controllo di regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata per cui, ad esempio, l’olio d’oliva viene spacciato per l’olio extravergine d’oliva e l’olio di sansa passa per olio d’oliva. Inoltre servono i controlli per la valutazione organolettica del prodotto che consentirebbero di distinguere e classificare gli oli extravergini d’’oliva individuandone le caratteristiche mentre bisogna fissare le sanzioni per il mancato uso obbligatorio dei tappi antirabbocco nella ristorazione dove continuiamo a trovare le vecchie oliere indifferenziate". “Questo – conclude Pederzoli – anche per difendere il patrimonio rappresentato dal Brisighello, eccellenza della nostra provincia garantita da oltre 400 produttori e 70mila piante di olivo”.

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