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Economia

Partita la stagione irrigua nella Romagna occidentale: nel 2017 distribuiti 67 milioni di metri cubi d'acqua

Già in funzione le condotte interrate in pressione e la distribuzione tramite i canali a cielo aperto gestiti dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale

Se nell’inverno appena trascorso si sono avute precipitazioni superiori alla media degli ultimi anni, soprattutto a cavallo dei mesi di febbraio e marzo, la stagione primaverile è partita all’insegna di temperature straordinariamente elevate e condizioni di tempo sereno, a parte qualche rovescio temporalesco che, nonostante la forte intensità, si è dimostrato insufficiente per l’approvvigionamento idrico. Era quindi inevitabile che, in un territorio caratterizzato dalla massiccia presenza di colture agricole idroesigenti, dovesse ripartire tempestivamente l’attività di distribuzione irrigua svolta dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.

I sistemi irrigui in gestione al Consorzio, accomunati da una medesima fonte di alimentazione che è il Canale Emiliano Romagnolo (Cer), sono di due tipi: la distribuzione tramite condotte interrate in pressione e consegna all’azienda agricola a mezzo di idranti muniti di contatori, presenti principalmente nella porzione di comprensorio a monte del Cer (alta pianura, ossia quella che si estende dal Cer fino alla via Emilia da Faenza a Imola); la distribuzione tramite i canali di bonifica a cielo aperto, che riguarda la porzione di comprensorio a valle del Cer (bassa pianura, ossia quella che si estende dal Cer fino al fiume Reno, al confine con la provincia di Ferrara). Quest’ultima viene mantenuta, in assenza di alternative, finché non verranno realizzate reti distributive più efficienti dietro concessione di finanziamenti pubblici dello Stato o della Regione. A tal riguardo, è stata da poco presentata la domanda di assegnazione del sussidio previsto dal Psr regionale per il finanziamento di un nuovo sistema irriguo di condotte interrate in pressione, denominato “via Pero”, a servizio di un territorio a nord di Lugo, compreso in linea di massima tra il Senio, la via Quarantola e l’abitato di Fusignano. Il progetto prevede che l’acqua distribuita, di fonte Cer, sia accumulata nell’invaso noto ai lughesi come “buche Gattelli”.

Al fine di contenere al massimo i prelievi da Cer, il Consorzio ha cercato di dosare il più possibile l’alimentazione dei vari sistemi in base alle richieste delle aziende agricole. Ciò nonostante, causa la perdurante assenza di precipitazioni, alcuni sistemi già funzionano a pieno regime, in particolare quelli degli impianti in pressione e dei principali vettori irrigui a cielo aperto. Contestualmente all’avvio della distribuzione irrigua si è resa necessaria, come ogni anno, l’istituzione delle reperibilità degli operatori del Consorzio, in turni che coprono i fine settimana e i giorni festivi. Si è così pronti a intervenire per fronteggiare eventuali rotture o blocchi dei sistemi in pressione, così come per risolvere le criticità che possono presentarsi nei canali vettori. La distribuzione tramite canali a cielo aperto è, infatti, attività di estrema delicatezza se si considera che occorre costantemente preservare la funzione originaria e preminente di scolo a cui sono preposte tali opere e, nel contempo, mantenente il tirante minimo d’acqua necessario per consentire le pratiche irrigue. Ciò si traduce in uno sforzo notevole degli operatori di campagna del Consorzio.

"Uno sforzo che è indispensabile per mantenere condizioni produttive nel territorio di nostra competenza – afferma il Presidente Alberto Asioli - Senza acqua irrigua non può esserci frutticoltura e neppure certe colture seminative e orticole idroesigenti, che tanto contribuiscono a sostenere il reddito e l’occupazione nella pianura e collina romagnola. Per questo il Consorzio, fedele alla propria missione originaria di valorizzazione complessiva del proprio comprensorio, sarà sempre in prima linea per soddisfare le richieste dei produttori, con l’occhio attento alla compatibilità economica e ambientale della propria attività". Un dato significativo è quello dell’acqua del Cer distribuita nello scorso anno: ben 65 milioni di metri cubi nella sola pianura compresa tra Sillaro, Lamone, via Emilia e Reno, a cui vanno aggiunti più di 2 milioni di metri cubi accumulati negli invasi irrigui interaziendali realizzati in collina negli anni scorsi nell’ambito del Psr regionale. Per l’assetto colturale tipico del territorio le condizioni meteo che più influiscono sul fabbisogno irriguo sono quelle della tarda primavera e del periodo estivo. E’ quindi ancora presto per dire se nel 2018 il dato dell’anno scorso verrà superato.

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