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Petrolchimico, Bonaccini: "Salvaguardare la filiera è fondamentale"

Il presidente della Regione Stefano Bonaccini è intervenuto al Tavolo regionale sul petrolchimico di Ferrara e Ravenna, riunito giovedì in viale Aldo Moro all’indomani dello sciopero di 8 ore dei lavoratori Eni Versalis

"L’Emilia-Romagna continua a tenere assieme l’asse padano del petrolchimico. Siamo fermamente convinti della necessità di rilancio e sviluppo di piano industriale, investimenti e occupazione nonché per il rafforzamento della competitività e della sostenibilità della chimica in Italia, strategica non solo per il manifatturiero italiano, ma per tutte le altre produzioni. Salvaguardare la filiera è fondamentale, e per farlo occorre rilanciarla". Così il presidente della Regione Stefano Bonaccini intervenendo al Tavolo regionale sul petrolchimico di Ferrara e Ravenna, riunito giovedì in viale Aldo Moro all’indomani dello sciopero di 8 ore dei lavoratori Eni Versalis, al termine del quale lo stesso presidente aveva incontrato i rappresentanti nazionali e regionali di Cgil, Cisl e Uil.

Il settore petrolchimico a Ferrara occupa più di 1.700 addetti diretti a cui occorre aggiungere circa 5.200 addetti dell’indotto e rappresenta il 4,2% dell’occupazione totale del territorio, mentre a Ravenna occupa quasi 1.700 addetti diretti, 7.800 addetti dell’indotto (3,2% dell’occupazione totale del territorio). "A breve ci sarà un altro incontro con il ministro Guidi - ha aggiunto il presidente Bonaccini - per proseguire il confronto sule prospettive della chimica italiana". All’ordine del giorno del tavolo il un punto della situazione dopo il summit a Roma, dei giorni scorsi, tra il ministro allo sviluppo economici Federica Guidi, i vertici di Eni e le Regioni. All’incontro – convocato dall’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi – sono intervenuti il Comuni di Ferrara e Ravenna, le Provincia di Ravenna e Ferrara, Unindustria Ferrara, Confindustria Ravenna, i sindacati regioni e di categoria (Femca-Cisl,Filctem Cgil e Uiltec-Uil) delle due territori.

Al ministro Guidi le regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – ribadita l’importanza strategica del quadrilatero Padano per il settore – hanno presentato un documento a firma congiunta chiedendo al Governo un attento monitoraggio degli sviluppi della vicenda Eni-Versalis. La Regione Emilia-Romagna ha richiesto in modo specifico "la conferma – ha spiegato l’assessore Costi - e la realizzazione in tempi strettissimi degli investimenti già previsti dal piano industriale di Eni, ovvero. L’investimento previsto per il polo di Ferrara pari a 200 milioni di euro per l'impianto 27, ovvero per la sostituzione della tecnologia da cesello a tubolare dell'impianto di polietilene di Ferrara e aumento della sua capacità produttiva, nonché l'investimento previsto sull'impianto di Ravenna SBR Solution per la produzione di gomme per il green tyre per un importo di 200 milioni. Investimenti che che si aggiungono a 1 miliardo e 200 milioni di euro di investimenti previsti nel periodo 2015-2018 concentrati soprattutto nel ‘quadrilatero padano’ di Ferrara-Ravenna-Mantova- Venezia".

Tra le soluzioni percorribili, individuate dalle Regioni, quello dell’associazione a un grande produttore di poliolefine che, avendo già impianti distribuiti in tanti Paesi del mondo e essendo già utilizzatore in larga misura di gas associati come materia prima, avrebbe la possibilità di mediare i più alti costi della materia prima degli impianti italiani e di acquisire una posizione molto forte in uno dei più importanti mercati d’Europa. "Tra le ipotesi in campo – ha aggiunto l’assessore Costi -  occorre inoltre valutare se i fondi del super piano industriale della Cassa depositi e prestiti possano essere strategici per rilanciare il settore, per completare gli investimenti, assicurare i lavoratori ed eventualmente accompagnare l’azienda in un percorso di rilancio. L'utilizzo del fondo strategico italiano per completare gli investimenti, assicurare i lavoratori ed eventualmente accompagnare Versalis in un possibile percorso in borsa segnerebbe il ruolo attivo della Cassa depositi e prestiti, come soggetto di garanzia grazie allo strumento di partnership pubblico privato, e permetterebbe davvero un intervento di ampio respiro".

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