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Economia

Pitesai ed estrazioni di gas, Vacchi (Cgil): “Ravenna può diventare un modello per la transizione ecologica”

Il segretario generale della Filctem Cgil Ravenna: "Accelerare sui progetti avanzati di eolico e fotovoltaico a mare. La conformità dell’area industriale, inoltre, favorisce progetti per lo sviluppo dell’idrogeno e di CCS"

"In un clima infuocato da venti di guerra, bollette energetiche e un’inflazione in costante risalita, il Governo ha finalmente approvato il Pitesai definendo le aree idonee per le attività di estrazione. Ci sono voluti ben 3 anni. Inutile recriminare. Chi aveva un minimo di competenza nel complesso mondo dell’energia aveva avvisato dei rischi che poi si sono configurati: costo bollette, stop ad attività produttive e conseguente perdita di salario e di posti di lavoro, limitazione dell’autonomia energetica (e quindi economica), tensioni geopolitiche e danni ambientali (riattivazione di centrali a carbone, approvvigionamento tramite navi-gasiera). Chi di energia si occupa tutti i giorni, mentre il mondo riscopriva la propria sensibilità ambientale, aveva anche avvisato che rinunciando al gas ci saremmo consegnati al nucleare". Questa l'analisi sul tema dell'energia da parte di Alessio Vacchi, segretario generale della Filctem Cgil Ravenna.

"Oggi la discussione sul nucleare si è riaperta anche da noi, nonostante due referendum. Siamo passati dai ragazzi del FFF che chiedono, giustamente, un ambiente più sostenibile, all’idea che pur di abbassare i prezzi ogni mezzo è necessario. Questa distanza è la misura tra la teoria e la pratica, tra la demagogia e il cinismo - continua Vacchi - Il tempo perso non si recupera più. Come non si recuperano più i mancati investimenti. Solo a Ravenna, prima della moratoria e dopo un referendum, erano stati stanziati 2 miliardi. Non si recuperano più i posti di lavoro persi e le competenze che hanno abbandonato il nostro Paese".

“Oggi abbiamo il dovere di cambiare senso di marcia almeno per evitare ulteriori danni e provare a vincere la sfida epocale della transizione energetica-ambientale – spiega il segretario generale della Filctem Cgil ravennate -. La vinceremo, se e solo se, sarà davvero giusta anche sul piano sociale e globale. L’ambiente è di tutti, non è accettabile che per migliorare le nostre performance ambientali il prezzo lo debbano pagare i paesi poveri del mondo, sia in termini economici che sociali e ambientali (noi riduciamo la CO2 in Europa, che è responsabile del 8% delle emissioni globali, e per farlo devastiamo ambientalmente quei paesi che dispongono dei metalli rari necessari alle rinnovabili)”.

"Per cambiare marcia il Pitesai da solo non è sufficiente. Servono scelte concrete e chirurgiche, politiche industriali ed energetiche credibili e condivise. Serve un vero coinvolgimento di tutte le competenze disponibili a partire dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore. La transizione richiede tempo e per realizzarla serve una fonte energetica stabile e sicura. La Commissione Europea ha identificato il nucleare e il gas - rileva Vacchi - L’Italia rappresenta la seconda manifattura d’Europa. Il settore automotive vale circa il 20% del Pil. Non disponiamo di materie prime e siamo pesantemente gravati da un debito pubblico insostenibile. Per non compromettere la nostra sostenibilità economica e la nostra competitività industriale siamo chiamati ad utilizzare tutte le risorse di cui disponiamo. A partire dal metano, la cui produzione va aumentata. Per farlo sono necessari nuovi pozzi. Contemporaneamente è indispensabile investire nelle tecnologie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idrogeno) e in tutte quelle tecnologie che, oggi, consentono risposte immediate al fine di coniugare le esigenze ambientali e produttive, inclusa la CCS o CCSU. Ci sono già esperienze nel mondo e in Europa, l’Italia non può limitarsi a guardare, al contrario deve mettere a disposizione le proprie esperienze e le proprie notevoli competenze".

“A Ravenna, che può e deve rappresentare un modello, ci sono tutte le condizioni per vincere la sfida della transizione ecologica – conclude Alessio Vacchi -. Progetti avanzati di eolico e fotovoltaico a mare, su cui è necessario accelerare. La conformità dell’area industriale, inoltre, favorisce progetti per lo sviluppo dell’idrogeno e di CCS. A Ravenna, ci sono le condizioni per incrementare le attività e la produzione di gas, a partire dalle infrastrutture ancora esistenti e funzionanti e dalla ricerca scientifica geologica. Abbiamo le normative più restrittive al mondo in materia di sicurezza e ambiente. Le nuove normative, imposte ai concessionari italiani, obbligano a standard di sicurezza ambientale che non possono essere garantiti dai nostri dirimpettai e concorrenti che usufruiscono di altre norme e leggi”.

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