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Economia

Porto, l'analisi dei primi 8 mesi di traffico merci: "Meglio del previsto"

"Dal punto di vista geografico - conclude Di Marco - i primi 8 mesi mostrano un chiaro riposizionamento del porto a vantaggio di Cina e Medio-Oriente rispetto ad Stati Uniti e Nord Europa".

Cala il traffico merci al porto di Ravenna nei primi otto mesi del 2015, ma l'andamento risulta migliore rispetto alle previsioni per effetto dei "tanti problemi gestionali". Il volume è risultato pari a 16.086.238 tonnellate di merce, l’1,2% in meno rispetto alle 16.284.242 tonnellate registrate nel periodo gennaio-agosto dello scorso anno. In particolare gli sbarchi sono stati pari a 13.675.632 tonnellate (4.092 tonnellate in più rispetto allo scorso anno), mentre gli imbarchi ammontano a 2.410.606 tonnellate (-7,7%). Il mese ha registrato una movimentazione di 1.702.240 tonnellate (-5,1% rispetto ad agosto 2014).

In calo il numero delle navi, 1.851 attracchi contro i 2.099 dello scorso anno (-11,8%). Le merci secche, hanno segnato un aumento del 2,4% (250 mila tonnellate in più), le rinfuse liquide hanno fatto registrare una flessione pari al 7,8%, mentre per le merci unitizzate, quelle su rotabili sono in calo del 21,2%, e, invece, quelle in container risultano in aumento del 3,0%. L’incremento in valore assoluto più evidente è per i prodotti metallurgici, con 396.214 tonnellate e un incremento pari a +10,6%, passati da 3.726.678 a 4.122.892 tonnellate, quasi tutti coils e provenienti per quasi la metà da Cina, Russia e Italia (Taranto), mentre gli incrementi più significativi si sono registrati per Cina, Iran e Corea del Sud. 

Piuttosto positivo anche il dato dei materiali da costruzione (+7,8%, pari a 216.618 tonnellate) ed in particolare delle materie prime per le ceramiche, passate da 2,312 a 2,542 milioni di tonnellate (+9,9%).  Per il comparto agroalimentare (derrate alimentari solide e prodotti agricoli) si è registrata una flessione pari all’11,9%. Tra queste ultime il calo più rilevante è sia per le farine di soia e girasole provenienti soprattutto da Argentina, Brasile e Russia, che per il granoturco in particolare per quello importato dall’Ucraina. In aumento invece il frumento proveniente in buona parte da Canada, Ucraina e USA. In aumento anche i combustibili minerali solidi, in particolare coke (+7,3%). Tra le rinfuse liquide risultano in calo i prodotti chimici (-10,3%), i prodotti petroliferi (-7,1%) e i prodotti alimentari liquide (-7,4%), soprattutto oli.

Positivo il risultato del traffico container che con 163.470 TEUs, ha registrato 18.093 TEUs in più (+12,5%) rispetto allo scorso anno. In particolare però l’aumento è stato pari a 6.066 TEUs per i pieni (+5,5%) e 12.027 per i vuoti (+34,1%). Buono il mese che con 21.287 TEUs movimentati ha superato il traffico di agosto 2014 (20.621 TEUs). Il traffico di nuove autovetture è stato pari a 15.479 pezzi, in calo del 13,5% rispetto allo scorso anno. Il numero dei trailer di gennaio-agosto è stato pari a 43.565 contro i 52.316 del 2014 (-16,7%). In crescita la linea Ravenna-Catania, dove sono stati movimentati 30.917 trailer, 54 in più rispetto allo scorso anno, e la linea Ravenna-Brindisi con 8.783 pezzi contro i 7.880 del 2014.

Sulla linea della Grimaldi con la Grecia, ripresa a luglio si sono contati 291 pezzi da/per Igoumenitsa e 2.309 da/per Patrasso, anche se tale linea fatica ancora a decollare. Da un’analisi del foreland marittimo del porto emerge che, i Paesi che hanno fatto registrare le principali variazioni positive in termini assoluti sono Cina, Iran, Turchia e Ucraina (1.337.061 mila tonnellate in più), mentre i Paesi con cui gli scambi sono calati in maniera più significativa sono stati Grecia, Stati Uniti, Italia e Germania (complessivamente 1.100.213 mila tonnellate in meno).

“Nonostante i tanti problemi gestionali (dosso in avamporto, casse di colmata, impossibilità di dragare), il traffico dei primi 8 mesi è andato meglio del previsto – commenta il presidente dell’autorità portuale di Ravenna, Galliano Di Marco – anche se agosto, soprattutto in alcuni settori, è stato un po’ deludente. Il numero di navi è calato ma ne è aumentata la dimensione media e questo è un dato molto positivo''.

LA FORZA DELL’AGROALIMENTARE - ''Nel settore dell’agroalimentare (cereali, derrate alimentari, mangimi, oleaginosi) stiamo recuperando la forte perdita dei primi 6 mesi (a fine giugno perdevamo il 20%, a fine agosto “solo” il 10%) e, secondo le previsioni dei nostri operatori, con i quali mi sono confrontato nei giorni scorsi, avremo un netto recupero da qui a fine anno - prosegue Di Marco -. Continuano a deludere i prodotti petroliferi ed i rotabili, anche se in questo secondo caso, prevediamo un buon recupero entro la fine dell’anno. La decisione di installare l’impianto di trattamento provvisorio dei sedimenti al Terminal T&C complicherà la vita al nostro Terminal Traghetti, ma riteniamo il dragaggio più strategico. In ogni caso, abbiamo fissato l’asticella a circa 65.000 pezzi (Tir tolti dalla strada) nel 2015 e contiamo di raggiungere tale risultato''.

''Relativamente al petrolio non disponiamo di molti dati ma la situazione desta qualche preoccupazione e, pertanto, la osserviamo con attenzione - continua il presidente dall'autorità portuale -. Siamo felici ed orgogliosi che una multinazionale come Bunge abbia deciso di investire su Ravenna ma abbiamo il dovere di dare risposte sul dragaggio concrete, non politiche, come quelle che si leggono sui giornali locali. Il 21 ottobre presenteremo in Comitato Portuale il Progetto di Rimodulazione del Progetto Hub e vedremo già quel giorno chi sta con il porto di Ravenna non solo a parole ma nei fatti".

"Noi non ci siamo mai fermati e non ci fermeremo un attimo neanche davanti ai tanti conflitti di interesse che proprio il Progettone ha portato allo scoperto. Quanto alle casse a mare da fare dentro le dighe, voglio rimarcare l'estrema imprecisione delle notizie che ho  letto domenica scorsa e anche su questo faremo presto chiarezza. Dal punto di vista geografico - conclude Di Marco - i primi 8 mesi mostrano un chiaro riposizionamento del porto a vantaggio di Cina e Medio-Oriente rispetto ad Stati Uniti e Nord Europa". 

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