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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Metalmeccanici e diritti sindacali: Fiom chiede incontro a Confimi Ravenna

Il direttivo provinciale della Fiom Cgil ha dato mandato, al segretario provinciale della categoria, di chiedere a Confimi Ravenna un incontro, per chiarire se intende riconoscere ai metalmeccanici della Fiom i diritti sindacali

Il direttivo provinciale della Fiom Cgil ha dato mandato, al segretario provinciale della categoria, di chiedere a Confimi Ravenna un incontro, per chiarire se intende riconoscere ai metalmeccanici della Fiom i diritti sindacali, salvaguardando in questo modo una storia di buone relazioni costruita negli anni tra la Fiom e il mondo della piccola e media impresa, che oggi Confimi rappresenta.  

Confimi è un’associazione di rappresentanza nata a fine del 2012 per iniziativa di una parte di aziende della piccole e media impresa associate a Confapi. Illustra il sindacato: "Quest’ultima, inizialmente, ha cercato di accreditarsi a livello nazionale, quale soggetto contrattuale nei confronti di Cgil, Cisl e Uil, nonostante le giuste perplessità dei sindacati sulla continua polverizzazione del sistema di rappresentanza aziendale e la conseguente proliferazione contrattuale, con il rischio di un dumping contrattuale all'interno degli stessi settori. Una situazione a nostro avviso da evitare assolutamente".

Continua Fiom Cgil: "Ottenuto il riconoscimento dalle confederazioni nazionali ad agosto, fermo restando alcune condizioni e una serie di impegni che puntualmente sono stati disattesi, Confimi ha avviato un confronto con le sole organizzazioni Fim Cisl e Uilm Uil per un suo contratto nazionale da applicare nel settore della metalmeccanica escludendo la Fiom Cgil. Il contratto è stato siglato, da Fim e Uilm, in data 1 ottobre 2013. Il comportamento di Confimi contrasta con i contenuti degli accordi siglati con le confederazioni sindacali, alle quali appartengono sia le federazioni di categoria firmatarie che quella esclusa dalla trattativa".

"Come del resto appaiono evidenti contrasti anche con i richiami delle diverse sentenze emesse dai tribunali in materia di diritti sindacali, fino alla recente sentenza della corte costituzionale sul caso Fiat - prosegue il sindacato -. Quanto sopra rende evidente e urgente nel nostro paese un intervento legislativo in materia di  rappresentanza per determinare quando e chi può sentirsi legittimato a firmare un contratto nazionale che sarà poi applicato a tutti i lavoratori".

Il direttivo provinciale della Fiom Cgil ritiene "molto grave, come del resto ha giudicato anche la Cgil, l'atteggiamento di Confimi che con la firma di questo contratto nazionale, aggiunge un ulteriore contratto separato nella categoria, negando i diritti sindacali alla nostra organizzazione. L'esistenza di un'organizzazione sindacale rappresentativa in azienda non può dipendere dalla volontà delle imprese, ma solo e unicamente dalla volontà dei lavoratori. Qui non è in gioco un diritto sindacale, ma un principio democratico".

Conclude il sindacato: "L'applicazione del contratto nazionale Confimi, sul quale la Fiom Cgil ha espresso un giudizio negativo, vede di fatto la negazione per la nostra organizzazione di una serie di diritti sindacali tra i quali l'assemblea dei lavoratori, il diritto di affissione e la possibilità di eleggere propri delegati. Se l'azienda, decidendo con chi trattare, determina anche quale sindacato possa restare in azienda, allora si sancisce la fine del sindacato rivendicativo, trasformandolo sempre più in un sindacato che pur di esistere accetta le condizioni poste dalle imprese".

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