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Economia

"Senza un’industria energetica unita a rischio investimenti e posti di lavoro"

Rem 2016 ha ridisegnato gli scenari e le politiche previste dalla COP21 in tema di cambiamenti climatici attraverso i contributi di autorità governative, comunità scientifica, analisti economici e settore dell’energia

“Non è utile contrapporre fonti fossili e fonti rinnovabili. Ognuna svolge un proprio ruolo nel soddisfacimento del fabbisogno energetico. Rinunciare alla produzione nazionale di gas naturale in Italia porterebbe un danno incalcolabile all’occupazione e all’economia e in particolare al distretto offshore dell’Adriatico dell’Emilia-Romagna, il più importante d’Italia, senza produrre alcun beneficio per l’ambiente”. A lanciare l’allarme è il presidente di Rem 2016, Innocenzo Titone, chiudendo a Ravenna la terza edizione  della conferenza del Mediterraneo dedicata all’energia rinnovabile (Renewable Energy Mediterranean Conference&Exhibition), con l’alto patrocinio dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico. Una due giorni che ha visto partecipare 200 delegati, una cinquantina tra aziende e associazioni, 40 papers, 8 sessioni di lavoro e un centinaio di visitatori, in gran parte universitari e rappresentanti di aziende.

Il comparto dell’oil&gas del Distretto di Ravenna potrà avere un peso importantissimo nella fase di transizione del dopo COP 21. È un polo che conta 50 aziende e occupa a Ravenna 6.700 dipendenti Di questi 900 sono già stati spostati dalle multinazionali in altri Paesi o hanno perso il lavoro. Ma, se si bloccassero in modo definitivo le attività, si potrebbero perdere ulteriori 2500 professionalità. Lavoro a rischio ma anche “cervelli” che sarebbero costretti a migrare provocando la perdita della leadership nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia, che hanno consentito la crescita di intere filiere produttive, dall'idroelettrico alla geotermia, dal solare all’eolico, dal petrolio al gas naturale. Con la conseguenza inevitabile della perdita di risorse economiche: in Italia, la filiera tecnologica legata al settore energetico vale oltre 130 miliardi di euro di cui circa 22 miliardi di euro all’anno legati al settore dell’oil&gas.  La posta in gioco, insomma, è molto alta per il Paese. “Il gas – ha ribadito Titone - è la fonte che più ha contribuito al contenimento della crescita delle emissioni in Italia e nel mondo negli ultimi 10 anni e che anche nei prossimi decenni aiuterà di più nel limitare la crescita delle emissioni climalteranti”.

Rem 2016 ha ridisegnato gli scenari e le politiche previste dalla COP21 in tema di cambiamenti climatici attraverso i contributi di autorità governative, comunità scientifica, analisti economici e settore dell’energia. Significativi i contributi arrivati dal mondo accademico (Università Politecnica delle Marche, di Messina, Politecnico di Milano e Torino, Nus Singapore) sulle prospettive legate alla transizione verso un’economia circolare che punti sempre più al riutilizzo dei prodotti minimizzando al contempo le emissioni, progettando soluzioni tecnologiche ad alta efficienza e riutilizzando competenze ed infrastrutture esistenti nell’industria dell’energia.  Ma la complessità dei processi decisionali in tema di energia e clima rende necessario adottare un approccio multidisciplinare e garantire una forte condivisione e collaborazione tra i decisori politici a livello nazionale, regionale e locale e mondo accademico, scientifico e industriale. In questa direzione, l’intervento di Monica Salvia del Cnr-Imaa di Potenza, teso a fornire ai pianificatori energetici ed ai rappresentanti degli enti locali e regionali un quadro conoscitivo sulle principali tematiche inerenti le smart city e alla presentazione di alcuni esempi di buone pratiche per dare impulso ad una transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio attraverso un forte coinvolgimento dei governi locali e delle relative comunità.

Nella sfida al cambiamento climatico è importante il contributo che può arrivare dalle aziende dell’oil&gas (Eni, Total, Shell, Edison, Apennine Energy, Irminio) che hanno know-how e capacità innovative di eccellenza e hanno dimostrato nei loro interventi come è possibile valorizzare le risorse nazionali nel pieno rispetto di ambiente e sicurezza sul lavoro. In particolare, Diego Mezzadri di Apennine Energy SpA si è soffermato sui  due innovativi impianti di trattamento del gas naturale caratterizzati da zero emissioni ed elevata efficienza energetica, realizzati a Nervesa della Battaglia e Falconara Marittima Gli impianti sono dotati di una sezione dedicata alla produzione di Azoto in loco (gas inerte con impatto ambientale nullo) che viene utilizzato per il funzionamento dell’impianto, azzerando gli autoconsumi di gas e l’emissione in atmosfera di gas ad effetto serra.” Da Nord a Sud del Paese, l’esperienza siciliana presentata da Antonio Pica, Irminio Srl, il cui progetto, in via di sviluppo, punta alla realizzazione di un centro di ricerca sperimentale e formativo destinato a studiare innovazioni in ambito agricolo e zootecnico, utilizzabili dagli agricoltori e dagli allevatori locali. Il centro di ricerca potrà sfruttare l’energia, sia elettrica che termica, prodotta dal cogeneratore che è stato associato ai pozzi di estrazione di idrocarburi situati nel territorio di Ragusa

Il dopo Cop 21 è già una realtà come è emerso nella presentazione di alcune case histories relative a soluzioni tecnologiche per rispondere alle sfide di un futuro a basse emissioni. Particolarmente innovativa l’esperienza presentata da Tonia Principe, Matide Mazzotti, Matteo Algeri, ricercatori di Micoperi Blue Growth, la start up nata nel 2014 dalla volontà di Micoperi di investire nella ricerca italiana proiettata allo sviluppo della “Blue Economy”. MBG ha sviluppato un sistema controllato per la produzione di spirulina di alta qualità, una microalga dalle naturali potenzialità in campo farmaceutico, nutraceutico e medico. La coltivazione sarà effettuata in serre modulari sul territorio dell'Emilia Romagna, in filiera controllata e per tutto l’anno. Grazie all’utilizzo della CO2 atmosferica come sorgente per la crescita cellulare, si avrà un effettiva riduzione della CO2 in quanto il dissipatore principale della CO2 è la stessa spirulina che consuma anidride carbonica e produce O2 a tassi elevati.

Una vera svolta tecnologica: riuscire a sfruttare un gas senza bruciarlo e quindi senza produrre emissioni. È il progetto di Massimo Onofri, Mec System srl, distributore Ener-Core,  che si è concentrato sul recupero dei gas di scarico di bassa qualità prodotti da una vasta gamma di settori, utilizzando una tecnologia di ossidazione senza fiamma e, contemporaneamente, la produzione di calore ed energia a bassissimo livello di emissioni.  Il mare offre energia pulita e di buona affidabilità. Andrea Gulisano, nella start-up Wave for Energy, ha proposto un giroscopio accomodato in uno scafo che produce energia sfruttando il moto oscillante delle onde. Già testato nel mare di Sicilia, si propone come una interessante innovazione per inserire nel basket delle energia “carbon free” anche il moto marino. 
 LNG è un combustibile fossile a minor impatto ambientale che può essere utilmente impiegato nella realtà marina in alternativa al bunker. Ciò nonostante sembrano sussistere resistenze nella penetrazione del mercato dei carburanti navali le cui ragioni sono state illustrate da Mattia Raimondi, Rosetti Marino, che ha insistito sulla necessità di passare dalle parole ai fatti. Il presidente di Rem 2016, Innocenzo Titone, al termine dei lavori ha annunciato la prossima edizione di OMC (Offshore Mediterranean Conference & Exhibition), la più importante vetrina internazionale del Mediterraneo  dell’Oil & Gas, che si terrà dal 29 al 31 marzo 2017.

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