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Economia

Riforma Bcc: la cooperazione provinciale incontra i parlamentari ravennati

L'invito ai parlamentari è stato formulato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane e non da una singola associazione

Si è svolto lunedì mattina a Ravenna nella sede di Confcooperative l’incontro richiesto dalle tre centrali cooperative provinciali (Agci Ravenna-Ferrara, Confcooperative Ravenna e Legacoop Romagna) con i senatori Stefano Collina e Josefa Idem e i deputati Alberto Pagani e Giovanni Paglia per discutere della riforma del sistema bancario cooperativo attualmente in discussione alle Camere. Presenti anche i presidenti delle due Bcc del territorio. L'invito ai parlamentari è stato formulato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane e non da una singola associazione proprio perché la riforma contiene elementi che riguardano l'ordinamento generale della cooperazione e che investono la responsabilità complessiva del movimento cooperativo italiano. 

Il Decreto Legge varato dal Consiglio dei Ministri, predisposto sull’impianto messo a punto tra Ministero dell’Economia, Banca d’Italia e Federcasse (che da tempo aveva presentato il proprio progetto di auotoriforma) prevede che il sistema delle Bcc si costituisca in un unico Gruppo a livello nazionale. Il tutto mantenendo e valorizzando le peculiarità del sistema bancario cooperativo e quindi il radicamento territoriale delle singole banche, l’attenzione alle famiglie, alle imprese locali e alle realtà sociali. "Quello che ci preoccupa però - hanno messo in luce i rappresentanti della cooperazione provinciale - è la norma sul cosiddetto “way-out” che prevede la possibilità per le banche che hanno un patrimonio superiore a 200 milioni di euro (attualmente 12 in Italia) di fare scelte diverse. Pur condividendo la necessità di consentire libertà di scelta, devono essere previsti requisiti appropriati".

"In particolare - hanno spiegato i rappresentanti provinciali - ciò che il mondo cooperativo ritiene sbagliato è che, in questi casi, si possa disporre delle riserve indivisibili, patrimonio accantonato dai soci in oltre 100 anni di storia. Il punto è che i principi fondamentali e comuni a tutto l’ordinamento cooperativo, radicato nella Costituzione, vengano rispettati. Tra di essi la solidarietà intergenerazionale delle cooperative che si esprime nell’indivisibilità delle riserve. L’assoluta salvaguardia dei principi generali dell’ordinamento cooperativo italiano è irrinunciabile ed impegno comune dell’Alleanza delle Cooperative Italiane. Per questo esprimiamo la nostra assoluta contrarietà alle modifiche apportate dal Decreto Legge in esame all’articolo 150-bis del TUB in relazione alla possibilità di affrancamento delle riserve indivisibili. Crediamo ciò sia profondamente sbagliato e che si tratti, per citare una frase del presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini, di un vero e proprio ‘scippo generazionale'".

Ribadendo infine l’obiettivo principale della riforma, quello di un forte processo di integrazione tra cooperative di credito che dia vita ad un Gruppo cooperativo fatto di Bcc "ai parlamentari chiediamo - hanno concluso i rappresentanti delle Centrali cooperative - di essere attenti nel difendere i principi fondanti dell’impresa cooperativa, patrimonio dell’imprenditorialità italiana. Chiediamo inoltre un’attenzione sulla regolazione del periodo transitorio nel contenimento dei tempi entro i quali ciascuna Bcc deve impegnarsi nel percorso di attuazione. Superfluo sottolineare, infatti, i rischi che deriverebbero dal lasciare soci e clienti delle Bcc in una prolungata incertezza sulla prospettive della propria banca".

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