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"Rilanciare il porto turistico di Marinara partendo dai servizi nautici"

Per rilanciare il porto turistico di Marinara bisogna cambiare strategia e puntare sui servizi nautici. Ne è convinto Pietro Calvelli, l’estensore del progetto a mare del porto di Marina di Ravenna presentato nel 1982

Per rilanciare il porto turistico di Marinara bisogna cambiare strategia e puntare sui servizi nautici. Ne è convinto Pietro Calvelli, l’estensore del progetto a mare del porto di Marina di Ravenna presentato nel 1982, elaborato dall’ing. Luigi Mezzetti, poi ceduto e realizzato da SEASER. Opera tuttora all’interno del porto, essendo presidente dello Yacht Club Romagna, Centro di Istruzione Nautica affiliato al Coni ed alla Federazione Italiana Vela, dal 1978 scuola nautica.

E con una lettera aperta, inviata alla stampa da Alvaro Ancisi, leader di “Lista per Ravenna” (movimento di cui Calvelli è stato anche candidato al consiglio comunale) sollecita il sindaco a fare di più. Calverlli sottolinea che “il postulato secondo cui i posti barca devono essere accompagnati da una cubatura edilizia delle proporzioni realizzate è solo la scusa di speculatori che ne hanno convinto anche persone probabilmente in buona fede”.

“Ormai che tutto questo cemento è realizzato, si pone il problema di come volgere l’esistente a favore della località e correggere gli errori di fondo sinora commessi – scrive l'esperto -. Per sviluppare Marinara occorre capire operazioni analoghe e comprendere come mai alcune hanno avuto successo ed altre sono fallite più volte, come Lavagna, Porto Cervo, Punta Ala, Cervia e Cesenatico. Come si comprende da tali esempi, l’idea di collegare appartamenti a posti barca è assolutamente deleteria perché chi ha una barca abitabile non necessita affatto di un alloggio in muratura, bensì di servizi nautici”.

“L’operazione più proficua e necessaria è quella di rivalutare il posto barca attraverso molteplici operazioni promozionali – sostiene l'esponente di Lpr -. Ben diverse dai cosiddetti outlet oppure dalle giostre per bambini e spettacoli da fiera di paese. Purtroppo queste operazioni promozionali avrebbero richiesto conoscenze ed investimenti che Seaser non è mai stata in grado di concepire, comprendere, né tanto meno finanziare. Inoltre, se la politica di chi costruisce un porto con poche risorse economiche è quella di vendere sulla carta quanto costruito, a che titolo egli potrebbe poi investire denaro per rivalutare beni già di proprietà altrui?”.

“Eppure a tutt’oggi il Porto Turistico, essendo già esistente, potrebbe diventare il centro della nautica più importante del Nord Italia, se solo si potessero attivare le varie iniziative più volte proposte – prosegue l'esperto -. Un porto turistico di queste dimensioni deve trovare i suoi clienti fuori dalla provincia e dalla regione e deve consentire a chiunque di accedere ad ogni genere di servizi in materia, a cominciare dal signore di Bergamo che vorrebbe provare ad andare in barca, solo per fare un esempio. Questo se si intende acquisire al porto una posizione forte sul mercato”.

La previsione, in alternativa, è a tinte fosche. “Se non si agirà in questo senso – ammonisce Calvelli -, ma molto in fretta, resta solo la soluzione del fallimento, della revoca della concessione; ma resterà anche il problema della gestione successiva, che avrà le medesime esigenze di quella odierna e che non vedo chi possa affrontare. Possiamo parlarne a brevissimo, prima che sia troppo tardi?”.
 

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