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Economia Cervia

Ristoranti e bar pronti a riaprire. Confcommercio Ascom Cervia chiede più tutele

Il Sindacato Ristoranti e Bar (Fipe) Confcommercio Ascom Cervia, in questo momento, ritiene "indispensabile un intervento dell’amministrazione comunale"

La crisi economica legata al coronavirus ha inevitabilmente investito anche le imprese impegnate in attività di ristorazione e bar. Il Sindacato Ristoranti e Bar (Fipe) Confcommercio Ascom Cervia, in questo momento, ritiene "indispensabile un intervento dell’amministrazione comunale per definire alcune tutele che, nella fase di ripartenza, saranno indispensabili per non compromettere gravemente le due categorie rappresentate".

Interviene Consuelo Benzi, presidente del sindacato "Ristoranti e Bar (Fipe) Confcommercio Ascom Cervia": Ristoranti e bar - già sofferenti prima di questa pandemia - stanno affrontando il lockdown con forte difficoltà; nonostante l’incertezza che in questo momento attanaglia gli imprenditori per la mancanza di indicazioni sulla fase 2 del Covid-19, sono pronti a riaprire non appena Governo e Regione lo permetteranno - nel rispetto delle regole che saranno predisposte e con l’entusiasmo che tratteggia il carattere romagnolo della cucina e dell’enogastronomia. I ristoranti e i bar, resteranno una delle categorie più colpite anche nei prossimi mesi in cui si dovrà convivere con il Covid-19 perché si tratta di attività che, per struttura e conformazione, dovranno fare i conti con spazi limitati che andranno adeguati alle misure di distanziamento sociale. Un entusiasmo, quello della riapertura e del lento ritorno alla normalità - che comporterà la convivenza nei primi mesi con il covid-19, spento però dalla insufficienza di tutele messe a punto per queste categorie. Problemi e trattamenti impari rispetto ad altre categorie di imprese che si trascinano da anni ma che, in questo grande momento di difficoltà e impossibilità a progettare e lavorare, segnano la gogna per i nostri associati".

"Ora più che prima, ristoranti e bar hanno bisogno di agevolazioni fiscali, diminuzione di imposte e una parificazione tributaria e fiscale con imprese che svolgo attività analoghe - rimarca Benzi -.  Si rende ora indispensabile, per la categoria dei pubblici esercizi, un sostegno concreto dell’amministrazione comunale in relazione alle sue competenze in attesa delle decisioni del Governo e della Regione. In particolare: riduzione di Imu e Tari in prima battuta. Una ipotesi in linea, con il rispetto del distanziamento sociale, che il sindacato propone è l’estensione gratuita – in via emergenziale per il 2020 – di parti di suolo pubblico adiacenti i ristoranti e i bar per riuscire a garantire gli incassi adeguati ed evitare la chiusura delle attività più piccole (in termini di introiti e dimensioni)".

"Sono settimane molto difficili e complesse per i nostri ristoranti e bar - evidenzia -. Settimane nelle quali la voglia imprenditoriale e il desiderio di ripartire non si sono fatti schiacciare dalle difficoltà di oggi e quelle che, siamo consapevoli, ci attenderanno nei prossimi mesi. In questo momento ancora confuso e nebuloso è però chiaro che sentiamo la necessità di una vicinanza dell’amministrazione comunale nell’assumere alcuni provvedimenti che non sono più rinviabili. Interventi di riduzione di imposte, agevolazioni, messa a disposizione di suolo pubblico".

"Il sindacato è disponibile ad un dialogo serio e proficuo con l’amministrazione cervese - già iniziato lo scorso novembre, poi ripreso a gennaio e interrotto senza alcuna risposta - perché le categorie che rappresento sono, al pari di tutte le altre, degne di tutela e interventi mirati che possano limitare, per quanto possibile, i danni causati da questa emergenza sanitaria - conclude Benzi -. Lo spirito che anima ristoranti e bar per ritornare alla vita propria della città è tanto, ma mai come in questo momento si rendono indispensabili tutele economiche e burocratiche eque. La stagione turistica 2020 sarà eccezionale da diversi punti di vista e ritengo che, per tutelare le imprese del territorio, sia indispensabile mettere in campo misure straordinarie che possano evitare la chiusura delle nostre imprese".

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