Saldi, in Bassa Romagna tiene soprattutto l'abbigliamento
A tre settimane dall'avvio dei saldi invernali, Confcommercio ASCOM Lugo, nell'ambito dell'indagine condotta dal centro studi ISCOM Group a livello regionale, traccia un primo bilancio sull'andamento
A tre settimane dall’avvio dei saldi invernali, Confcommercio ASCOM Lugo, nell’ambito dell’indagine condotta dal centro studi ISCOM Group a livello regionale, traccia un primo bilancio sull’andamento delle vendite di fine stagione. Sostanziale tenuta di questo primo periodo di avvio dei saldi, con vendite stabili o in leggero aumento per oltre la metà degli operatori intervistati (51%). Il settore dell’abbigliamento in particolare mostra alcuni segnali di maggior positività rispetto all’anno precedente, confermando una tendenza da parte della clientela a posticipare al momento dei saldi gli acquisti per il guardaroba.
L’indagine conferma l’attenzione al prezzo da parte della clientela (48% degli intervistati), la tendenza a comprare anche durante i saldi solo il necessario (40%). “I saldi – commenta il direttore Luca Massaccesi – rappresentano ancora una valida opportunità per le famiglie che attribuiscono a questo periodo di vendite un valore diverso dal passato, programmando gli acquisti con attenzione al prezzo”. A conferma di questo orientamento, tra i prodotti più venduti negli esercizi della Bassa Romagna maglioni e pantaloni, con un incremento delle vendite per i capospalla per i quali, complice anche la stagione mite di inizio inverno, l’acquisto è stato volutamente posticipato ai saldi.
Lo scontrino medio per cliente si attesta attorno ad 80 euro (biancheria, borse, accessori) . 95 per l’abbigliamento. I comportamenti di contenimento della spesa sono da attribuire in particolare alla ridotta disponibilità economica delle famiglie. “I dati di queste prime settimane- conclude Massaccesi- mostrano una sostanziale tenuta delle vendite in saldo, anche se occorre sottolineare come il progressivo spostamento delle vendite nei periodi dei saldi o di altri sconti incide sulla redditività delle imprese, riducendone la capacità di far fronte ai crescenti costi fissi e di gestione e la propensione agli investimenti”.