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Dopo un dicembre incerto scattano i saldi invernali: "La crisi c'è ancora"

I saldi possono essere una boccata d’ossigeno per un dicembre non proprio col vento in poppa, anche se avvii così anticipati “congelano” le vendite appena terminata la corsa al regalo

Al via martedì i saldi invernali, motivo di aspettative e opportunità per i commercianti come conveniente occasione di acquisto e di risparmio per i consumatori, proprio nel momento in cui le basse temperature fanno capolino nella stagione. I saldi possono essere una boccata d’ossigeno per un dicembre non proprio col vento in poppa, anche se avvii così anticipati “congelano” le vendite appena terminata la corsa al regalo. L’anno appena concluso, analizza Riccardo Ricci Petitoni, funzionario per il settore Commercio di Confesercenti della provincia di Ravenna, "si chiude senza veramente segnare una controtendenza nelle vendite di fine anno che, pur con qualche flebile segnale di ripresa, appaiono brumose come il dicembre passato. Se a macchia di leopardo paiono esserci timidi miglioramenti rispetto agli anni trascorsi, la maggior parte delle 150 attività monitorate evidenziano consumi, quando non addirittura sottotono, perlomeno stazionari rispetto al 2014. Gli strascichi della crisi continuano a picchiare duro e ancora in pochi stanno cominciando a vedere un lumicino in fondo al tunnel". 

A pesare non solo le difficoltà economiche ma anche la concorrenza di centri commerciali, outlet e commercio online: “L’attenzione per il cliente, la professionalità e il rapporto qualità/prezzo dei prodotti spesso aiuta a fidelizzare la clientela, ma ancora fortissimo è il richiamo al massimo ribasso, a prescindere dalla qualità di ciò che viene venduto. Molti nostri esercenti hanno puntato su promozioni e sull’originalità di confezioni e pacchetti regalo, che un po’ sono servite ad attenuare il trend non propriamente positivo delle vendite - osserva Petitoni -. L’importanza del mese di dicembre sul totale delle vendite nell’anno tende a ridursi, sebbene continui a rappresentare una quota significativa, specialmente per il commercio e i generi alimentari”.

Misurato ottimismo si riscontra in particolare nei settori dell’alimentare, della ristorazione e carto-librario mentre evidenziamo l’affanno dei mercati ambulanti, dove gli operatori segnalano un generalizzato calo della clientela oltre che della capacità di spesa “C’è un problema di dequalificazione dei banchi, che influisce poi sulla frequentazione dei clienti: su questo fronte dovremo pensare a iniziative per rilanciare i mercati, che restano presidi commerciali importantissimi” rileva Petitoni. 

“Emergono e si confermano alcune tendenze in atto da alcuni anni” commenta Gianluca Gasperoni, presidente di Confesercenti Ravenna “In primis si privilegia il regalo utile e che serva, un regalo senza fronzoli: funziona il prodotto di moda e di tendenza, con attenzione importante al prezzo. Le performance migliori sono dall'alimentare, con un posto di riguardo per il prodotto tipico e bio-naturale. Tolto l'alimentare il problema è la discrepanza nei risultati tra il centro città e il forese: nei paesi siamo purtroppo oltre la preoccupazione”. 

“Seppure la fiducia delle persone sia aumentata – continua Gasperoni - ciò non si traduce ancora in significativi dati di aumento dei consumi; piuttosto che di settori in crescita o discesa la distinzione vera pare essere tra negozi e imprese che resistono e negozi e imprese che soffrono. Chi investe innova e diversifica regge un po’ meglio rispetto a chi per tante ragioni non riesce a seguire i cambiamenti sempre più repentini del commercio moderno. Infine, internet e il commercio elettronico stanno sempre più erodendo fatturato ai negozi tradizionali, e in questo momento la rete è percepita soprattutto come un competitor minaccioso. Tutte le imprese lamentano inoltre, e non è certo la prima volta che lo ribadiamo, una tassazione schiacciante e una mancanza di attenzione della politica, le quali vanificano in gran parte gli sforzi degli operatori”.

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