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Scuola, i sindacati: "Rischio concreto di licenziamenti di massa da parte delle imprese di pulizia"

"L’internalizzazione è una battaglia storica del sindacato ed è un fatto positivo per le lavoratrici e i lavoratori interessati, ma anche per la comunità educante"

Venerdì è in programma a Bologna, alle 10,30, un presidio unitario dei lavoratori degli appalti storici della scuola. "Da diversi mesi - esordiscono Cgil, Cisl e Uil e le sigle sindacali di categoria -stiamo seguendo la vicenda dell’internalizzazione del personale degli appalti storici nella scuola: 11.507 unità lavorative, sul piano nazionale, dal 1 gennaio 2020 dovrebbero per legge entrare nell’organico scolastico. La data prevista è alle porte, ma sono ancora lontane le soluzioni per tutto il personale coinvolto, ad oggi sono infatti oltre 16.000 i lavoratori interessati dal processo di internalizzazione. L’internalizzazione è una battaglia storica del sindacato ed è un fatto positivo per le lavoratrici e i lavoratori interessati, ma anche per la comunità educante. Purtroppo da un lato i posti accantonati non garantiscono tutti i lavoratori, dall’altro lato solo una parte di essi avrà i requisiti necessari per l’internalizzazione ma lo scarto tra coloro che hanno i requisiti previsti dalle norme e coloro che questi requisiti non li hanno è troppo alto. Concreto è il rischio di licenziamenti di massa che le imprese di pulizia hanno già annunciato".

"Siamo di fronte a una grave irresponsabilità del Governo che, nonostante le ripetute e pressanti richieste dei sindacati, ancora non attiva il tavolo interministeriale per consentire continuità di reddito e di occupazione, non solo agli 11.507 che entreranno nella scuola, ma anche agli altri lavoratori che non rientrano in quel numero e che rischiano di essere espulsi dal lavoro, dopo anni di continuità di servizio con contratto di lavoro a tempo indeterminato - proseguono i sindacalisti -. Non basta avere definito nel decreto attuativo della legge alcune importanti soluzioni come l’utilizzo del part-time, il conteggio dei periodi di sospensione dell’attività nel calcolo dei 10 anni necessari ai fini dell’anzianità e valutare l’ipotesi di mobilità interprovinciale. Se a livello nazionale i lavoratori coinvolti negli appalti si ipotizza siano 16.263 a fronte di 11.507 posti accantonati, in Emilia Romagna sono circa 800 a fronte di un accantonamento di posti per la scuola pari a 550. Sì all’inclusione, sì alla continuità di reddito e di lavoro per tutti, no all’interruzione del rapporto di lavoro per circa 5.000 lavoratori. A sostegno di queste rivendicazioni i sindacati hanno organizzato, venerdì 22 novembre alle 10,30, un presidio a Bologna, in piazza Roosvelt. In tale occasione una delegazione sindacale verrà ricevuta dal Prefetto a cui consegnerà il documento con le nostre richieste. Chiederemo che il Governo dia immediate risposte".

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