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Economia

Sono 5800 i cassintegrati, Confcooperative: "Serve concorrenza"

Carlo Dalmonte, vicepresidente di Confcooperative Ravenna: «Per dare occupazione occorre avviare anche un'azione di sensibilizzazione del consumatore». Salgono a quota 5800 le persone in cassa integrazione in provincia di Ravenna

«Oltre 5800 cassaintegrati nella sola provincia di Ravenna: i dati emersi dall'analisi congiunturale 2011 della Cgil sono allarmanti e ci devono far riflettere sul futuro della nostra economia che non può più basarsi su politiche 'calate dall'alto' ma deve fare un salto di qualità e coinvolgere l'intero territorio, dall'impresa al consumatore». A poche ore dalla pubblicazione dei dati raccolti da uno dei principali sindacati della provincia e del Paese Carlo Dalmonte, vicepresidente di Confcooperative Ravenna, riflette sulla situazione: «Fra poco meno di tre settimane la nostra Unione provinciale si riunirà in congresso per eleggere il presidente ed i membri del Consiglio che guideranno l’associazione nel prossimo quadriennio - commenta - e non si può evitare, anche in quella sede, di ribadire l'impegno a sostenere la provincia di Ravenna in un percorso che porti ad una crescita nuova, sostenibile e proiettata nel medio-lungo periodo».

Gli argomenti da discutere in questo momento fatto di grandi cambiamenti sono numerosi e vari: «Sulle liberalizzazioni ad esempio ci sono ancora molte cose da dire - prosegue Dalmonte -. La nostra società è talvolta troppo 'ingessata' e queste innovazioni vanno viste proprio come un cambiamento positivo quando significano maggiore concorrenza, più opportunità per i consumatori e lotta ai privilegi. Ovviamente però devono essere realizzate con uno spettro d’azione più ampio e non colpire soltanto le categorie più vulnerabili».  

Contemporaneamente però occorrono risposte immediate al problema occupazionale: «Le cooperative hanno reagito alla crisi mettendo in campo forze legate alla loro stessa natura - spiega il vicepresidente -. Non hanno licenziato e stanno difendendo l'occupazione a discapito degli utili nonostante stiano vivendo le stesse difficoltà di tutto il mondo economico: il settore edile in particolare e, per certi aspetti, anche quello sociale ed agricolo sono perennemente in bilico e gli scenari futuri sono ancora molto incerti soprattutto perché, nei primi due casi, il legame con l'ente pubblico è molto stretto. Inoltre la territorialità è una delle principali caratteristiche del movimento cooperativo ed è stato ampiamente dimostrato negli ultimi anni anche nella nostra provincia - evidenzia Carlo Dalmonte -. Ovviamente l'ideale sarebbe poter contare su aiuti fiscali in grado di incentivare l'imprenditorialità sul territorio ma sappiamo bene che l'ente pubblico non è in grado di garantirlo: per questo credo sia necessario e indispensabile dare il via al più presto ad un'azione di sensibilizzazione del consumatore. Quando noi tutti, in qualità di consumatori, acquistiamo un prodotto o un servizio compiamo una scelta escludendo altre strade. Dipende anche da noi far funzionare le attività che ci circondano e, a questo proposito, credo occorra fare un passo in avanti e avviare un discorso mirato alla responsabilizzazione dell'acquisto: non e' protezionismo ma consapevolezza del valore rappresentato dalle nostre imprese capaci di competere anche nel difficile contesto attuale».

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