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Contraffazione, ma non solo: Confcommercio istituisce lo "Sportello abusivismo"

I dati presentati lo scorso novembre nel corso della Giornata di mobilitazione Confcommercio sull’abusivismo e contraffazione presentano un quadro allarmante

Confcommercio della provincia di Ravenna ha istituito lo “Sportello abusivismo”. Il nuovo servizio, a titolo gratuito, vuole favorire la raccolta di segnalazioni da parte di imprenditori e cittadini sulle attività abusive, di qualunque genere. Tali segnalazioni verranno  poi trasmesse agli organi preposti a tale compito di controllo. La nascita è anche un incentivo a segnalare gli abusivismi, in una forma rapida e semplice. L’abusivismo crea notevoli danni alle imprese regolari e in alcuni casi è anche dannoso alla salute.

Segnalare il comportamento abusivo è semplice: basta inviare un’email a sportelloabusivismo@confcommercio.ra.it o un fax allo 0544.219370 indicando il proprio nome e  cognome, indirizzo e recapito telefonico e circostanziare il fatto che si vuole evidenziare. Con questa iniziativa, Confcommercio provincia di Ravenna intende sensibilizzare e tenere alta l’attenzione su un fenomeno come quello dell’abusivismo commerciale e della contraffazione che ha conseguenze negative sull’economia reale e che rappresenta una vera e propria concorrenza sleale che altera il mercato e continua ad alimentare l’economia sommersa.

I dati presentati lo scorso novembre nel corso della Giornata di mobilitazione Confcommercio sull’abusivismo e contraffazione presentano un quadro allarmante: il 35,6% dei consumatori ha avuto occasione, almeno una volta nella vita, di acquistare prodotti illegali/contraffatti o servizi erogati da parte di soggetti non autorizzati. Come, ad esempio, l’acquisto di prodotti con false griffe, contraffatti, con un marchio non originale, imitazioni degli originali, lo scarico da Internet di musica, film, videogiochi, in qualche modo pirata (download gratis), o il noleggio/acquisto irregolare di film o videogiochi, l’utilizzo di servizi - anche di natura professionale - prestati da soggetti senza i regolari permessi (esempio guida turistica abusiva), l’abusivismo nel settore dell’artigianato e la ristorazione fuori dalle regole.

Il fenomeno è leggermente più diffuso tra le donne e i giovani (specialmente con un titolo di studio medio-basso). Tra i prodotti acquistati in qualche modo “fuori dalle regole” spiccano quelli dell’abbigliamento (41,2%), gli alimentari, bevande incluse (28,7%), gli occhiali (26,7%), la pelletteria (26,9%), le scarpe e calzature (21%), i profumi e i cosmetici (18,1%), i farmaci (15,6%) e i prodotti parafarmaceutici (14,9%), spesso acquistati su siti Internet non italiani.

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