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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Stop al cibo falso, anche a Ravenna la battaglia di Coldiretti

Possibile firmare nei Punti Campagna Amica di Lugo e Faenza e nelle Sedi e Uffici Coldiretti

Per fare leva sul patriottismo nei consumi il tricolore sventola sul 14% delle confezioni alimentari, ma in ben il 25% dei prodotti sugli scaffali c’è comunque un evidente richiamo all’italianità che spesso viene sfruttata a sproposito, come dimostrano i recenti interventi dell’Antitrust e della Magistratura. Conto gli inganni del finto Made in Italy Coldiretti lancia la raccolta firme #stopcibofalso, mobilitazione popolare nei confronti dell’Unione Europea per fermare il cibo falso e difendere l’agricoltura italiana, bloccando le speculazioni e proteggendo salute ed economia. L’iniziativa, rivolta al Presidente del Parlamento Europeo, viene avviata da Coldiretti e Fondazione Campagna Amica in ogni mercato contadino d’Italia e on line sul sito https://www.stopcibofalso.coldiretti.it/

"L’obiettivo è dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania e Romania, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso. Una scelta che ha spinto la Commissione Europea ad avviare con quattro anni di ritardo una consultazione pubblica sulle modalità di indicazione dell’origine in etichetta. Adesso occorre vigilare affinché la normativa comunitaria risponda realmente agli interessi dei consumatori e non alle pressioni esercitate dalle lobbies del falso Made in Italy che non si arrendono e vogliono continuare ad ingannare i cittadini cercando di frenare nel nostro Paese l’entrata in vigore di norme di trasparenza e di grande civiltà. Complessivamente a rischio “fake” nel carrello della spesa c’è un prodotto alimentare su quattro che non riporta obbligatoriamente l’origine in etichetta, dai salumi alle marmellate, dai ragù ai sottoli, dal succo di frutta al pane fino al latte in polvere per bambini. Un problema che riguarda in realtà tutti i salumi, la frutta trasformata in generale (dalle confetture alle conserve), l’insalata in busta, il pane o i funghi conservati che spesso arrivano dalla Cina, paese ai vertici mondiali per gli allarmi alimentari" si legge in una nota di Coldiretti 

"Per tutelare questo settore dai troppi inganni è recentemente intervenuta l’Autorità Garante della concorrenza che ha contestato la presenza di bandiere e richiami all’italianità sulle confezioni di prodotti che con il Made in Italy non centravano nulla e che provenivano da Marocco, Tunisia e Cina. Un indirizzo che è supportato dagli interventi della Corte di Cassazione che va tuttavia rafforzato da una normativa più stringente come previsto dalle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti e recepite dal disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri. Un provvedimento che la Coldiretti chiede venga ripreso ed approvato nella prossima legislatura. La riforma Caselli prevede un rafforzamento dell’articolo 517 del Codice Penale sull’uso di nomi, marchi o segni distintivi nazionali o esteri atti a indurre in inganno il compratore sull'origine, la provenienza o la qualità dell'opera o del prodotto. La petizione promossa dalla nostra Organizzazione va proprio in questa direzione, quella della tutela del vero Made in Italy e degli interessi di agricoltori e consumatori.In provincia di Ravenna è già possibile firmare nei punti Campagna Amica di Lugo (piazza Garibaldi 25) e Faenza (via Mazzini 154), ma anche in tutte le sedi e Uffici di Coldiretti Ravenna"

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