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Economia

"I tagli si facciano dove ci sono gli sprechi e non gravino sulle famiglie"

"Quello che ci preoccupa fortemente è che continuando su questa strada si impoveriscono le famiglie e questo incide negativamente sulla capacità di spesa", afferma Mambelli

“Siamo fortemente preoccupati dalle notizie che vedono il Governo intenzionato a procedere con ulteriori tagli alle detrazioni fiscali delle famiglie per ridurre il deficit dello Stato. Ci sembra che, da un po’ di tempo a questa parte, tra Governo e Amministrazioni locali si faccia il gioco delle tre carte e che, alla fine, chi ci perde siano sempre i contribuenti sui quali grava una pressione fiscale complessiva a livelli non più tollerabili". E' quanto afferma Mauro Mambelli, presidente di Confcommercio Ravenna.

"Quello che ci preoccupa fortemente è che continuando su questa strada si impoveriscono le famiglie e questo incide negativamente sulla capacità di spesa, ovvero sui consumi, che sono alla base della vera ripresa dell’economia - afferma Mambelli -. Dal 2012 in poi le famiglie sono state oggetto di un vero e proprio tiro al piccione, da parte degli amministratori di Governo e locali, tanto che hanno visto tassare sempre più i pilastri sui quali si basava la loro sicurezza ovvero il mattone, il risparmio ed i fondi per la futura pensione. Questo meccanismo ha ingenerato un clima di sfiducia per cui non si ha più certezza del domani e, proprio ora che, finalmente trascinati dall’azione della Bce di Mario Draghi e dalla ripresa dell’economia americana ed europea, vi era una minima inversione di tendenza, si vocifera sempre più incessantemente sui tagli alle detrazioni di famiglie ed imprese".

"I tagli, già previsti ai trasferimenti statali verso le amministrazioni locali, avranno l’effetto, in assenza di una buona gestione della cosa pubblica, di far lievitare ulteriormente le tasse locali. Ora quest’ultima mazzata sulle famiglie potrebbe complicare ulteriormente le cose e contrarre la loro propensione al consumo - chiosa Mabelli -. Pensare di tagliare le detrazioni fiscali su spese mediche, veterinarie, sulla ristrutturazione edilizia ed efficientamento energetico, sui contributi di colf e badanti e su altro ancora, anziché agire direttamente sugli sprechi e sui costi della politica, è una cosa deleteria che si ripercuote su quel fragile clima di fiducia che si stava pian piano ricreando".

"La nostra preoccupazione è che, al di la del meccanismo paventato dal Governo di agire sulla base del reddito, si affossino nuovamente i consumi delle famiglie (anche quelle che hanno un reddito che gli permette di alimentare i consumi) e si penalizzi ulteriormente il primo comparto economico nazionale che noi rappresentiamo ovvero il turismo. Per questo motivo - conclude - come Associazione imprenditoriale invitiamo tutti i politici locali a fare pressione presso il Governo affinché i tagli siamo orientati verso gli sprechi dei tanti enti inutili, all’applicazione dei  costi standard della pubblica amministrazione, alla razionalizzazione delle società partecipate e al taglio effettivo e non solo proclamato dei costi della politica piuttosto che, come sempre accade, sui contribuenti onesti”.

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