Prima dell'opera: "Il turco in Italia" raccontato da Beghelli
Martedì 2 febbraio alle 17.30 (Sala Corelli del Teatro Alighieri, ingresso libero) il secondo appuntamento con "Prima dell'opera" - il ciclo di incontri organizzato in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Ravenna – sarà dedicato alla presentazione de “Il turco in Italia” di Rossini, relatore il critico musicale Marco Beghelli. Docente di Filologia Musicale nell'Università di Bologna - dove ha fondato l'Archivio del Canto - Beghelli è autore di edizioni critiche di partiture operistiche (Rossini, Schubert, Vivaldi, ecc.) e di pubblicazioni sull'opera. Fra i libri più recenti: Ermafrodite armoniche: il contralto nell''Ottocento (con Raffaele Talmelli) per l'Editore Zecchini.
Il turco in Italia, dramma buffo in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Felice Romani, ritorna sul palcoscenico del Teatro Alighieri – a quasi quarant’anni dall’ultima rappresentazione - venerdì 5 (ore 20.30) e domenica 7 febbraio (ore 15.30). La regia è di Federico Bertolani, le scene sono di Giulia Zucchetta, i costumi di Federica Miani e le luci di Claudio Schmidt. L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è diretta da Giovanni Di Stefano, mentre il Coro del Teatro Municipale di Piacenza è istruito da Corrado Casati.
Venezia, 22 maggio 1813: L’italiana in Algeri; Milano, 14 agosto 1814: Il turco in Italia. Solo un anno separa questi due titoli rossiniani che seguono la moda delle “turcherie” di inizio Ottocento: nel primo un’italiana naufraga ad Algeri, nel secondo un turco giunge a Napoli per conoscere gli usi europei. Come succederà anche a Roma nel 1816 per Il Barbiere Siviglia, gli spettatori della prima del Turco alla Scala furono molto tiepidi, ma l’opera conquistò rapidamente in altre città d’Europa tutto il successo che meritava, rimanendo per molti decenni nei gusti del pubblico dell’Ottocento.
La vicenda è ambientata a Napoli, dove l’arrivo del turco Selim scompiglia i rapporti tra Fiorilla, suo marito don Geronio e l’amante di lei, don Narciso, scatenando inoltre la gelosia della zingara Zaida, amante di Albazar, ma già promessa sposa di Selim. Ghiotta situazione per Prosdocimo, un poeta che passava di lì e che ha “da fare un dramma buffo” ma non trova l’argomento: eccolo accontentato. Proprio questo personaggio rivela l’originale struttura drammaturgica dell’opera, tanto da far pensare – con un secolo d’anticipo – alle invenzioni di Pirandello. Nel secondo atto si raggiunge una delle più esilaranti vette del teatro d’opera, sapientemente sottolineata dal brio della partitura rossiniana: a causa di vari travestimenti, compariranno in scena due Selim e due Fiorille, un gioco di metateatro che alla fine si risolverà nel migliore dei modi: Fiorilla si ricongiungerà al marito e Selim tornerà in Turchia con Zaida. Un piccolo epilogo chiude l’opera: Prosdocimo è lieto della conclusione del suo dramma e si augura che lo sia anche il pubblico.
Biglietti da 14 a 45 euro. Speciale giovani: under 14 5 euro; 14/18 anni e studenti universitari 50% tariffe ridotte.