Wovenhand torna all'Hana-Bi per presentare il nuovo album
Il cuore pulsante dei Wovenhand è indubbiamente David Eugene Edwards, già frontman degli acclamati 16 Horsepower. Definito da alcuni un “predicatore moderno, visionario e inquieto”, passando tra Johnny Cash e Nick Cave, Edwards ha saputo sicuramente ri-attualizzare la tradizione country folk-rock. I Wovenhand sono scuri come la pece, profondi come il mare, inesorabili come l'armata delle tenebre. Musica di peccato, fede, redenzione, dannazioni eterne. L’ultimo album in studio (mentre il 2012 aveva regalato un meraviglioso live registrato a Roepaen, in Olanda) è stato “The Threshingfloor” (Glitterhouse Records, 2010), registrato in Colorado, terra natia di David Eugene Edwards, che segnò un ritorno alle origini tra ritmi tribali, propri delle musica degli indiani d’America, violoncelli e corde acustiche.
Ora però le attese sono tutte per ascoltare dal vivo i brani del nuovo lavoro, “Refractory Obdurate”, uscito il 25 aprile ancora su Glitterhouse. Su quest’album, insieme a Edwards troviamo il fido percussionista Ordy Garrison, oltre a Chuck French e Neil Keener (entrambi con un passato nei Planes Mistaken For Stars e nei Git Some). “Refractory Obdurate” è un capolavoro commovente, che ci mostra un Wovenhand in esplorazione di radici più rumorose solamente accennate nei dischi precedenti. Pezzi come "Good Shepherd", "Field of Hedon" e "Hiss", pur mantenendo una struttura melodica, incedono con un rinnovato e amplificato cuore punk rock.
Dieci canzoni in tutto, “Refractory Obdurate” suona come un collage magnificamente allestito che trascende i generi e le aspettative; un vero risultato artistico, che solo Wovenhand può offrire. Comunque, non ha senso analizzare un concerto di Wovenhand come un mero susseguirsi di canzoni, ma come un’esperienza musicale incessante, un flusso spirituale in cui le sole pause sono delle nenie ossessive – con radici ben salde nei canti dei nativi americani – che Edwards intona spesso con la sua voce trascendentale e metafisica. E – ma i dubbi erano ben pochi – Wovenhand continua a essere una delle band in assoluto più originali e intense in circolazione, sia dal vivo – come a Ravenna, tra Bronson, Hana-Bi e Rasi si è avuto modo di testare più volte – sia su disco. www.wovenhand.com