rotate-mobile
Eventi

Dal Mostro di Ravenna ai ritratti di Bowie e Balotelli: antico e contemporaneo a confronto con "Prodigy Kid"

Le opere di Francesco Cavaliere e Leonardo Pivi intrecciate al disegno di da Vinci e a reperti di 2000 anni fa: "Prodigy Kid" proietta l'antica arte del mosaico nel futuro

Una Biennale caratterizzata da una forte impronta contemporanea, in cui si possano ammirare tutte le espressioni del mosaico. Questi sono gli elementi che l'assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia ha voluto sottolineare in occasione della presentazione della mostra "Prodigy Kid" che viene esposta al Mar di Ravenna dall'8 ottobre all'8 gennaio e che rappresenta l'evento espositivo centrale della Biennale del Mosaico Contemporaneo 2022. Una mostra che mette in dialogo le opere degli artisti Francesco Cavaliere e Leonardo Pivi, unendo le opere contemporanee ad alcuni gioielli del passato, fra cui anche un disegno di Leonardo da Vinci.

Prodigy Kid, a cura di Daniele Torcellini, viene ospitata nelle sale del primo e del secondo piano del museo ravennate e, oltre a esporre per la prima volta al Mar un'opera di Leonardo, rappresenta anche la prima collaborazione con il Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli). "Arte contemporanea e arte antica si parlano e si influenzano - dichiara il presidente del Mar, Mauro Brighi - Una mostra che ci immerge nell'onirico e nel fantastico, senza lasciarci indifferenti".

L'anteprima della mostra "Prodigy Kid" (foto Massimo Argnani)

La mostra e la Biennale arrivano inoltre in un importante fase di riflessione del Mar che presto procederà al riallestimento della sua collezione permanente di mosaici contemporanei. Con un nuovo padiglione che, anticipa il direttore del museo Roberto Cantagalli, dovrebbe essere presentato prima della conclusione di Prodigy Kid, ovvero entro l'inizio del 2023. "Vogliamo che Ravenna e il Mar siano un punto di riferimento di una rete internazionale del mosaico", ha detto Cantagalli.

La mostra

Il curatore Torcellini ha poi messo in evidenza gli aspetti caratteristici di Prodigy Kid, partendo dall'incontro fra il romagnolo Leonardo Pivi (classe 1965) con il più giovane Francesco Cavaliere (classe 1980). Dal 2018 Cavaliere e Pivi collaborano alla creazione di racconti fantastici e favole contemporanee che prendono la forma di installazioni di mosaici, sculture e oggetti, animate da azioni performative durante le quali parole, opere e suoni ci conducono in una esplorazione della nostra e della loro immaginazione. La mostra, pensata per gli spazi del MAR, si articola in un percorso suddiviso in tre sezioni. Presentando una selezione di opere realizzate autonomamente dagli artisti, nel corso delle loro attività personali, le prime due sezioni introducono la terza, dedicata alle opere e alle performance frutto della loro collaborazione.

Tra le opere presenti in mostra un suggestivo disegno di Leonardo da Vinci, ora parte del Codice Atlantico e conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano; si tratta di una testimonianza di grande fascino che rappresenta una creatura ibrida largamente aderente alla descrizione del Mostro di Ravenna, per come ne dà nota lo speziale fiorentino Luca Landucci nel suo diario, alla data dell’11 marzo 1512.

Quella del Mostro di Ravenna è una nota leggenda che riguarda la città: la nascita di una creatura affetta da gravi deformità fisiche, che ha largamente ispirato la più recente serie di lavori inediti del duo Francesco Cavaliere - Leonardo Pivi. Nel contesto sociale, politico e culturale dell’epoca, che vede riemergere le arti divinatorie, il Mostro è interpretato come presagio della sanguinosa battaglia che proprio nella città romagnola si sarebbe combattuta di lì a poco, tra la Lega di Cambrai e la Lega Santa. Nell’arco di poco tempo, la notizia della nascita si diffonde prima a Roma, poi nel resto d’Europa, attraverso testimonianze scritte, dipinti, disegni e incisioni. 

Accanto al disegno di Leonardo, trova spazio in mostra anche l’edizione a stampa di un disegno acquerellato di Ulisse Aldrovandi, pubblicata nel volume postumo, Monstrorum historia cum Paralipomenis historiæ omnium animalium (1642), dove sono presentati i due principali modelli iconografici attraverso cui la leggenda è stata tramandata.  Il dialogo, intessuto con cura dagli artisti, tra passato e presente, con l’idea di riattivare nel contesto di una mostra d’arte contemporanea tracce della storia - talvolta enigmatiche, talvolta eccentriche - alla ricerca di strade marginali e meno battute, trova poi un significativo riscontro nella presenza di alcuni reperti provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, databili tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., che amplificano ed estendono la serie di opere dedicate al Mostro di Ravenna. Tra questi, un mosaico raffigurante una Sirena con amorino; un affresco che ritrae la divinità egizia Bes; un Putto in bronzo con maschera; un particolare di fontana raffigurante un cane ululante.

Tra le opere realizzate in occasione della mostra, e nate da una rilettura della leggenda cinquecentesca del Mostro di Ravenna, durante l’inaugurazione del 7 ottobre, alle ore 18.30, con una replica alle ore 21.00, gli artisti presentano la performance dal titolo Eidolon. Osservatorio primo area Sagittaria. Come le parole e le immagini dell’epoca hanno dato forma e significato ad un corpo ibrido e non conforme ai canoni così, oggi, Cavaliere e Pivi trasfigurano il Mostro di Ravenna in Prodigy Kid, mescolando archeologia e arte antica, leggende e iconografie rinascimentali, memorie da video game e racconti da speculative fiction. Tra le presenze di importanti reperti archeologici in mostra si segnala inoltre il mosaico cosiddetto di Anubi, conservato presso il Museo della Città di Rimini e risalente al II-IV secolo. 

Raffigurante una misteriosa creatura cinocefala, tra animali reali e fantastici, l’opera, parzialmente lacunosa, è il fulcro attorno a cui si è sviluppata, nel 2019, la serie di lavori Anubis vs Baboon, presentata negli spazi per residenze artistiche di Gluck50 a Milano. Interamente riproposte in mostra, opere e performance di questa serie nascono con l’idea di esplorare i significati alternativi di un mosaico antico di incerta interpretazione, ricucendo le lacune fisiche e concettuali che lo caratterizzano. 

Accanto a questi lavori, le sale espositive del secondo piano del Museo sono poi dedicate alle opere e alla performance realizzate a partire dalla partecipazione alla mostra collettiva Raymond - evento satellite dell’edizione palermitana della biennale d’arte itinerante Manifesta - con cui gli artisti hanno inaugurato il loro prolifico sodalizio e l’intreccio tra immagini, parole e suoni che caratterizza la loro poetica. 
Il Ciclo del Solimandante, presentato nel 2018 presso il Grand Hotel et Des Palmes e ispirato all’immaginazione lucida e labirintica di Raymond Roussel, si compone di mosaici “da lettura” e sculture, un racconto e un’ambientazione sonora, confluiti in un disco di imminente uscita, per l’etichetta statunitense Poole Music.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Dal Mostro di Ravenna ai ritratti di Bowie e Balotelli: antico e contemporaneo a confronto con "Prodigy Kid"

RavennaToday è in caricamento