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Boni, Montanari e Battiston tra i protagonisti della "Stagione dei teatri 2018-2019"

Il Centro di Produzione di Ravenna Teatro, inoltre, è stato riconosciuto dal Ministero Beni e Attività Culturali con un punteggio qualitativo tra i più alti a livello nazionale

Con l’arrivo di questa nuova Stagione dei teatri, Ravenna Teatro coglie l’occasione per presentare la sua nuova direzione, che a Marcella Nonni vede affiancarsi Alessandro Argnani, attore del Teatro delle Albe che ha affinato le proprie conoscenze e capacità grazie a tanti anni di direzione della non-scuola in tutta Italia e, più recentemente, della Chiamata pubblica per la realizzazione, nella scorsa stagione, dell’Inferno delle Albe.

Il Centro di Produzione di Ravenna Teatro, inoltre, è stato riconosciuto dal Ministero Beni e Attività Culturali con un punteggio qualitativo tra i più alti a livello nazionale, al pari di realtà importantissime quali Emilia Romagna Teatro Fondazione di Modena, Teatro Nazionale di Torino o Teatro Elfo Puccini di Milano. "Questo riconoscimento – dicono Argnani e Nonni – viene dato per l’importante lavoro di produzione delle due compagnie che compongono Ravenna Teatro, ossia Teatro delle Albe e Drammatico Vegetale, ma anche alla città di Ravenna e al suo pubblico teatrale, così esigente e generoso, capace di superare l’usuale separazione tra prosa e contemporaneo, e di apprezzare l’unione delle programmazioni di Alighieri e Rasi ne La stagione dei teatri – un’unione tra tradizione, nuova drammaturgia, grandi protagonisti della scena italiana e linguaggi della scena contemporanea – che sta ora diventando un modello da seguire". Lo spettatore, potendo crearsi il proprio programma tra gli spettacoli della Stagione, è dunque diventato esso stesso autore del proprio percorso teatrale. "Questa è la direzione che Ravenna Teatro vuole continuare a seguire – aggiungono i due direttori – essere uno Stabile corsaro e in movimento, essere sempre in ascolto di una realtà mutevole e complessa".

Commentano il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e l’assessora alla Cultura Elsa Signorino: "La ricchezza di proposte, di temi, di interpreti e di luoghi, tutti elementi che compongono un’offerta che incontra le diverse sensibilità degli spettatori, e l’idea di superare catalogazioni di genere, così come la possibilità di scegliere alcuni spettacoli, rendono questo cartellone molto accattivante anche per i giovani, attenti da tempo al teatro grazie alle esperienze che proprio Ravenna Teatro svolge nelle scuole. Inoltre, l’aver aperto il linguaggio teatrale alla città, in forme itineranti e toccando spazi e zone significative e inconsuete come per gli eventi legati a Dante, ha stimolato curiosità e interesse".

“Tutti gli anni è un giorno di grande emozione quello in cui ci raccontate la Stagione dei teatri - spiega De Pascale - Il teatro è nel dna profondo della nostra comunità e la magia che può crearsi dentro un teatro è fatta di tante cose diverse tra di loro: è fatta ad esempio di luoghi. Penso che per quelle centinaia di volontari che hanno messo in scena Inferno, farlo qui, al teatro Rasi, dove hanno vissuto tante emozioni, non sarebbe stato uguale che farlo in un altro luogo. E la stessa cosa la si può dire per l’Alighieri e per gli altri teatri del nostro territorio.  La Regione sta mettendo in campo delle risorse e l’obiettivo di Ravenna nei prossimi anni è realizzare due importanti investimenti sia sul Rasi che sull’Alighieri. Queste per noi sono grandi priorità per la vita della nostra città. Voglio poi sottolineare che chi fa il sindaco di Ravenna è molto fortunato perché può essere orgoglioso della propria comunità, perché qui si vive quel piccolo miracolo che è la differenza abissale, quando guardiamo uno spettacolo, tra un attore che semplicemente recita una parte e un artista che ciò che dice lo rende parte di sé. Questa è una delle caratteristiche più dirompenti del Teatro delle Albe: la sensazione che chi sta recitando non ha imparato una parte ma si è trasformato, ha cambiato la sua vita. Negli ultimi anni ci avete parlato di quasi tutte le piaghe e le glorie del nostro tempo e di come glorie e piaghe si incontrano e interagiscono. Le sfide dei prossimi anni saranno ancora più entusiasmanti ed emozionanti; pensiamo a tutto quello che ruoterà attorno al compimento della Commedia. La chiave di fondo è che il teatro – lo vediamo nel lavoro che facciamo nelle scuole, nel portare il teatro anche nelle cerimonie civili – ha il potere che forse quasi nessuna altra arte ha, di parlare a chi non vuol sentire. Uno spettacolo teatrale emoziona anche chi non vuole essere emozionato; rompe il muro anche di chi si difende dal diverso da sé, dall’opinione diversa.  Il teatro a Ravenna, oltre ad allietare le nostre serate, è questo grande motore, che fa riflettere i ravennati, li fa pensare e mettere in discussione. E tutti abbiamo un disperato bisogno di metterci in discussione”.

La stagione dei teatri 2018-19 comprende tra ottobre e maggio una trentina di spettacoli tra titoli in abbonamento e Oltre l’abbonamento, e per dare a ogni spettatore la possibilità di scegliere in autonomia una parte degli spettacoli in cartellone la modalità che viene proposta è quella di 6 spettacoli fissi e 2 a scelta da poter vagliare tra una rosa molto ampia.

I sei spettacoli fissi, programmati al Teatro Alighieri, sono Tecno-Filò, di e con Marco Paolini, appassionato narratore del nostro tempo, che si pone domande sulle contraddizioni della tecnologia, e le sue ripercussioni. Una novità della prossima stagione. Poi Churchill, con Giuseppe Battiston, istrionico attore in cui si fronteggiano un grande corpo e uno spirito sottile, pronto a ironizzare su una somiglianza sorniona col grande statista. Si tratta di una prima nazionale. Quindi Questi fantasmi!, un classico di Eduardo proposto dalla compagnia fondata dal figlio Luca De Filippo, che, anche dopo la sua scomparsa, tiene viva la tradizione di questa dolente e ironica drammaturgia. Lo spettacolo ha appassionato il pubblico delle grandi città nella scorsa stagione. Il piacere dell’onestà, proposto da un incisivo interprete pirandelliano come Geppy Gleijeses, diretto qui dalla regista cinematografica Liliana Cavani. Il lavoro ha felicemente debuttato a Roma la primavera scorsa. Altra novità è Don Chisciotte, il mitico cavaliere dell’impossibile scelto da Alessio Boni per affrontare il tema della follia e della sua funzione indispensabile per spostare il mondo. Infine Ragazzi di vita, tratto dall’omonimo romanzo di Pier Paolo Pasolini, diretto da Massimo Popolizio, grande interprete ronconiano, in scena con Lino Guanciale e con un ensemble di giovani attori. Lo spettacolo ha vinto i premi più prestigiosi del teatro italiano, dall’Ubu alle Maschere del teatro.

Nella rosa tra cui poter scegliere gli altri due spettacoli, vi sono storici artisti della più interessante ricerca teatrale, giovani compagnie impegnate nell’intrecciare la scena con le ferite sociali, affondi radicali nella poesia, nuova drammaturgia inglese a carattere corrosivo, inedite forme di avanspettacolo partenopeo postmoderno. Ecco quindi Il giardino dei ciliegi, nuova produzione Ert portata in scena dalla giovane compagnia bolognese Kepler – 452, che a partire da Cechov conducono un’indagine sugli sgomberi a Bologna, poi il debutto ravennate di Fedeli d’Amore - Polittico in sette quadri per Dante Alighieri, di Marco Martinelli e Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, realizzato in occasione della Trilogia d’autunno del Ravenna Festival. Si tratta di un testo “attorno” a Dante Alighieri e al nostro presente, in cui a parlarci, nei singoli quadri, sono voci diverse, dalla nebbia di un’alba del 1321 al diavoletto del “rabbuffo” che scatena le risse attorno al denaro. Quindi la lettura drammatica Il regno profondo. Perché sei qui?, di Claudia Castellucci e Chiara Guidi, fondatrici della Sociètas Raffaello Sanzio, testo che fa parte di una raccolta di immagini ritagliate e di articoli scritti da Claudia Castellucci sulla realtà quotidiana, osservata da un punto di vista sotterraneo, cercando di comprendere il movente e il fondamento dei gesti. Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Andrea Renzi e Luciano Saltarelli sono invece gli interpreti di New Magic People Show – dal romanzo di Giuseppe Montesano – specchio dissacrante di una società alle prese con i falsi miti della ricchezza, del potere, della gioventù a tutti i costi. Antonio Latella, uno dei registi più significativi dell’attuale scena contemporanea nazionale, porta a Ravenna Aminta, di Torquato Tasso, un canto sulla forza creativa dell’amore. In Shakespeare / Sonetti, di e con Valter Malosti, un fool contemporaneo, armato di microfono, e quattro danzatori incarnano i moti di un amore straziante e contraddittorio, mentre i Fanny & Alexander di Luigi De Angelis si confrontano con Storia di una amicizia - Le due bambole. Il nuovo cognome. La bambina perduta, tratto dalla tetralogia-capolavoro L’amica geniale di Elena Ferrante, con in scena Chiara Lagani e Fiorenza Menni. Ritroviamo quindi Shakespeare in I Shakespeare - I Banquo. I Caliban che Accademia degli Artefatti ha tratto da Tim Crouch, in cui alcuni personaggi interrogano la convenzione teatrale, mettendola in crisi e verificandone la possibilità di parlare al presente. Dalla grande poetessa Alda Merini, Anagoor mette in scena Magnificat, un componimento su Maria, la madre di Gesù, che apre un nuovo varco nell’immagine di colei che “ha portato i coltelli della sapienza in grembo”. E l’ultimo degli spettacoli a scelta della Stagione d’abbonamento è Settimo Cielo di Caryl Churchill, una produzione dei romani Angelo Mai/Bluemotion diretta da Giorgina Pi, che vede in scena tra gli altri l’attore ravennate Marco Cavalcoli, più volte protagonista degli spettacoli di Fanny & Alexander: in un’atmosfera queer e punk si parla di sesso e potere, di violenza e ironia, attraverso la storia di una famiglia catapultata prima nell’Africa coloniale di fine Ottocento, poi a Londra alla fine degli anni Settanta.

Fondamentale nell’allestimento della Stagione dei teatri è poi da sempre la corposa e composita sezione Oltre l’abbonamento, con undici spettacoli e un occhio attento agli artisti del territorio, quali il Teatro delle Albe (sia insieme all’attore ravennate Gianni Parmiani in Saluti da Brescello che nell’inedita collaborazione con i forlivesi Masque Teatro e i faentini menoventi in Macbetto), Lady Godiva Teatro di Eugenio Sideri (presente con i due lavori Kaninchen e Orazione Epica), gli stessi Masque Teatro con Kiva, ErosAntEros con la seconda edizione del loro festival Polis, ma anche i bolognesi Ateliersi con In Your Face. Con loro arriveranno poi i toscani CapoTrave, la compagnia Koreja, ArtorriTintinelliTeatro con Follìar, Gemma Carbone e Instabili Vaganti.

Novità della Stagione 2018/19 è, infine, Storie di Ravenna, serie di “Racconti, visioni, cronache dalla fondazione a oggi” sulla nostra città, che da novembre ad aprile vedrà protagonisti mensilmente al Teatro Rasi Luigi Dadina, Giovanni Gardini e Alessandro Luparini.

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